San Valentino, il vescovo profeta dell’amore e San Faustino, il protettore dei single.
di LETIZIA LEONARDI ♦
di Letizia Leonardi
San Valentino, una festa che gli innamorati festeggiano in ogni parte d’Italia e nel mondo. Pochi però sono coloro che conoscono la storia del Santo che l’ha ispirata. San Valentino nacque nel 176 circa e venne consacrato vescovo nel 197 da San Feliciano, vescovo di Foligno. Fondatore della comunità cristiana di Terni, fu il primo vescovo della città. Per la sua fede venne perseguitato sotto l’imperatore Aureliano e il 14 febbraio a Roma subì la decapitazione. Il suo corpo venne sepolto lungo la via Flaminia. Nel 1630, in seguito al rinvenimento delle reliquie, fu innalzata a Terni una basilica in suo onore. Le spoglie del Santo, divenuto patrono della città umbra, sono attualmente custodite in una statua d’argento posta in una teca di cristallo con su scritto: “ San Valentino patrono dell’amore”. Ma, il motivo per il quale San Valentino sia considerato il protettore degli innamorati è legato ad alcune leggende. La prima è quella della “Rosa della riconciliazione” secondo la quale due fidanzati che stavano litigando furono fermati da San Valentino che regalò loro una rosa. Dopo quel gesto, come per incanto, i due smisero di litigare.
Un’altra leggenda è quella dei “Bambini”. San Valentino coltivava un giardino a fianco di un prato, dove giocavano tanti bambini. Ogni sera il Santo regalava a ciascun bambino un fiore da portare alla propria mamma. Ecco perché il 14 febbraio si usa scambiare dei regali con la persona di cui si è innamorati. Altra storia è quella dell’”amore sublime”. A Terni abitava una bella ragazza di nome Serapia. Sabino, un giovane centurione romano, se ne innamorò e per poterla sposare, lui che era pagano, si convertì al cristianesimo. Subito dopo però la ragazza si ammalò. San Valentino allora venne convocato presso il letto della moribonda e Sabino lo supplicò di non farlo separare dalla sua amata. Il Santo unì i due giovani per sempre in un sonno beatificante.
Il patrono dell’amore è venerato in tutto il mondo. È stato citato anche nell’Amleto di Shakespeare. Durante il terzo atto infatti, Ofelia si rivolge a Geltrude e al re Claudio “diman ricorre San Valentino, io, che son verginella, vengo per tempo alla sua finestra per esser la sua bella. Sorse ei dal letto, mise il farsetto, l’uscio di stanza aprì; entrò la vergine, che mai più vergine di fuori non uscì”. In Armenia San Valentino ha un “collega” che proteggere gli innamorati: il suo nome è Sargis o Sarkis ed è uno dei Santi più venerati dal popolo della piccola Repubblica caucasica. Nella lingua armena il nome Sargis o Sarkis esprime il ruolo di santo e di condottiero. Ma questo Santo, considerato nativo della Cappadocia, nella tradizione armena non è solo protettore degli innamorati ma lo è anche dei giovani. Il suo culto è celebrato in un giorno a cadere tra l’11 gennaio e il 15 febbraio. Sotto l’impero di Costantino il Grande fu un militare di altro rango, noto per il suo valore. Con l’avvento di Giuliano l’Apostata e le persecuzioni contro i cristiani, abbandonò i territori romani per trovare rifugio in Armenia, terra indicatagli da una teofania a seguito delle sue preghiere, dove ricevette la protezione del re Tigrane VII. Sempre secondo la tradizione, mentre Giuliano e il suo esercito avanzavano verso Antiochia in Siria, continuando a fare stragi nelle comunità cristiane, il re Tigrane consigliò a Sarkis e Mardiros di lasciare l’Armenia e rifugiarsi nell’Impero sassanide, sotto la tutela dell’imperatore Shapur II. La sua associazione all’amore e agli innamorati affonda le radici in un episodio particolare della tradizione popolare armena. Si narra che al rientro vittorioso da una battaglia Sarkis e 39 sui fedeli compagni d’arme furono invitati, per un tranello ordito dal re, a celebrare la vittoria nel palazzo reale. Il re, invidioso dei suoi successi in battaglia, aveva infatti predisposto l’assassinio di Sarkis e dei suoi compagni. Aveva istruito 40 fanciulle che avrebbero dovuto far bere fino ad ubriacare il gruppo di valorosi. Una volta piombati in un sonno profondo ogni ragazza avrebbe ucciso il proprio guerriero. Tutte le donne eseguirono l’ordine tranne una: quella destinata a Sarkis che, vedendo la bellezza del volto del ragazzo, così sereno nel suo sonno, si innamorò perdutamente di lui e invece di ucciderlo lo baciò. Con il bacio della ragazza, Sarkis si destò e si rese conto del tranello. Prese con sé la ragazza e con il suo cavallo bianco si lanciarono al galoppo contro le porte della città che cedettero all’impeto del destriero. Anche le forze della natura aiutarono i due fuggitivi: dietro di loro, infatti, una violenta tempesta di neve si materializzò come d’incanto, nascondendo i due innamorati alla vista degli inseguitori. Essendo stato salvato dall’amore della fanciulla Sarkis è venerato come patrono degli innamorati. In Armenia c’è una curiosa usanza legata a questo giorno. La notte della vigilia di San Sarkis i ragazzi e le ragazze desiderosi di trovare l’amore vanno in chiesa portando con sé una fetta di focaccia salata o un biscotto comunque salato che deve essere mangiato, al rientro a casa, prima di andare a dormire e senza aver bevuto acqua o altri liquidi. L’arsura, durante la notte, stimolerà il sogno divinatorio: chi offrirà un bicchiere d’acqua sarà l’amore della vita, il futuro marito o moglie. Queste usanze popolari non sono riconosciute dalla Chiesa armena che celebra il culto del Santo secondo una liturgia che non prevede la benedizione di pane o focaccia o biscotto salato e il sogno che regala la promessa di un futuro amore in arrivo; tuttavia, il radicamento nella popolazione è così forte che, pur non incentivando la cosa, la Chiesa armena ha accettato questa tradizione che unisce il sacro e il profano. Chi invece ha già trovato l’amore si scambia i classici fiori e cioccolatini.
Al di là delle antiche origini e leggende San Valentino è soprattutto business. Per San Valentino cuori in bella mostra sono ovunque. Anche i più realisti, per un giorno, indossano i panni di incalliti romantici, quelli che non resistono a dimostrare il proprio amore con un cadeau possibilmente piccolo, spiritoso e soprattutto non troppo costoso. La crisi taglia i consumi ma non il romanticismo. A fare i “piccioncini”, almeno per un giorno, sono tutti: grandi e piccoli, uomini e donne. Le idee proposte per trasformare un giorno qualunque di metà febbraio in uno dedicato all’amore sono davvero tantissime e ovviamente il cuore fa la parte del leone in ogni oggetto. Baci di cioccolata, rose rosse, cuori e teneri peluches vengono messi in mostra in tutte le vetrine. San Valentino è l’occasione giusta per fidanzati e anche per coppie collaudate per dimostrarsi l’affetto e l’amore che li lega. È inutile inventare la scusa: “basta il pensiero”. A San Valentino ognuno spera che la persona amata dimostri il suo grande amore con paroline dolci sì ma anche con un regalo fatto … con il cuore. Guai a scordarsi di accompagnare il dono con un biglietto romantico. La tradizione delle “valentine” , le antiche letterine d’amore, è iniziata molto tempo fa. La più antica lettera d’amore è del 1400 ed è conservata nel British Museum di Londra. Fu nell’epoca vittoriana che queste speciali letterine raggiunsero il massimo del successo. Le frasi d’amore, con versi originali o rubati ai poeti, venivano scritte su carta pregiata decorata con pizzi, merletti, frecce, cuori sanguinanti e colombi. Tra le “valentine” più famose, si può citare quella in cui Charlie Brown scriveva a Lucy “be my Valentine”, in una striscia di Schulz del 1975. Sicuramente una romantica lettera d’amore sarebbe molto apprezzata anche oggi che comunichiamo via e-mail, WhatsApp e utilizziamo gli sms telefonici. Ma, San Valentino è una festa dolce in tutti i sensi. Gli innamorati vengono anche “presi per la gola”. In risposta allo slogan “Il cuore di un uomo passa per il suo stomaco” i ristoranti ne hanno sempre approfittato per organizzare romantiche cenette a lume di candela, alcuni con tanto di artisti che accompagnavano le pietanze con musiche e canzoni ad hoc. Quest’anno, con le regole contro gli assembramenti, molte coppie festeggeranno in casa.
E concludiamo con gli amori che hanno fatto storia e con le coppie celebri che hanno ispirato e continuano a far sognare gli innamorati. Amori corrisposti, amori puniti, amori infelici, amori negati, fonte d’ispirazione o causa di morte. Da Adamo ed Eva in poi la storia dell’umanità, sin dai suoi primordi leggendari, è costellata di coppie rimaste celebri. Così Adone fu trasformato in anemone per amore di Afrodite (secondo il mito, la dea voleva opporsi alla morte del bellissimo giovane e così un fiore nacque dalle sue lacrime) e Orfeo scese fino agli inferi pur di riportare in vita la sua Euridice. Sansone perse la sua chioma e la sua mitica forza dopo essersi perso nei grandi occhi di Dalila. Rapito dalle grazie e dal carisma di Cleopatra, Marco Antonio sacrificò Roma e la vita per un amore rimasto indelebile nella storia, anche grazie a Shakespeare e al suo dramma che dai due protagonisti prende il nome. L’imperatore Tito Vespasiano fu invece costretto a staccarsi da Berenice, regina di Giudea, in nome della ragion di stato. Grazie ai favori, spesso negati, di Clodia, Catullo donò al mondo i suoi carmi più belli, dedicati a quella Lesbia, sotto la cui maschera aveva relegato la sua amata. Furono Beatrice e Laura le grandi muse ispiratrici di Dante e Petrarca, per loro nacquero la ”Divina Commedia” e “Trionfi”. Per amore di Eloisa, Abelardo nel XII sec. fu condannato all’evirazione. Nel cimitero di Père-Lachaise a Parigi esiste infatti un monumento dedicato a questi innamorati. Grande e lacerante fu la passione che legò Sibilla Aleramo al poeta Dino Campana che, afflitto da gravi disturbi psichici venne internato in manicomio. Uniti dalla passione furono anche Marie Sklodowska e Pierre Curie. Rimasero legati per 51 anni, senza mai sposarsi, il filosofo Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Napoleone rinnegherà Giuseppina per la granduchessa Maria Luisa d’Asburgo. Morirono insieme Benito Mussolini e Claretta Petacci, lo stesso fecero Adolf Hitler ed Eva Braun. Ancora oggi Anita, a cavallo, volge lo sguardo verso Giuseppe Garibaldi a poca distanza sulla passeggiata del Gianicolo a Roma. A pochi mesi di distanza, nel 1994, Giulietta Masina ha seguito nell’ultimo viaggio Federico Fellini. Scelse la morte, anche per il figlio che portava in grembo gettandosi dalla finestra, Jeanne Hébuterne per seguire Amedeo Modigliani, stroncato dalla tisi. Così fece anche Giulietta per seguire il suo Romeo in quella che, tra realtà e finzione, rimane la più celebre storia d’amore di tutti i tempi.
Chi non ha avuto la possibilità di trovare la sua anima gemella, ha comunque la sua festa: San Faustino. Patrono di Brescia, è un martire del II secolo, segnato in calendario il 15 febbraio. In anni recenti è stato scelto come “antagonista” di San Valentino prevedendo così un protettore anche a chi il 14 febbraio non ha amori da festeggiare. Arrestato a Brescia, come tanti cristiani, è stato condannato a morte e decapitato. È probabile che San Faustino sia diventato, suo malgrado, protettore dei single solo per il fatto di trovarsi lì pronto per essere acciuffato dal mercato, determinato a dare, un po’ per par condicio, un po’ perché ogni scusa è buona per far festa anche a chi il giorno prima non avrebbe avuto nulla da celebrare.
LETIZIA LEONARDI
Un inno all’amore nella nostra nel l’altrui tradizione, un momento di pausa nei nostri quotidiani affanni, tutti presi a comprare cioccolatini. Grazie Letizia.
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