LA BATTAGLIA DI SANTAGOSTINO

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Parliamo di attualità, però in forma rilassante. Almeno questo ci sia concesso.

Notizia dell’ultima ora:  Il ritrovamento di un prezioso manoscritto altomedievale  permette di far luce nuova sull‘attuale battaglia della costa di Santagostino tra Civitavecchia e Tarquinia.

Una antica e consolidata leggenda ci informa che in riva al mare nostro, il filosofo Sant’Agostino meditava sulla Trinità. Dio è unico, diceva il Santo. ma non è solo. Frullava nella testa di Agostino la dottrina platonica delle idee esemplari che egli voleva  tradurre in termini cristiani. La leggenda, continuava dicendo che il Santo incontra un bambino che tenta di mettere tutto quanto il mare in una fossetta scavata nella sabbia.

Ma dove esattamente meditava?

Fin qui, la leggenda non ci ha mai dato particolari. Potevamo intuire solo che la meditazione doveva essere vicino al porto perché il Santo doveva imbarcarsi per la Numidia.

Ebbene, a seguito del manoscritto, ora ritrovato, scopriamo che la scena si è svolta in una nostra località, precisamente in quel luogo denominato Santagostino a poca distanza dal Mignone. Il documento indica, difatti, che il Santo ”trovavasi in cospetto di Minio”.

A questo punto la cosa eccezionale è che noi, mercè il manoscritto, possediamo esattamente il dialogo tra il Santo ed il bambino che si trastullava sulla spiaggia.  Ebbene, la cosa mirabolante è:

la lingua utilizzata appartiene alla città portuale e non a quella tarquiniese!

Questa prova dimostra che l’area civitavecchiese aveva come confine il Minio, dunque il luogo oggi denominato Santagostino era, allora, compreso nell’area della nostra città.

I fatti ed il dialogo desumibili dal documento sono qui riportati per intero per il piacere del lettore. Ci siamo permessi solo di tradurre le parole del Santo dal latino all’italiano lasciando, invece, in originale la lingua del bambino.

 

IL SANTO.”Una substantia, tres personae. Deus è unus ma non solitarius…. Non tutto in Dio si dice secondo la sostanza ma, nulla si  può predicare secondo gli accidenti. Ciò deve per forza obbligare alla relazione….Deve essere così, almeno credo….almeno lo spero.. Che lo Spirito Santo  mi sia di aiuto!

(Ma ecco che di fronte a lui un bambino, un angelo del Cielo, con una conchiglia cerca di riversare l’acqua del mare in una buchetta nella sabbia).

IL SANTO ”Che fai, dolce bambino?”

IL BAMBINO ” A quell’omo, ma dan do’ venghe? No’ vedi che fò? Co’ stò fregno qui…. inzomma, co’ stà spece de bucaletto,  stò mette er mare in de la buca. Ma che s’è ceco?”

IL SANTO ”Ma, mio caro pargoletto, ciò è atto impossibile a realizzarsi.“

 IL BAMBINO ”A come te chiami? A  Soragostì ma che diche?! In quella mazzumaja che ciae n’a capoccia ‘o vo’ capì che ‘a Trinità nun cè capa? Come nun ce capa er mare in de la buca. Mò ha capito? Esse bono, vedi d’annattine!

 

Prova provata: il confine, prima del sorgere di Corneto (intorno all’800 d.c.) dalle ceneri della etrusca Tarquinia, era il Mignone!! Il bimbo che gioca sulla spiaggia parla inconfondibilmente il nostro idioma e non il cornetano (si ammette che già prima di Corneto i tarquiniensi parlassero il cornetano).

 

Pervenuto nelle mani del Sindaco il manoscritto costituisce il casus belli tanto agognato.

“Il Mignone, dunque, sia il nostro Isonzo!”

Così si sente gridare  nel Palazzo Comunale che un tempo ospitò giovani anime ardimentose (Belli quei tempi).  Forte del manoscritto -prova eccelsa- con dure “spallate para-isontine” il nostro Sindaco ha intimato al nemico di asfaltare senza indugio le strade che, seppur in terra avversa, appartengono alla città portuale..

Nelle retrovie, intanto il fronte della Frasca sembra placarsi: Tribunale ha dato torto al precedente Sindaco considerando  la trattativa Arsial – Campeggiatori  sia del tutto regolare.

Il colpo di mano delle “strade -asfaltate- con -soldi- altrui” sembra costituire un diversivo strategico per assicurarsi la vittoria dei parcheggi a basso costo secondo le regole dettate dal Sindaco attaccante. L’area tutta è così pensata come terra da rivendicare, terra irredenta strappata un giorno al legittimo dominio. E’ evidente che il Mignone, a motivo del manoscritto,  debba essere il  giusto confine. Giusto perché “naturale” spartiacque tra i due Comuni.

Dietro a tutto questo c’è, però, una vitale posta in gioco: Cencelle!! La nostra Trento e Trieste.

“L’antica terra che ha accolto i nostri emigrati in fuga dal fellone berbero,  giace in suolo straniero ed anela a riaggregarsi alla Madre Patria.  Non fu, essa, creata dal Pontefice per controllare la via fluviale del Mignone possibile accesso del feroce saracino? Dunque stirpe nostrana vigilava il Minio a valle del territorio tolfetano. La parte a manca di quel tratto di fiume che s’avvia alla sua foce fu custodia della stirpe portuale. Questo il lascito pontificio che trova degno avvallo nel manoscritto”

Ecco le grida di dolore che sconvolgono l’arengo municipale e stimolano gli animi alla pugna..

Nel mentre la battaglia infuria, pervengono notizie di taluni pacifisti obiettori di coscienza che formulano vili proposte per risolvere il conflitto diversamente dal ricorso armato affidandosi ad una programmata azione di efficiente reciprocità tra due Amministrazioni confinanti. Se ben programmate, come è stato scritto da insolenti pacifisti demoplutocratici  in precedenti articoli di questo blog, il problema  non sarebbe diventato un caso bellico.

Scegliendo il tavolo della pace e con tutto il tempo opportuno, insistono le turpi voci pacifiste, il manoscritto sarebbe stato nascosto o trattato come reperto archeo e non come bandiera di guerra.

Ma, si sa bene, gli obiettori di coscienza ed i pacifisti sono vili disturbatori dell’interventismo belligerante e nemici dell’amor patrio.

Presto sarà diramato l’atteso Bollettino: La guerra contro Corneto -Tarquinia che, sotto l’alta guida del Sindaco, l’Amministrazione non inferiore per numero e per mezzi iniziò nel giugno del 2021 e con fede incrollabile e tenace ecc….

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NOTA del REDATTORE “. A seguito del vittorioso Bollettino tutte le cornetane se sò inguattate .’Tacci  loro”.

Comunque sia, l’idea del Mignone confine fa pensare. Ma perché non è così?  A parte le facezie, il fiume è una barriera naturale che generalmente fa da confine.  Agli storici la risposta!! Così che il Sindaco del futuro abbia  un qualche argomento meno nostalgico.

CARLO ALBERTO FALZETTI