MARIA LETIZIA E LA QUARANTENA – L’intrusione dei ricordi
di MARIA LETIZIA ♦
L’intrusione dei ricordi
Bentrovati! Si fa per dire… Evitiamo il conteggio dei giorni, ci bastano i numeri che risuonano come le campane a morto alle 18 di ogni pomeriggio e poi rimbalzano ovunque: tg, facebook, stampaonline, Twitter, e i mille talk show dove si confrontano scienziati veri e presunti, ministri, viceministri, oscuri deputati (ma chi è?) e intellettuali a peso.
Squillano le chat sul telefonino, primo mezzo di comunicazione nell’epoca del Coronavirus 19, o 20? Insomma, lo conosciamo tutti quel disegnino carino tondo tondo e con l’aureola rossa contornata da serpentelli microscopici affamati, pronti a spiccare il balzo e … gnam… fregati.
Risultato? Una grande confusione, opinioni diverse si accavallano fino all’arrivo di quelli più informati che i numeri li hanno visti su famose riviste scientifiche internazionali, e si sentono in dovere di discettare e illuminarci sulla verità. Peccato che anche qui la verità veicolata “dipenda” da cosa si è letto e… dalla capacità di google come traduttore.
Avremo tempo per approfondire, quel tempo che all’improvviso si è dilatato svuotando le agende, quelle sempre in allerta su ogni mezzo informatico. Dlin dlin: parrucchiere, lezione, massaggio, volontariato, ufficio, baby sitter, cena con…, apericena con…, film con…, teatro con….
Ora non c’è più l’agenda e nemmeno il con … tizio tizia…
Ma c’è un nuovo mondo, dove ognuno si arrangia come può.
E a volte capita un’intrusione: quella dei ricordi
È sabato mattina. Apro la porta di casa e raccolgo il giornale che mi viene recapitato ogni giorno sull’uscio di casa. Ne scorro i titoli mentre preparo la moka. A me il caffè piace così, non quello con le capsule. Ho però un aggeggio della marca di caffè pubblicizzata dallo splendido: serve per fare la schiuma. Il mio cappuccino è pronto, fette biscottate, biscotti e marmellata, oggi scelgo quella ai mandarini. Ho abolito per un po’ gli yogurt, non mi sono mai piaciuti granché e per qualche tempo di ciò che è salutare me ne infischio. In cambio mangio verdure come una capretta.
Questo è il mio iter mattutino, sempre uguale con qualche piccola variante. Dopo inizia la giornata, ma come?
Ieri sera ho avuto in automatico un pensiero: domani potrò dormire di più. Pensiero sedimentato negli anni, quando ancora aveva senso distinguere un giorno dall’altro. Risultato: mi sono svegliata alle 7. Però qualcosa di diverso voglio farla, qualcosa che riprenda i ritmi lenti di quando “avere tempo” era un evento prezioso. E perché no un bagno da beauty farm casalinga? È il momento di usare i regali di Natale: candele profumate, oli profumati, essenze da diluire nell’acqua calda. Ho trovato anche una spugna vera, mai usata, e una tavoletta nera per insaponarsi, cosa sarà? Ora ricordo, un regalo dalla Palestina, un Paese che mi è particolarmente caro.
Preparo l’atmosfera. Verso nella vasca una abbondante dose di bagno schiuma, deve coprirmi completamente, come si vede nei film. Mentre l’acqua calda scorre e si gonfia di bolle, accendo le candele sul bordo vasca. È ampio e di mattonelle chiare, non possono bruciarmi né cadere nella vasca. Prendo due bottigliette di preziosi oli essenziali e senza risparmio li capovolgo e seguo il viaggio delle gocce fino al loro incontro con la superficie dell’acqua: con un lieve pluf si immergono con leggeri cerchietti fino al completo dissolvimento.
Abbasso le tapparelle così le fiammelle tremolano e l’atmosfera diventa più rilassante.
Cosa manca? La musica. Presto fatto. Vado al computer scalza e avvolta nell’accappatoio, la scelta dei brani non è semplice. Il primo pensiero: musica zen, tibetana, di meditazione… ma no. Non mi va, non stamattina. Allora cosa? Battisti, Dalla, De Andrè i Beatles…. Opto per Chopin CD Romantic Classic. Questo va bene, è quello giusto. Passo la musica al mio Bose che mi segue in bagno.
E’ tutto pronto. Forse un po’ troppi profumi miscelati, ma la schiuma è come la panna montata. Mi immergo, lentamente – l’acqua è molto calda. Ecco ci sono: chiudo gli occhi, scivolo giù, mi rialzo con i capelli bagnati, il piano sussurra uno splendido Notturno e….
Ti vedo. Sei lì, seduto sulla tavoletta del bagno e mi stai raccontando una storia. Fra poco verrai a insaponarmi la schiena, con dolcezza.
Ti vedo. Non sei un fantasma, forse un ologramma costruito nella penombra dalla mia mente libera.
MARIA LETIZIA
Bella Immagine, rilassante e con un un bel ricordo. Continua Maria Letizia, scrivi la seconda parte del ricordo.
Saluti
Marina Marucci
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Un gioiellino di Opera aperta il tuo, Maria Letizia…Fin dal Tuo nome , Maria Letizia, io sono riportata indietro nel tempo nel ricordare la Donna Letizia, che rispondeva con saggezza e mondanità alle lettrici di una rivista femminile.
Tu apri lo scrigno dei nostri piccoli desideri, un bagno caldo al lume di candela. Ma noi, pur sempre cattoliche nel DNA, abbiamo sempre un sentore di peccato nel parlare delle nostre abluzioni quotidiane. Per questo il tuo caldo e sensuale bagno ci libera e ci riporta ai nostri mediorientali piccoli desideri. E Tu mi hai dato un indizio, quel pane nero che credo sia il sapone di Aleppo e che anche io ho tanto usato, sostituito ora dal più prosaico sapone di Marsiglia. Ora l’estremo Oriente è visto come produttore di tutti i mali, con una caccia alle streghe e la ricerca di un capro espiatorio che ci riportano ad epoche lontane, ma mai sopite nella nostra psiche…pipistrelli, volatili selvatici, maiali, quando un tempo erano visioni ed uso di candele aromatiche , oli essenziali, che ci rimandavano ad erbe triturate, polveri finissime di legni particolari, pentoloni di erbe curative sul fuoco sempre acceso.
Ma ciò che più ha accorato è detto in quel tuo spannung finale, da brava scrittrice, o Maria Letizia, dopo le peripezie nella tua stanza da bagno, come una vestale, ecco il colpo di scena : quella persona che è un ologramma, quell’ologramma che è la Persona.A questo passaggio dei nostri ricordi io credo che dobbiamo stare molto attenti, esiste una letteratura – che non so definire prescientifica o postscientifica – fondata sugli ologrammi, sugli universi paralleli. Io la conosco, ma ancora non la uso, in questo ” universo ” di solitudine forzata. Potrebbe far male, credimi. Piacere di averti conosciuto, Donna Letizia!!!
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Come suonano belle e vere queste parole di Maria Letizia! Belle perché riveste i ricordi delle pelle che hanno o che hanno avuto, ma soprattutto vere perché e questa pelle che ancora li rende vividi e veri.
Ogni ricordo per ognuna …. e va bene anche ognuno di noi!
Continua con le tue parole e avventure di parole e ricordi Maria Letizia!
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