Meno poltrone e più panchine

di TULLIO NUNZI

La politica molto spesso eccelle in evanescenza. Su un argomento semplice che doveva in pratica dire no all’arroganza dell’Enel, (palesata in consiglio comunale aperto, con argomenti risibili ed inesistenti) ,e mettere un veto chiaro alla centrale a gas e a qualsiasi tipo di combustibile fossile, non si è arrivati ad una convergenza, ad un documento unitario.

Ovvio che il giorno dopo la città è intasata da una guerriglia verbale, paranoica ed insopportabile. Bisogna richiamare la politica ad un supplemento di responsabilità, perché su argomenti cosi rilevanti bisogna rifiutare la logica dei clan, delle tribù, delle fazioni. L’incapacità della politica a un atteggiamento comune, su un problema fondamentale per la salute e lo sviluppo futuro da la sensazione di un solare menefreghismo, un disincanto cinico e cupo.

Difficile trovare una frase che dica no alla centrale a gas? Che impedisca l’ottavo intervento, (cinque costruzioni e tre riconversioni) nell’arco di 70 anni, su un territorio martoriato. Questa città ha bisogno di una classe dirigente responsabile; non esiste nazione o comune, senza classe dirigente, e c’è una logica intrinseca nello sfascio di questa città.

Su un argomento così importante, che rischia di vincolare la città a nuove servitù e/o a  modelli di sviluppo differenti bisogna prendere decisioni unitarie, ma chiare; e bisogna che i politici siano attenti alla serietà del loro operare, attenti a non produrre una sfiducia pericolosa. Perché nel caso in cui si ripetesse la farsa della centrale a carbone, tutta la politica verrebbe coinvolta in un mefitico miasma.

Necessitano pertanto prese di posizioni nette chiare, unitarie, in primis da parte del comune; e che si allontanasse o si isolasse, a mo’ di “colonna infame”, chi ancora pensasse di chinare la testa nei confronti dell’Enel e tradire una “città olocausto”. E bisogna che l’unità  sia allargata alla regione, che in modo altrettanto chiara affermi il suo no a qualsiasi forma di combustibile fossile. A me sembrerebbe impossibile che una centrale a gas possa essere approvata da un governo come l’attuale, a parole attento a una pratica ambientale. Si dimostri che in questa città mediocre a causa della politica esistono politici, non mediocri, non solo capaci di registrare una situazione, ma che siano capaci di cambiarla. Bisogna essere consapevoli che siamo in una situazione grave, gravissima di emergenza ambientale; certificata da medici, scienziati e in una situazione così grave in cui siamo precipitati, le soluzioni di parte, in quanto di parte, non possono funzionare ,perché non avrebbero il consenso necessario. In particolare bisogna fare in modo che le decisioni vengano prese da questa città; ne ha il diritto per quello a cui è stata sottoposta da un punto di vista ambientale. Dimostrino i partiti di non avere un rapporto impotente con la realtà, comprendano che è il momento della svolta, di un nuovo modello di sviluppo.

La cattiva politica ci ha portato a sfasciare una comunità, tra chi si batteva per la salute e chi lo faceva per il lavoro. Ora non c’è più questo alibi, ci si renda conto che la politica non è affare privato, ma interesse pubblico e si ritorni ad essere comunità unita.

Per quanto mi riguarda si investa in un progetto di sviluppo turistico, si riporti questa città alla propria vocazione reale, tutelando un territorio che ha grandi possibilità di sviluppo, mai percorse; e che sarebbe impossibile portare avanti in un “bosco di ciminiere”. Spero pertanto che in questa battaglia ci siano le istituzioni, i sindacati e le imprese.

Sono importanti in particolare quelle imprese che predicano uno sviluppo turistico e legato al terziario, attento al territorio in cui le imprese vivono. Compito di una organizzazione di categoria è sicuramente preoccuparsi della fermata dei bus e dei mercatini, ma deve anche essere propositiva nel volere affermare un nuovo modello di sviluppo in cui crede.

La politica in questa città da tempo non è più il luogo delle innovazioni, il no alla centrale al gas potrebbe essere l’occasione per una vera rivoluzione economica, per mettere fine a quello che da 40 anni è stato uno sviluppo basato sul monoteismo energetico. Tutti poi nelle situazioni di crisi parlano di poteri forti: sarebbe l’occasione per chi si professa socialista o liberale, di attuare questo cardine della libertà: limitare un potere che in questa città ha determinato scelte economiche e politiche.

TULLIO NUNZI