Intervista a Fabrizio Lungarini sulla “Campagna di raccolta fondi a sostegno del Sistema Sanitario Territoriale”
a cura di PIERO ALESSI ♦
Il Blog “Spazio Libero” ha ospitato diversi articoli e punti di vista, probabilmente altri ne verranno, su una emergenza sanitaria, di carattere globale, che non ha precedenti nella storia del nostro secondo dopoguerra. Affrontare le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia da corona virus è questione complessa. Sul terreno combattono in prima linea medici e personale sanitario, ma anche tutti coloro che hanno sulle spalle la responsabilità di garantire i servizi essenziali. Sul fronte, in posizione avanzata e gravida di rischi, le varie e molteplici competenze ed anche, è giusto ricordarlo, coloro che hanno la funzione, per il loro ruolo, di guidare la macchina in questo tornante buio della nostra storia. Accanto a loro il mondo del volontariato e di una generosità diffusa; si registra inoltre lo svilupparsi di iniziative solidali che fanno emergere la parte migliore del Paese. Non è scontata la reazione di fronte alla paura; quella di ordine sanitario e quella di ordine economico. La paura del futuro, di ciò che sarà e di quando e come si uscirà dall’emergenza. E’ dunque con piacere che riteniamo giusto valorizzare quelle risposte positive ed emblematiche che provengono anche dalla nostra città. Una Civitavecchia che sembra capace nei momenti difficili di mostrare il suo volto migliore. In questo solco ci pare si possa iscrivere l’opera di un nostro concittadino: Fabrizio Lungarini, conosciuto ed apprezzato professionista. Di seguito la registrazione, spero fedele, anche se espressa in sintesi, delle sue personali considerazioni attorno ad una iniziativa, da lui promossa, per sostenere il nostro sistema sanitario locale, nella prova forse più ardua che è stato chiamato a sostenere.
Fabrizio Lungarini, può illustrare il contenuto dell’idea che ha avuto e perché ha ritenuto di assumere questa iniziativa?
Non è semplice descrivere, in poche parole, l’origine e soprattutto lo sviluppo di una idea che ovviamente affonda le sue radici nel desiderio di sostenere il sistema sanitario, in primo luogo della mia città e quindi essere vicino, in questo momento di emergenza, ai bisogni concreti dei miei concittadini. La suggestione nasce in seno alla mia famiglia. Si era visto che iniziative analoghe si stavano assumendo, in tutta Italia, con discreti risultati. Ho ritenuto, piuttosto che partecipare a generiche sottoscrizioni nazionali, che forse potevano esserci le condizioni per lanciare nella nostra città una vera e propria campagna di raccolta fondi. Sono partito, inizialmente da solo, ma raccogliendo, rapidamente aiuti e sollecitazioni a proseguire. Alcuni miei amici: Pierluigi Miranda e Marco Liberati, solo per citarne alcuni, li ho trovati da subito al mio fianco, ma più numerosi sono oggi coloro che mi aiutano nel portare avanti l’iniziativa. Si è partiti senza alcuna certezza e con obiettivi minimi. Inizialmente pensavo a poche decine di migliaia di euro. Mi sono reso conto, dopo sole ventiquattro ore, che si poteva mirare più in alto e lungo la via il progetto ha assunto mete più ambiziose. Ad oggi posso dire che abbiamo superato quota 110.000 euro di raccolta che rappresentano un risultato che, certamente, va oltre ogni più rosea previsione. Voglio anche dire che questa risposta immediata e forte mi ha suggerito la possibilità, con una felice intuizione, di non utilizzare solo lo strumento del Fondo Raccolta (che inizialmente era stato il mio privilegiato punto di riferimento) che ha tempi di liquidazione delle offerte più lunghi ma di chiedere ai donatori di pagare, in prima persona, le fatture di quanto acquistato. Ciò ha permesso di avere altre sostanziose risorse a disposizione (oltre quelle contabilizzate della raccolta), scontare prezzi più vantaggiosi, di essere competitivi e quindi di accrescere ulteriormente le nostre ambizioni. Ovviamente questo lavoro si è reso possibile anche con il rapporto che ho stretto con la task-force per l’emergenza COVID-19 del Comune e con la ASL RM4; e in particolare seguendo i preziosi consigli e le indicazioni ricevute dai dottori Floccari e Ricci, che mi hanno suggerito quali potevano essere le strumentazioni più utili. Con la consapevolezza che non è un elenco esaustivo ma posso dire con soddisfazione che ad oggi abbiamo già acquistato:
- 7 moduli di un sistema di divisori elettronici auto- disinfettanti UV-C Blind
- 14 autorespiratori che presto diverranno 22 e che copriranno il fabbisogno dell’intero territorio della ASL 4;
- 600 tute a rischio biologico;
- 900 deflussori;
- 1000 mascherine chirurgiche;
- 1000 mascherine FFP2;
- Visiere;
- Una asciugatrice e tute protettive per il personale sanitario;
- Una sonda ecografica wireless portatile;
ed abbiamo già ordinato:
- Un apparecchio per le osmosi portatile (per un costo di circa 15.000 euro), utile per i pazienti in dialisi e in terapia intensiva.
- 110 caschi per i pazienti in terapia sub intensiva
- 50 pulsiossimetri per il costante controllo di coloro che sono in casa positivi ma senza sintomi o con sintomi lievi;
- 1 elettrocardiografo.
L’elenco, più di ogni altra considerazione, rende chiaro lo sforzo profuso e alcuni risultati raggiunti.
Ha ricevuto aiuto e sostegno da altri nel portare avanti la raccolta di fondi e come le pare che abbia risposto la comunità cittadina?
Come ripeto non sono stato solo in questa avventura. L’aiuto degli amici in primo luogo è stato prezioso ma la cosa più sorprendente è il sostegno ricevuto da una comunità che si è riconosciuta in valori umanitari, al di là delle appartenenze politiche, anche le più diverse. Quando parlo di comunità mi riferisco a singoli cittadini, a imprese, al mondo della politica, e alle iniziative encomiabili e parallele che sono fiorite attorno alla campagna. Cito, ad esempio, le maestre, che hanno sensibilizzato i bambini a donare un euro ciascuno o, mi vengono in mente gli appassionati di Fantacalcio che hanno messo mano al loro fondo-cassa o quanti hanno, nell’anonimato, messo a disposizione somme rilevanti. In conclusione, da questa esperienza, è emersa la città migliore. Quella disponibile ad aiutare i più deboli e i più fragili. Questo può essere di buon auspicio per il futuro, nella speranza che presto si esca da questa tremenda prova che stiamo sostenendo.
PIERO ALESSI