UN RICORDO DEL DOTT. TOTI
di GIORGIO GARGIULLO ♦
Domenica 16 maggio veniva a mancare il dott. Odoardo Toti, per tanti Dino.
Moltissimi lo hanno ricordato per la sua grande passione e competenza per la storia del nostro comprensorio ed in particolare per quella della nostra città.
Io invece voglio ricordarlo nella sua professione di farmacista riferendomi in particolare agli anni 1975 – 1980, anni in cui lui era direttore della farmacia ospedaliera ed io ero impegnato nell’incarico di gestione dell’Ente ospedaliero. In quei tempi ancora non c’erano ancora le ASL e gli ospedali erano Enti autonomi diretti da un organismo di gestione.
Il dott. Toti nell’Ente ospedaliero svolgeva un ruolo di grande importanza. Oltre a dirigere la farmacia interna era responsabile di due farmacie esterne, quella di viale Matteotti e quella di piazza Calamatta. Nell’attività di direzione ebbe due efficienti collaboratori, Elvio Chiocca purtroppo scomparso prematuramente e Pierluigi D’Avenia che nel 1983, all’atto del suo pensionamento, gli succedette nella direzione.
Ricordo quei 5 anni in cui tra me e il dott. Toti si realizzò un intenso livello di collaborazione pur nei diversi ruoli. Collaborò infatti vivamente per avviare il nosocomio nella direzione di una moderna struttura sanitaria. L’ospedale di Civitavecchia allora aveva grandi carenze. Poco personale infermieristico specializzato, pochi medici, strutture che risentivano di una progettazione architettonica risalente all’inizio degli anni ’50, attrezzature in molti casi obsolete. Quindi un ospedale – mancava il 5° piano – da riorganizzare per renderlo più adeguato alle esigenze del comprensorio ed in linea con le grandi innovazioni organizzative e tecnologiche che si svilupparono in quegli anni.
In tale prospettiva il ruolo del dott. Toti fu importantissimo. Lui insieme ad alcuni primari, – ricordo per tutti il prof. Valerio Luccardi – furono vivaci e competenti animatori e sostenitori dello sforzo cui si tendeva. Ricordo il suo impegno, anzi il suo sacrificio, nella realizzazione e nella gestione della scuola per infermieri professionali; nella istituzione della divisione di pediatria, di nefrologia, di ortopedia che lo videro attivo nel fornire elementi tecnici utili alla Amministrazione.
La realizzazione di un moderno centro di rianimazione oltre all’impegno del prof. Luccardi che del centro era il primario, vide la sua partecipazione anche nella ricerca dei fondi necessari.
Ma la cosa che ricordo con maggiore chiarezza fu la istituzione della “dose unitaria” dei farmaci che venivano somministrati ai degenti. Nonostante molte resistenze incontrate ma in accordo con l’Amministrazione da cui venne sostenuto, riuscì ad introdurre questo sistema di gestione dei farmaci che consentì di ridurre molti sprechi garantendo notevoli risparmi di gestione.
In ultimo ricordo i grandi sacrifici che Toti si impose insieme ai suoi due collaboratori nella gestione delle farmacie esterne. Da direttore non si sottrasse a stressanti lavori notturni quando i turni lo imponevano. Ricordo che gli utili delle due farmacie, in virtù di una gestione seria, attenta e responsabile, furono notevoli e contribuirono a risolvere seri problemi di bilancio dell’Ente che soprattutto in quel periodo erano complessi.
Concludo affermando che Odoardo Toti ha rappresentato nella città sia dal punto di vista professionale che da quello culturale un esempio di cui tutti noi dovremmo conservare la memoria.
GIORGIO GARGIULLO