BOLLETTINO N1.
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Gli italiani hanno con il Referendum impedito l’utilizzo delle Centrali nucleari.
La Centrale di Montalto non è mai stata attivata con tale energia.
Ora, dopo vari anni, l’area dovrebbe “convertirsi” in un un DEPOSITO che, date le sue proporzioni ed i tempi di decadimento della radioattività, costituisce una:
CONCENTRAZIONE DI RADIOATTIVITA’ ENORME.
La dispersione nell’ambiente di radioattività contribuirebbe a potenziare in maniera specifica gli inquinanti già presenti nel territorio (Centrali elettriche, deposito chimico della Farnesiana, Porto) determinandone un rischio concreto di ulteriore aumento della INCIDENZA DEI TUMORI MALIGNI attualmente già significativamente alta rispetto alla media nazionale per circa le metà della tipologia di tumori maligni considerati nei vari registri tumori.
ABBIAMO EVITATO UNA CENTRALE NUCLEARE SALVANDO UL TERRITORIO DAL RISCHIO DI RADIOATTIVITA’. OSPITIAMO OGGI UN RISCHIO MOLTO PIU’ELEVATO CHE COSTRINGE A VINCOLI DRAMMATICI:
L’AGRICOLTURA,
IL TURISMO,
IL COMMERCIO
DI TUTTA UN AREA VASTA CHE GRAVITA SUL LUOGO DEL DEPOSITO. ( se la scelta è fatta in base a parametri demografici e di strutture tali debbono rimanere nel tempo, cioè nei prossimi 300 anni))
VIETA POSSIBILITA’ FUTURE (150-300 ANNI!!)DI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE.
NON GARANTISCE LE FUTURE GENERAZIONE DALLA DEVASTAZIONE DI UN AREA DESTINATA ALL’ABBANDONO IN CASO DI DANNO AL DEPOSITO (almeno un area di 50 km. di diametro dal Deposito).
IL DANNO, ACCIDENTALE O COLPOSO CHE SIA HA, NELL’ARCO TEMPORALE DI 5-6 GENERAZIONI,HA COMUNQUE PROBABILITA’ DI ACCADERE (una probabilità bassa è comunque diversa da zero!) SEPPUR BASSA E’ LA PROBABILITA’L’EFFETTO RISULTA IRREVERSIBILE E PRESENTA UNA DEVASTAZIONE MASSIMA.
UN BOMBARDAMENTO DISTRUGGE MA SI PUO’ SEMPRE RICOSTRUIRE CIO’ CHE E’ DANNEGGIATO. LA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA E’ LA MORTE BIOLOGICA DI UN AREA. DOPO 300 ANNI, FORSE, SI PUO’SPERARE DI RIABITARE!
IN CONCLUSIONE:
MENTRE L’ITALIA ED IL MONDI SI APPRESTANO AD USCIRE DALL’INCUBO COVID, LA TUSCIA E L’AREA CIVITAVECCHIESE SI APPRESTA A SOPPORTARE UNA MINACCIA CHE SE SI TRASFORMASSE IN REALTA’ DIVEREBBE UN INCUBO PERMANENTE PER QUESTA GENERAZIONE E PER LE GENERAZIONI DA QUI AI PROSSIMI TRECENTO ANNI.
OSPITIAMO DUE GRANDI SITI PER LE CENTRALE ELETTRICHE. 1000 ED OLTRE ETTARI SONO OCCUPATI DA PANNELLI SOLARI. ABBIAMO UNA DIFFUSA RETE DI ELETTRODOTTI. UN CAMPO CHIMICO MILITARE CHE POTREBBE OSPITARE GIA’ DELLE SCORIE. UN PORTO CHE, CERTAMENTE CONTRIBUISCE AD INQUINARE. ESSERE DESTINATARI ANCHE DEL DEPOSITO NAZIONALE DI SCORIE RADIOATTIVE SIGNIFICA CHE QUESTO TERRITORIO NON HA ALTRA VALENZA CHE QUELLA DI ESSERE ADIBITO A LUOGO DI SERVIZIO PER LE ALTRE AREE DI PRIMARIA IMPORTANZA. E, ALLORA, PERCHE’ NON PENSARE ALLA DISCARICA DELLA CITTA’ DI ROMA? (danno molto più contenuto del deposito scorie radioattive).
Un sospetto finale: TRA I PARAMETRI DELLA SCELTA POTREBBE ESSERCI QUELLO PER CUI LA POPOLAZIONE DEL TERRITORIO HA UN GRADO DI SOPPORTAZIONE ALTO E, DUNQUE, UN LIVELLO DI ACCONDISCENDENZA SUPERIORE AD ALTRI LUOGHI?
Sono ben accetti i commenti a riguardo.
CARLO ALBERTO FALZETTI
Sicuramente. Secoli di acquiescenza e di grata sudditanza sono una garanzia. Senza aggiungere altro.
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Purtroppo abbiamo impedito di costruire centrali nucleari e ne siamo circondati…Il danno e anche la beffa perché strapaghiamo l’energia. Mi chiedo dive siano adesso gli ambientalisti, sento silenzio anche sul 5G
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In uno dei documenti pubblicati fra quelli relativi alla conversione a carbone di TVN si esprimeva, appunto, la scarsa reattività della popolazione locale, in altre parole si diceva che la popolazione non avrebbe reagito con particolare veemenza alla trasformazione in oggetto. Non ricordo certamente il testo, ma il concetto si, era giusto quello, qui si può fare di tutto, senza troppa fatica.
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Caro Carlo, io di quest’ultima iniziativa non sapevo niente. Non c’è dubbio che sul nostro territorio gravino pesi ambientali abnormi, tuttavia sono certo che reazioni pavloviane non servano. Il lavoro dell’uomo, anche quello che ha condotto al progresso degli ultimi decenni mai conosciuto in tutta la storia dell’uomo, non è stato mai esente da rischi e pericoli. Una persona modesta e sconosciuta ha fatto questa osservazione illuminante: nel millequattrocento se mi andava bene stavo in un lazzaretto; nel novecento, ancora minorenne, già lavoravo in miniera, di carbone s’intende; nel XX secolo mi hanno mandato a combattere in ogni parte del mondo; nel XXI secolo riesco a vivere senza necessità di lavorare, almeno nei paesi del welfare. Generazioni di civitavecchiesi hanno vissuto dignitosamente grazie all’energia elettrica prodotta nel nostro territorio ed io all’inquinamento atmosferico ci credo un po’ meno dopo aver appreso dei risultati defintivi della Commissione istituita dopo la chiusura per via giudiziaria della Centrale di Vado Ligure: dopo sei anni di fermo della produzione il sito di Vado presenta lo stesso tasso di inquinamento che aveva prima del fermo. Le ricadute di polveri fini dipendono per oltre l’80% dal traffico veicolare. Sono forse un inquinatore seriale? Un attentatore dell’integrità del nostro territorio? Non credo proprio, sono semplicemente un realista, anche se non ho timore a dire che sono favorevole al nucleare. Vogliamo l’aria pulita e l’energia abbondante e a buon mercato? Bene, diamo più fiducia alla scienza che progressivamente costruirà centrali atomiche sempre più sicure e troverà sistemi di smaltimento sempre più adeguati delle scorie. Nel frattempo evitiamo di avviare i motori a coppio delle nostre macchine
Un abbraccio. Ezio Calderai
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Caro amico, ti ringrazio di aver risposto. In, verità era questo il mio scopo: incitare alla replica di fronte all’evento.
Il riflesso condizionato è una componente ormai classica in tema ecologico. Ogni iniziativa tecnologica ha, “acriticamente”,la sua reazione di rigetto, a prescindere. In questo modo un Paese non può progredire.
Tuttavia, mi permetto di evidenziare che le componenti politiche fanno ben poco per una corretta comunicazione. L’assenza di una valida informazione da parte dei decisori finali crea disagio presso i cittadini ma, sopratutto, permette alle aziende che debbono realizzare le iniziative, di approfittare di questa asimmetria di informazione ponendo in essere comportamenti opportunistici a scapito della cittadinanza. Spesso le “azioni nascoste”che derivano dalla ricordata asimmetria emergono quando ormai tutto è concluso contribuendo ad alimentare disagio profondo che genera quell’automatismo comportamentale di cui facevi cenno.
Ma, tu hai sollevato un tema legato alla scienza che merita ben altra riflessione di certo meditata. Ciò richiede, pertanto, che io risponda sul tema generale che hai sollevato. Farò in modo che nelle prossime settimane possa predisporre un articolo in materia sul nostro blog.
Mi preme dire che l’appello da me fatto fa parte di un piano da tempo predisposto circa l’iniziativa del DEPOSITO SCORIE. Dunque, è frutto di un meditato studio che assieme ad altri stiamo facendo. Presto metterò a disposizione del blog i “dati”(non opinioni ) sanitari dell’area Montalto-Tarquinia elaborati dagli esperti in materia. La reazione all’iniziativa è fondata sul concetto di irreversibilità del danno (tempi di decadenza dei radionuclidi). Pur se la probabilità è bassa il danno è di un ordine di grandezza elevatissimo. Il trasporto del materiale che dovrà avvenire in anni espone l’area a possibili contaminazioni (ancor prima della sigillazione finale).
Si può esser d’accordo sul fatto che il mondo deve andare avanti. Tuttavia, concorderai con me, circa il fatto che debba esser lecito capire i problemi ed i rischi. L’asimmetria informativa esistente vieta che la discussione sia collettiva, critica, ponderata. Questa mancanza produce un costo sociale che grava sulla popolazione. Va tutto bene ma il progresso tecnologico è tale SOLO E SOLTANTO SE produce progresso civico e rispetto per i cittadini e per le loro naturali inquietudini.
E’ inutile che affermi la mia profonda stima nei tuoi riguardi . Quando altri tacevano tu hai cercato di difendere l’onore della città. La Storia ti ha dato piena ragione. La città non so!!
Carlo.
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Ridurre la questione a “il progresso ha un costo” è quanto meno semplicistico. Il tema sollevato da Carlo, poi, non è quello relativo al progresso ed ai suoi costi ambientali, ma a quella sorta di ignavia diffusa che fa di questo territorio buono per ospitare di tutto e di più, è la questione che riguarda il rapporto fra cittadinanza ed insediamenti industriali e se ci mettiamo la politica potremmo parlare di una sorta di triangolo perverso nel quale tutti ci stanno bene, salvo poi lamentarsi, magari sui social. Il tema del progresso e dei suoi costi, sollevato da Ezio Calderai, lo si potrebbe affrontare partendo da un apposito articolo, che, ad essere sincero, mi piacerebbe scrivere, poichè penso che più che di “costi del progresso” bisognerebbe discutere di “quale progresso” o meglio “quale modello di sviluppo”.
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Io invece rigetto acriticamente ogni pseudo innovazione tecnologica che riguardi ” il mio giardino” e se , per ipotesi, ognuno di noi proteggesse il proprio giardino, ci sarebbero milioni di giardini! Non condivido l’opinione di Ezio, un poco malthusiana e a proposito di Malthus io chiedo : ” Perchè in Italia non nascono più bambini?”. Povertà crescente, mancanza di welfare, egoismo, sistemi di contraccezione, diritto all’aborto: non sono considerazioni valide! Un ricordo nefasto di Chernobyl , penso solo alla ricerca del latte in polvere che non si trovava pìù nelle farmacie. Ora le mie figlie mi hanno dato quattro piccoli cuccioli, da uno a quattro anni, che non posso vedere per la Pandemia, ma anche prima c’era il problema dell’ aria inquinata, del cibo inquinato, dei parchi incolti, della difficoltà di farli crescere in un ambiente malsano! In una specie dopo l’altra le pseudo innovazioni tecnologiche deprivano le forme di vita del loro strumento di sopravvivenza; la capacità di generare. Porto il discorso all’estremo: non vi sembra che ognuno di noi sia responsabile del cambiamento climatico? In esso tutto rientra, dalle scorie radioattive nel sottosuolo della Tuscia, ai tecnologi alla Cingolani ed ai politici asserviti che faranno riconvertire la centrale a gas, al deposito chimico alla Farnesiana! Il popolo, il popolo ha bisogno di ulteriori shock…non siamo obbligati ad essere passivi spettatori. Bonifichiamo, aumentiamo le infrastrutture pubbliche e sanifichiamole, riprendiamoci la proprietà di servizi essenziali come l’energia e l’acqua, apriamo i confini ai migranti in fuga. Se la comunità non cresce di cuore e di cervello non sarà mai capace di riconoscere l’ Etica della Comunità.
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