STORIE DI LIBRI-MARGINALIA-STENDHAL-CV /4

di SILVIO SERANGELI ♦

È il 21 febbraio 1942, alla veneranda età di 87 anni, muore Clodoveo Bucci. «Da ragazzo il piccolo Clodoveo aveva molto sentito parlare dal nonno Donato di quel francese che se ne stava sempre rintanato in casa, porta a porta col suo “quartiere”.

viva l'Italia(…) Era un uomo lindo e cortese il cavaliere della Legion d’Onore che accoglieva volentieri i “patiti” di Stendhal (…), perfettamente al corrente dello stato degli studi sullo scrittore» così lo ricorda Antonio Baldini. Pietro Paolo Trompeo, assiduo frequentatore della casa, racconta della «soglia consumata, superata fra una razzumaglia di marmocchi cenciosi (…), del silenzio di tomba del grande salone, sopraccarico di mobili e soprammobili con alle pareti quadri di pittori romani  dell’Ottocento: Podesti, Capalti, Catalani. (…) Tutto bianco, piccolino, lindo nel suo vestito da casa, un po’ timido, un po’ fioco, molto sordo, (…) si faceva da parte con un leggero inchino e un grazioso gesto della mano invitava a entrare nella stanza dei tesori». Se ne va Clodoveo, appassionato di libri  e documenti rari su Civitavecchia.

È uno studioso, un poliglotta che gestisce le fortune di famiglia. Egli conosce il francese come il nonno e il padre perché è la lingua dei commerci di famiglia, lo spagnolo imparato dalla nonna, ma anche l’inglese e il russo.  Capace di grande prodigalità al punto di aggiungere del suo, anche il doppio, al conto del falegname e del fabbro, altrettanto rigido nelle regole famigliari: si mangia tutto, non si spreca l’acqua, ci si alza da tavola dopo il patriarca. 4 QUARTAÈ un uomo del Risorgimento che custodisce la coccarda tricolore con la scritta «Viva l’Italia Unita», ha redatto la voce su san Vincenzo Maria Strambi per la pubblicazione Civitavecchia vedetta imperiale sul mare latino di chiara impronta propagandistica del regime, ma non ha mai aderito al fascismo. La sua inclinazione giovanile per la vita militare viene vanificata dalla statura non sufficiente, ma ci sono foto che lo ritraggono in divisa. La passione per il tiro a segno gli è costata la rottura di un timpano che lo rende alquanto sordo.

1 PRIMACon la scomparsa di Clodoveo si chiude la storia che ha legato la famiglia Bucci a Stendhal. Tre mesi dopo la sua morte, Arrigo Benedetti, inviato del Corriere della Sera, fa un suo Viaggio intorno alla stanza di Stendhal e riporta un’impressione di smobilitazione e abbandono: «Si battono le mani palma contro palma, per scuotere la polvera; polvere di carte che stanno per marcirsi». Che dire? I venti di guerra  spingono a liquidare il passato, le figlie di Clodoveo hanno deciso di vendere e allontanarsi dal pericolo. Riccardo, il figlio maggiore, è tenente colonnello dell’Aeronautica e comanda l’aeroporto militare di Bengasi; la sua famiglia vive da tempo a Gallarate perché è stato a lungo funzionario dell’aeroporto di Malpensa. La figlia Emma, che ha accudito fino all’ultimo il padre, provvede a liberare le sue stanze con l’idea di trasferirsi al nord, dove, ad Arsago Serio, vive l’altra sorella Marcella. Dopo la morte di Anna Maria, l’altra figlia di Clodoveo, a causa del bombardamento del 14 maggio 1943, gli appartamenti del Palazzo Lenzi, ereditati  da Donato, verranno messi in vendita. 2 SECONDAE i marginalia? Il 23 febbraio 1942 l’ispettore onorario ai monumenti del circondario di Civitavecchia e Tolfa, Salvatore Bastianelli, informa della morte di Clodoveo la sovrintendente  Nella Santovito Vichi. È una presa d’atto, il Ministero dell’Istruzione, che aveva posto un vincolo, si defila: ha altro a cui pensare e poi non ha la disponibilità economica. Si fa avanti Brunetto Fanelli, segretario di Giovanni Gentile e prestanome di suo figlio Federico, proprietario della casa editrice Sansoni di Firenze.  Dopo una lunga contrattazione, acquista la Biblioteca, comprese le due librerie e alcuni oggetti appartenuti a Stendhal, che ora si trovano nel Fondo Stendhal Bucci della Biblioteca Sormani di Milano. È questa la versione più vicina alla realtà, meno probabile l’acquisto direttamente da parte di Fanelli per 360 mila lire dell’epoca e la vendita a Gentile che sarebbe avvenuta da parte dei famigliari dopo la sua morte per mano dei partigiani. 3 TERZAClodoveo Bucci è persona molto conosciuta nella petite ville, è sempre stato notato il pellegrinaggio nel suo appartamento di forestieri illustri, per lo più francesi, con i civitavecchiesi semplici osservatori, tenuti a debita distanza. E quindi la sua morte desta molta curiosità e sono note le richieste d’acquisto del tesoretto di famiglia. C’è perfino qualche timida, infondata speranza che resti tutto a Civitavecchia.  Anche Fernando Barbaranelli, attento ai fatti antichi e recenti della sua città, segue la vicenda con molto interesse. Non ha mai avuto l’onore di salire la rampa che porta all’appartamento con la Stendhaliana. Può sembrare un controsenso, ma anche di questo è fatta la petite ville.

SILVIO SERANGELI                                                                                                                     (4 Segue)

*** Le immagini sono relative al Palazzo Lenzi e alla bottega antiquaria di Donato Bucci trasformata in negozio negli Anni Venti, alla Stendhalina di Clodoveo con le librerie con i marginalia; alla foto ricordo in occasione del Congresso del 1924 che vede Clodoveo Bucci al centro con la farfalletta; alla coccarda “Viva l’Italia Unita”.