STORIA DELLE OLIMPIADI. Edizioni tra le due guerre. parte 1
di STEFANO CERVARELLI ♦
Anversa 1920. Lo sguardo si apre su uno scenario di morte: L’Europa è ricoperta da un punto all’altro di croci, il pessimismo di Splengler sembra farla da padrona; pare proprio impossibile quindi che in quel contesto la “pianta olimpica” possa, non solo aver resistito, ma addirittura tornare a “germogliare”.
Ed invece forse perché nella propaganda, nelle coscienze che non vogliono arrendersi “a che la vita domini sulla ragione”, il significato di pace dell’Olimpiade trova spazio, non apparendo del tutto improbabile che un po’ di vitalismo irrazionale compaia nelle pieghe della rinata “fiera” dello sport.
Arriva la primavera del 1919. primavera di pace, di congressi dai quali nasce, una nuova Europa. Anche l’Olimpiade celebra il suo congresso dove, unanime, è la scelta di Anversa intendendo così omaggiare chi ha resistito all’urto degli Imperi Centrali.
Ma ce la farà il piccolo, martoriato Belgio? Ce la farà la distrutta Anversa, considerando che manca solo un anno all’inizio dei giochi?
Le pubbliche finanze avevano ben altre “piaghe” da sanare e lo scopo del comitato di finanziatori che si formò si prefiggeva di chiudere i conti perlomeno in pareggio; ma complici i prezzi proibitivi, il tempo sempre piovoso, questo non fu possibile; anche dal punto di vista tecnico si trattò di un’edizione modesta, visto il poco tempo a disposizione degli atleti per prepararsi.
Il valore dell’Olimpiade di Anversa andava ovviamente ricercato in altre cose ben più importanti: la voglia di riprendere un cammino interrotto, la tenacia con la quale si lavorò a questo e, non certo ultima, la voglia di ritrovarsi dopo un’esperienza tragica e così divisoria.
Ed a proposito di questo sorse un problema politico.
De Coubertin, durante la guerra, si era sempre rifiutato di espellere i membri tedeschi ed austriaci dal CIO, come era stato richiesto dal delegato britannico; ma ora, a guerra conclusa, come si poteva invitare in una città martoriata e con le ferite ancora aperte, gli autori di tanta rovina?
D’altra parte l’ostracismo non conciliava con la costituzione olimpica, si raggiunse così un compromesso formale; basandosi sul fatto che gli inviti venivano diramati dal Comitato Nazionale organizzatore, quello belga li inviò solamente ai paesi che, in quel momento, avevano un rappresentante nel CIO.
Austria, Bulgaria, Germania, Turchia ed Ungheria, quindi, non furono invitati ai giochi, proprio quei giochi che, per colmo d’ironia, si disputeranno, per la prima volta, all’ombra della bandiera olimpica!
L’Italia con le 13 medaglie d’oro, 5 d’argento e 6 di bronzo, ottenne un piccolo trionfo, accentuato dal fatto che una figura eroica, rappresentativa di questa olimpiade, la si può trovare senza dubbio in un italiano: Nedo Nadi. Schermitore vinse 5 medaglie d’oro, praticamente tutte le gare alle quali partecipò. A proposito di questo devo raccontare un episodio divertente: Al re del Belgio che, premiandolo per la seconda volta, gli disse: ”Ma a lei mi pare di averla già premiata ”, Nadi rispose: ”Con il permesso di Vostra Maestà, penso che dovrà vedermi ancora altre volte”.
Fra le altre curiosità ce ne sono due in particolare da segnalare: gli atleti statunitensi impegnati nelle gare di tiro (21 specialità!) furono accusati di professionismo perché, si disse, erano cow boys! La seconda riguarda sempre gli Stati Uniti che, equivocando sulla definizione Football Soccer per loro) si presentarono, con la squadra di Football americano! La Francia si prestò a giocare una partita amichevole.
Anche ad Anversa, seppure non ufficialmente, ci fu una buona partecipazione femminile.
Nel nostro paese, se da una parte i successi ottenuti fanno crescere nell’opinione pubblica l’interesse per le olimpiadi, ben poco possono fare contro la crescente tensione dovuta al moltiplicarsi dei fasci di combattimento.
Parigi 1924. In un discorso di presentazione delle olimpiadi parigine il segretario generale del CIO, nel ricordare i paesi che parteciperanno, non nomina la Germania, unica nazione ancora oggetto di ostracismo.
Come invitarla dal momento che truppe franco-belghe occupavano la valle della Ruhr? Infatti in risposta al fatto che la Germania non aveva ottemperato al previsto accordo di inviare carbone e legna a titolo risarcitorio dei danni di guerra, francesi e belgi avevano deciso di andare a prendere quel materiale da soli.
La Germania, probabilmente, non avrebbe partecipato ai giochi, stretta com’era nella morsa del marco senza valore, degli scioperi a catena e di un principio di nascita del partito nazista.
A Parigi i paesi partecipanti passarono dai 29 di Anversa a 44, dei quali 27 europei; spettacolo ed agonismo quindi non mancarono.
Gli Stati Uniti, dopo una prima idea di rinuncia perché in aperto dissidio con la Francia per l’invasione della valle tedesca, decidono poi di partecipare, ma dai francesi non riceveranno una buona accoglienza al punto tale che il loro inno verrà sonoramente fischiato! Clima caldo quindi tra i due paesi ed anche questa volta il destino vuole che gli Stati Uniti debbano confrontarsi con il “nemico” in un incontro di rugby.
Inutile dire che, se sul campo si gioca una partita che stenta a mantenersi nei limiti del regolamento, sulle tribune le rispettive tifoserie stanno ben attenti sì al regolamento….. ma quello dei conti!
Gli atleti partecipanti superarono le tremila unità, ci furono 19 sport e 128 specialità; si ebbe però un ritorno al passato in quanto a durata perché, iniziati il 5 maggio, i giochi si conclusero tre mesi dopo!
Tecnicamente queste furono le olimpiadi del finlandese Paavo Numi che, dopo aver trionfato ad Anversa, qui vinse i 1.500 metri ed i 5.000 nonostante gli organizzatori avessero posto le due gare a distanza di solo mezz’ora!! Nel suo paese, il governo fece erigere una statua in suo onore, ponendola davanti allo stadio di Helsinki.
Nel nuoto gli Stati Uniti portano un ragazzo di 20 anni: non ha rivali nelle distanze brevi, sarà il primo uomo al mondo a nuotare i 100 metri in meno di un minuto, si chiama Johnny Weismuller; sarà meglio conosciuto in seguito come Tarzan in quanto personificherà sullo schermo il mitico personaggio di tante avventure.
Il successo tecnico dell’Olimpiade parigina è confermato dal numero dei record olimpici e mondiali, stabiliti nell’atletica leggera e nel nuoto, segno evidente di una preparazione tecnica e fisica che va lentamente affinandosi. Nella boxe finalmente ci sono veri campioni, non più in grado di offrire solo spettacoli di forza ma anche in possesso di buona tecnica; il diffondersi di questo sport è dato dal numero di nazioni medagliate: 11!
Infine per capire l’atmosfera in cui vennero vissuti i giochi, specialmente in Italia, bisogna dire che quelli erano i giorni del delitto Matteotti e del fascismo che si liberava definitivamente della sua maschera.
A Parigi gli atleti italiani, forse a causa della loro presunta aderenza alle idee fasciste, venivano molto spesso accolti da segni di ostilità.
1928 Amsterdam. Al racconto di questa edizione non posso non premettere che fu quella dove la nostra città venne prestigiosamente rappresentata. Disputandosi dal 28 luglio al 12 agosto, le olimpiadi hanno di nuovo la loro durata classica, che permette, con uno svolgimento rapido, di tenere sempre accesa l’attenzione e l’interesse.
L’Olimpiade vera e propria viene preceduta dal torneo di calcio vinto, per la seconda volta, dall’Uruguay che in semifinale batte l’Italia 3 a 2; il nostro Rosetta fu giudicato il miglior terzino delle olimpiadi.
Per la prima volta la fiaccola olimpica accesa al sole di Olimpia, risplendeva all’interno del tripode, la cerimonia di sfilata delle nazioni-46-assumerà la scenografia che rimarrà poi quella attuale.
La novità politica- ed anche sportiva- fu il ritorno alle olimpiadi della Germania. Segno di una nuova distensione mondiale? Di lì a qualche anno questa speranza verrà tragicamente disillusa.
I tedeschi per celebrare questo rientro fecero le cose in grande inviando una numerosissima rappresentanza, seconda soltanto a quella degli Stati Uniti.
Il numero degli sport in Olanda venne ridotto a 16 con 110 specialità. Non ci furono le gare di tiro perché i membri del Comitato Olimpico, memori di quanto accadde ad Anversa, non riuscirono a trovare l’accordo sulla distinzione tra dilettanti e professionisti, praticamente su quali requisiti dovevano avere i primi per poter partecipare.
Ad Amsterdam le donne fanno il loro ingresso ufficiale alle olimpiadi. Questo fu possibile perché finalmente le ragazze venivano ammesse a disputare le gare di atletica leggera (unico sport che qualifica le olimpiadi come tali), a fronte dei 3.015 atleti complessivi le donne saranno 290.
Questa è anche la prima edizione che si svolge senza che alla presidenza del CIO ci sia il barone De Coubertin, a cui è subentrato il conte de Baillet-Latour. Un cambio che ha molto influito sull’ingresso dello sport femminile, nonostante De Coubertin, nel momento delle dimissioni, abbia lasciato un messaggio: ”Nessuno sport, interpretato al femminile, può essere davvero degno del pubblico dell’Olimpiade”.
Nel nuoto i giapponesi cominciano a far scricchiolare il dominio statunitense; un dominio che subirà un duro colpo nell’edizione seguente dei giochi e proprio in casa loro a Los Angeles.
Adesso, come accennavo prima, permettetemi di far uscir fuori tutto il mio essere civitavecchiese in quanto non riesco a trattenere l’orgoglio (e la vanità) di ricordare, evidenziandola, la presenza in quell’Olimpiade del nostro concittadino Vittorio Tamagnini, che riuscì nell’impresa di dare all’Italia, nella storia delle olimpiadi, la prima medaglia d’oro nel pugilato. Questa meravigliosa storia, la sua carriera e la sua vita fu da me ricordata all’interno di un libro sullo sport a Civitavecchia, scritta alcuni anni fa insieme ai cari amici Giancarlo Peris e Marco Galice. Qui voglio solo aggiungere che Tamagnini fu, a detta dei massimi esperti, un autentico campione, si affermò anche in campo professionistico, vincendo incontri anche negli Stati Uniti dove si trasferì per un periodo.
Tornando ad Amsterdam non resta da dire che quelle furono le olimpiadi degli atleti con il braccio alzato mentre in Italia un tribunale speciale condannava Antonio Gramsci.
STEFANO CERVARELLI