PENSIERI
di ALFIERO ANTONINI ♦
Sono passati e trascorsi molti anni ma l’appello non ha avuto alcuna risposta e … forse oggi infine ho capito perché.. silenzio – ho chiesto forse troppo o meglio la sola risposta dovevo darmela da solo e ognuno si carichi sulle spalle del suo fardello di possibili errori – senza coinvolgere nessun Don Abbondio che passi nelle vicinanze senza lasciar neppure ombra.
CONSIDERAZIONI E PENSIERI VAGANTI IN UN GIORNO D’INCIPIENTE AUTUNNO
Una giornata quasi d’ inverno, uggiosa, pervasa di pioggerella insistente leggera come un velo di seta, folate di una stanca brezza lasciano cadere su di te, impalpabile come fosse una nevicata virtuale, dolcemente liquefatta, viverla come una giornata di primavera, radiosa di fiori, tanto che se chiudi gli occhi, puoi sentirne il profumo, un sole tiepido, un languido calore che avanza, invadendo tutto dentro te, intrinseca funzione. Forse è il tuo io che imbambola se stesso.
La vita condizionata dal tempo, gli scherzi della natura influenzano la mente e la realtà, non è più realtà ora,
è condita di fantasia. Miracoli che solo l’arte e l’artista possono fare. Voglia di conoscenza, sperimentazione, che giunge spingendosi oltre i muri dell’ ovvio, a trovare tra le capacità di un uomo il
seme che darà un maestro con l’anima di educatore, capace di far lievitare i sogni, che sembravano impossibili da raggiungere: caparbietà, capacità di soffrire oltre il limite, di non accettare gli insuccessi come tali, fare uno stimolo per comprendere gli errori e, studiare il modo per non ripeterli e andare avanti, guardando bene e avendo nel mirino I’ asticella sempre più in alto, oltre, oltre, verso l’inarrivabile assoluto. Fascino della bellezza che il tempo, inesorabilmente deforma, lentamente ma inesorabilmente, trasforma gli uomini e le cose, e più ancora il tuo modo di vedere il mondo. La tua mente ti mostra le nudità trasformate dalle rughe, le debolezze, i vizi, e paure, I’ignavia, I’arroganza, la insipienza, la inutile prosopopea dei pluridecorati, a volte senza merito, la meschinità dei più … ma tu devi conviverci, fatti l’esame di coscienza, critica te stesso e dopo, troverai il modo per non essere più un severo giudice, anzi
per lasciare agli altri, facili volenterosi, il compito di giudicare, e sopravvivi in questo turbinio di forze contrastanti, usando l’arte e l’amore come guida, e cercando di vedere nel mondo e negli uomini le tante cose belle che vengono nascoste agli sguardi distratti. Pensa, e comincia a perdonare le insufficienze, le
inesattezze, le piccole mistificazioni, cercando di comprendere il perché delle cose. Forse il mondo è stato creato proprio cosi, in modo che ognuno possa decidere la sua strada, forse non tutti sono stati messi in grado di poter scegliere liberamente quale essa sia. Alcuni non hanno avuto le doti e le qualità per fare queste scelte, e non per colpa loro. Se tu sei uno tra i fortunati, di aver avuto qualche qualità in più, mettila al servizio degli altri, forse questo ti è stato dato come compito, affidato a te dalla vita, non è corretto far pesare le capacità in più che ti sono state date, esse sono un dono che hai ricevuto, quindi non è un tuo merito ed è tuo il compito di utilizzare al meglio ed esaltare queste qualità, per onorare chi benevolmente te le ha concesse e … fai tuo il motto michelangiolesco “quel sol m’arde, questo sol m’innamora” per far si che la tua vita abbia avuto un senso e, non sia stata vissuta solo per giustificare la nascita di un essere.
Come “umano” hai il dovere nei limiti che ti sono concessi di migliorare te stesso, provando a superarli questi limiti e, dare alla società in cui vivi un contributo di pensiero, di capacità operative, di qualità espressiva e di non interesse personale, delle quali questa società globalizzata, industrializzata, depredata
dei valori essenziali, che sembra ora aver perduto ogni limite di aggressività, raggiungendo quella della “ferocia bestiale”, mi sembra avere proprio bisogno. In questo caos imperante c’è ancora una flebile speranza, dopo questo diluvio od eruzione, se sapremo e vorremo operare nella giusta direzione, per amore delle nuove generazioni, per i figli messi al mondo, cerchiamo di essere meno egoisti e, forse anche se ci vorrà un po’ di tempo, sorgerà ancora il sole anche per noi.
Sentire ed essere cittadini di una terra magica, questo può essere solo un privilegio. Ognuno di noi deve rendersi conto che in un territorio, non basta viverci non basta vedere e ammirare un tramonto, se non ci si sofferma a goderselo fino a fare in modo che esso ci sia entrato dentro. Non basta godere di un paesaggio,
splendido, per poi lasciarlo scomparire, con i suoi boschi, campi di lavanda, di girasoli, con tutta la sua stupenda girandola di colori che, prima appariranno appena appannati, poi coperti dal fumo acre e nero, che inesorabilmente cancella tutto, ti assale le narici e ti fa mancare il respiro. Il fuoco non è più quello che incendia e da bellezza al tramonto, ma con crepitio che da sfacelo e distruzione ti ruba il futuro donando la morte per la natura che ti circonda. Non puoi più far nulla, neppure scatenare la tua rabbia con chi ha
innescato dolosamente e dolorosamente per tutta la società e la tua stirpe, questa tragedia vigliacca, nata e cresciuta dal seme dell’ ignoranza, della stupidità e della cupidigia, ma che soprattutto è figlia del non amore per questa terra, che è stato un dono, un lascito, un’eredità preziosa di chi è vissuto prima di noi.
Tutti loro che ci hanno lasciato opere eccelse, ma che purtroppo lentamente, sottovalutandole miseramente, le stiamo calpestando e disperdendo fino a farle scomparire del tutto. Abbiamo un dovere,
che è un impegno morale, di insegnare ai tombaroli (che forse hanno iniziato a scavare per bisogno), ai innestatori di incendiò, ai nostri figli e a tutti quelli che ci passano accanto, che chi danneggia il bene comune compie uno sfregio, ai suoi vecchi, ai suoi figli ai suoi nipoti e non sarà più degno di chiamarsi uomo. Dovrebbe esser trattato come una belva feroce braccato lui stesso, dovrà sentirsi un esempio del male additato, reietto, perso ed escluso dalla società civile.
Non servono eroi, servono menti che fanno semplicemente quello che il cuore richiede a gran voce.
Lasciamo da parte i richiami della chimera, quali possano essere: il denaro, il potere, le posizioni di prestigio basati su falsi valori. Tutto questo non porta lontano. Non mascheriamoci non mettiamoci orpelli, non mimiamo i personaggi di cartapesta che ci assalgono dalla Tv, dal cinema, dai rotocalchi . Cerchiamo di essere semplicemente noi stessi, con i nostri difetti con i nostri piccoli o grandi vizi ( cercando di correggerli o forse di migliorarli) semplicità, rapporto sempre vero con gli altri, evitando di evidenziare i loro difetti (forse è anche un modo per nascondere i nostri?) e vivere in pace con noi stessi e con la natura che ci circonda amando la terra e il territorio in cui siamo nati o nel quale abbiamo deciso di mettere radici e far crescere le nostre messi, allora sì, è quasi certo, che questa terra potrà tornare a rifiorire e ci sarà lavoro e abbondanza per tutti.
Forse io sarò un sognatore. La vita è un’altra cosa, i problemi sono altri, e allora mi chiedo, come mai ci sentiamo offesi e colpiti dalle devastanti notizie che quotidianamente ci assalgono dai notiziari Tv – omicidi efferati, eclatanti arresti di personaggi noti, nei vari campi dell’attività umana e della politica-.
Mi pare sia giunto giustamente il momento di ascoltare e di guardarsi dentro e fare una lucida scelta di parte e cercare
di capire chi siamo e dove stanno gli uomini veri. Le nuvole hanno il pregio di aggregarsi incupire, diventare temporali con lampi tuoni e fulmini, ma hanno anche il pregio di lentamente disperdersi e far rivedere l’azzurro del cielo e i raggi del sole che riscaldandoti ti portano via anche i cattivi pensieri.
ALFIERO ANTONINI
Caro Alfiero mi permetto di rispondere ai tuoi pensieri ,che con parole poetiche descrivono uno stato d’animo comune ad una certa età ma che dovrebbe essere patrimonio anche di altre età, con riflessioni che saranno pubblicate il solito venerdì.
Esiste una età, la giovinezza ,dove si vuole assolutamente. Esiste una età dove non si ha tempo per meditare. Esiste la terza età dove si vuole ma non si può.
Esiste, per chi ha fortuna,una quarta età dove non si vuole più. Beati coloro che riescono(non anagraficamente) ad entrarvi. Grazie di questo momento di quiete.
"Mi piace"Piace a 1 persona