ANATOMIA DI DUE BANDE (IX)
di CLAUDIO GALIANI ♦
I VOLANTINI DI ALLUMIERE
Nel mese di febbraio fiorisce una notevole attività di propaganda politica, rivolta all’ interno, per incitare alla lotta i militanti, e all’ esterno, per spiegare gli obiettivi della lotta armata.
Alcuni esemplari sopravvissuti, redatti ad Allumiere, mettono in luce l’atmosfera politica di quel momento.
Un volantino del 17 febbraio esprime la reazione all’uccisione, avvenuta alcuni giorni prima, di Angelo Fanelli e Dino Speroni ed è una chiamata a raccolta.
“ COMPAGNI!!!
I fascisti non ancora soddisfatti delle angherie fatteci in venti anni di regime terroristico, continuano ancora oggi a fare delle rappresaglie contro di noi, non contenti di portare l’Italia alla catastrofe.
Essi continuano nella loro marcia distruttrice: ma ancora per quanto? L’ora della resa dei conti sta per scoccare. Vendicheremo i nostri martiri, la mano della giustizia cadrà su di loro e sarà questa mano proletaria che li colpirà inesorabilmente.
COMPAGNI!!!
Il nostro partito si trova all’avanguardia di tutti i partiti antifascisti e noi tutti dobbiamo essere orgogliosi, ma ciò non basta. Dobbiamo stringersi di più al nostro grande partito; ognuno di noi deve dare tutta la propria capacità per il trionfo della classe proletaria”.
Il 22 febbraio, bersaglio non sono più i fascisti; viene invece diffuso un violento attacco al governo Badoglio e alla Monarchia.
COMUNISTI DI CIVITAVECCHIA!!!
Il partito vi chiama come non mai per stringervi in seno ad esso e formare un blocco granitico per infrangere qualsiasi reazione borghese.
A ROMA si è costituito il partito azzurro. Questo partito è costituito da elementi monarchici e da ex-fascisti, sovvenzionati dai capitalisti italiani.
Il partito comunista lancia per primo il grido d’allarme a tutti i compagni per combattere spietatamente il così detto partito azzurro.
Noi comunisti abbiamo troppa esperienza per credere a un così ingenuo trucco: se si toglie la maschera azzurra sotto si trova lo spettro della maschera nera, cioè fascista. Il Governo Badoglio è il diretto sostenitore del suddetto partito con programma imperialistico, monarchico, reazionario.
Noi dobbiamo combattere contro di esso, dobbiamo impedire che i nostri figli siano portati in nuovi flagelli a beneficio della classe borghese.
Milioni di uomini, donne e bambini sono periti per causa della guerra. Chi sono i veri responsabili: casa Savoia per prima.
Il governo fascista non era altro che una pedina di dama messa abilmente dai corrotti, malvagi giocatori: lo dimostrano i fatti del 25; essi, veduta la partita perduta, con facilità si sono disfatti di dama e pedine per ricominciare con una nuova strategia.
Ma questa volta il Partito impedirà che si continui a giuocare con il sangue del tanto martoriato popolo italiano.
Il partito incita tutti i compagni alla ribalta con le seguenti parole d’ordine
ABBASSO CASA SAVOIA!!!
ABBASSO I CAPITALISTI
responsabili della guerra, responsabili di 20 anni di ingiustizie, di carcere e di confino.
A MORTE GLI USURPATORI DEL SANGUE PROLETARIO, W chi lavora,
W L’ESERCITO ROSSO combattente per la libertà dei popoli,
W IL COMUNISMO all’avanguardia dei lavoratori.

Stralcio volantini
Sono posizioni di assoluto rifiuto della collaborazione, vicine a quelle di “Bandiera Rossa”.
E’ una linea estrema, che rappresenta lo stato d’animo di buona parte del gruppo dirigente del partito, ma che gli organi ufficiali non possono esprimere, per evitare lacerazioni nel fronte antifascista.
Paradossalmente, sono proprio azionisti e socialisti, in questa fase, i più intransigenti nel chiedere dentro il C.L.N. la messa in stato d’accusa del Re per alto tradimento, costringendo il PCI ad un’opera di mediazione con i moderati.
L’esaltazione dell’esercito rosso, che sta avanzando verso la Polonia sotto la guida di Stalin “ il Capo del proletariato mondiale”, è invece un tema fisso dell’“Unità”.
Il modello che si rincorre, improponibile in Italia, è la lotta dell’esercito di liberazione jugoslavo.
Un volantino del 2 marzo, firmato LICIA, torna invece sulla lotta al nazifascismo, ma è sostanzialmente un’ esaltazione del ruolo del Partito Comunista e un appello a sostenerlo.
E’ un invito rivolto ai tiepidi a farsi avanti e ad una maggiore disciplina.
E’ anche un messaggio sulla necessità di superare la natura minoritaria del partito e di allargarne la base di massa.
” COMUNISTI, quello che ieri è stato un eroico manipolo,che così bene ha saputo sopravvivere ai soprusi della piovra fascista, è oggi una valanga che va sempre più ingrossandosi e che presto travolgerà ogni ostacolo…….
Il Comunismo non vuole uomini scettici e freddi ma appassionati e ardenti. Dovere e volontà devono essere la nostra coscienza per avere ragione del nostro nemico.
Ognuno di noi deve essere preciso, puntuale e fedele agli impegni. L’ordine porterà alla vittoria, le cose fatte all’incirca e con approssimazione portano alla sconfitta. VIVA IL COMUNISMO. A MORTE I NAZIFASCISTI.”
A chi è rivolto l’appello? Ha anche un uso interno?
Curiosamente, nella stessa data del 2 marzo viene prodotto un altro manifestino, firmato MEFER, con una diversa impostazione.
E’ un documento dai contenuti organici, scritto da una mano educata, che non attacca più genericamente Casa Savoia , ma personalmente Re Vittorio Emanuele.
Viene riepilogata la storia italiana dalla prima guerra mondiale, attraverso le lotte operaie del dopoguerra, l’avvento del fascismo, l’avventura etiopica e albanese, l’ ingresso nella guerra in corso, per associare le responsabilità del Re al “criminale Mussolini” a al “più criminale uomo del mondo Hitler “.
Ma sotto la scontata durezza del linguaggio si compie un’evoluzione della linea politica.
“ I rappresentanti del nostro partito e di altri partiti anti fascisti si sono riuniti per decidere se deve rimanere o no Vittorio Emanuele III. Unanimi si è votato per l’abdicazione del suddetto e di suo figlio a favore del Principe di NAPOLI; ma re Vittorio Emanuele non vuole andarsene. Non contento di aver fatto sempre del male al popolo, continua a persistere nella sua criminale politica non avendo un briciolo di contegno e di amor proprio…… Ma questa volta si devono convincere che la partita è perduta, tanto per l’uno che per l’altro: abbiamo versato troppo sangue per loro. Ora basta. Quel poco che ci è rimasto lo verseremo per la libertà dell’Italia e per tutti i popoli oppressi.
Sappiano i monarchici borghesi che in nostre mani ci è rimasta l’ultima carta e questa volta la sapremo ben giocare.”
Si abbandonano le ipotesi estremiste di rottura istituzionale per passare ad una richiesta di moderata discontinuità: l’abdicazione di Vittorio Emanuele e di suo figlio.
E’ un primo passo verso la posizione che qualche settimana dopo esporrà Togliatti tornando dall’Unione Sovietica, sorprendendo anche i dirigenti nazionali.
Mettere da parte la pregiudiziale antimonarchica, favorire l’unità di tutte le forze antifasciste nella guerra di liberazione, esaltare il ruolo nazionale della classe operaia, rimandare a una fase successiva la questione costituzionale.
Intanto, il 14 marzo, l’Unione Sovietica riconosce il Governo Badoglio, suscitando sconcerto nei partiti di sinistra e imbarazzo negli stessi comunisti.
CLAUDIO GALIANI
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