LA VITA AL TEMPO DEL CORONA VIRUS (PARTE TERZA)
di MARINA MARUCCI ♦
“ IL MALE OSCURO”
Numeri, numeri, numeri. La televisione ci informa sul numero dei morti, degli infetti e dei guariti. Numeri che sono corpi, sangue, persone, storie, non solo cifre.
Non è una guerra, non cadono bombe sulle nostre teste, non viviamo atti indiscriminati di terrorismo ma una male oscuro è diventato il padrone, qualcosa di “assolutamente immateriale “ sta prendendo in mano il mondo.
Questo male paradossalmente non ha confini, invade nazioni, trapassa muri, occupa porti chiusi, sfonda filo spinato ed uccide.
Questo male impedisce a noi di stare vicini, di stringerci la mano, di abbracciarci, baciarci, insomma di essere uomini e donne.
La nostra libertà di movimento è attaccata, tracciata su mappe virtuali, pedinata da droni ed algoritmi. Siamo prigionieri nelle nostre case, divisi, isolati, annientati .
Ci salutiamo a distanza protetta, dai balconi, per chi li ha, dalle terrazze dei condomini e cantiamo, suoniamo, balliamo, sperando un in momento di consolazione.
Ci incontriamo sui social, con i telefoni, i tablet , i p.c. e chi è vecchio e non li sa usare è cancellato. Sì perché il male oscuro uccide soprattutto gli anziani, la memoria che abbiamo voluto dimenticare, sopprimere.
La materia e la fisicità non sembrano più necessarie, compriamo quasi tutto su internet, è una vera rivoluzione ed il male oscuro la sta accelerando.
Ma la natura rinasce, si riprende i suoi spazi. Gli animali non si nascondono più, escono allo scoperto, nei giardini e parchi metropolitani; gli uccelli volano più degli aeroplani; i pesci finalmente ripopolano le acque, i fumi, gli oceani, in un mondo dove gli umani sono quasi del tutto scomparsi. L’atmosfera terrestre si alleggerisce e tutti respiriamo di nuovo: è un mondo nuovo quello che si profila all’orizzonte, rigenerato.
E’ un mondo nuovo che ci fa riflettere su come vivere questo tempo, le ore che abbiamo a disposizione. Non riuscivamo a trovarle nella nostra precedente vita, oggi ne abbiamo in abbondanza e ne siamo spaventati, perché ci risultano interminabili e non sappiamo come riempirle. Quel vuoto dentro di noi ci aveva abitati ad agire, a correre, a non fermarci mai, a non riflettere.
Qualcuno dice che dovremo fare i conti con la nostra vita prima e dopo il periodo del corona virus e forse ha ragione: è lo spartiacque tra quello che eravamo e quello che potremmo diventare.
Quando tutto sarà finito e ritorneremo purtroppo alle nostre vecchie e ripetitive abitudini, dimenticheremo forse che l’origine del male oscuro eravamo e siamo proprio noi.
MARINA MARUCCI
Giorni difficili da affrontare. Parli di male oscuro, la stessa parola usata per indicare una depressione non reattiva, cioè di origine ignota ma che ti fa soffrire. Sta a noi fare il possibile per evitare che questo invisibile nemico che tanto ha cambiato le nostre vite invada anche la nostra psiche. Su come saremo dopo… ho molti punti interrogativi.
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