E DUNQUE LA FRASCA E’ MONUMENTO NATURALE…. E QUINDI?
di LUCIANO DAMIANI ♦
Pare finalmente concluso l’iter burocratico per il riconoscimento di “monumento naturale”, il Decreto del Presidente della Regione Lazio che ha per oggetto: “Istituzione del Monumento naturale La Frasca…” è stato dunque firmato dal Presidente Zingaretti.

In una sorta di gesto di sfida c’è chi reclama il diritto ad un ambiente sano e fruibile contro ogni logica di sviluppo basata su produzione e consumo.
La notizia è apparsa su tutte le testate telematiche e sui social, dichiarazioni e commenti si sono moltiplicati subito dopo l’annuncio.
Siamo tutti contenti, mi pare ovvio, tutti meno quei pochi che avevano un qualche interesse, ma non ne teniamo conto, le mire espansionistiche sono state definitivamente fermate, così pare anche se di questi tempi le certezze sono precarie quanto i posti di lavoro. Ma tant’è.
Come normalmente accade chi può se ne accolla il merito, siamo tutti contenti ma, piuttosto che brindare assieme per un grande risultato raggiunto ci si appiccica come i bambini che fanno propri i meriti e attribuiscono ad altri le colpe. Sarebbe invece doveroso un “bravi tutti”, per cercare, una volta tanto di trovare un minimo di comunione. Abbracciare e congratularsi tutti in una felice festa campestre all’ombra dei pini e carezzati dalla brezza marina. Sarebbe stato bello proporre un excursus della vicenda, magari a partire da quell’atto amministrativo citato da qualche parte dal nostro Francesco Correnti che mise forse o certamente una sorta di prima pietra in questo percorso. Non ho precise informazioni per ricordare quanti si sono adoperati per questo traguardo, ed evito quindi di fare errori ed omissioni limitandomi a ricordare quelle associazioni ambientaliste nazionali e locali, nonché i semplici cittadini che amano quel polmone verde che porta il nome di “La Frasca”, le raccolte di firme e le petizioni. Ricordo ancora la reazione che suscitò nella cittadinanza quel taglio indiscriminato di alberi tipo “piazza pulita”.
L’abbattimento di intere fasce di alberi provocò una viva reazione. Una iniziativa portò a ripiantare un certo numero di pini.

L’abbattimento di intere fasce di alberi provocò una viva reazione. Una iniziativa portò a ripiantare un certo numero di pini.
L’intento dell’articolo non è pero l’identificazione dei meritevoli, ne lo stigmatizzare chi ha colto l’occasione per marcare. per l’ennesima volta, le divisioni, l’intento sta scritto nel titolo:
“E QUINDI…?”.
E quindi adesso abbiamo il nostro Monumento Naturale. Come tale va accudito e protetto. Il decreto di per se garantisce solo che nessuno più costruirà, che siano case, magazzini o banchine portuali. Ma basta? Certo che no, serve che ognuno, oltre le parole, faccia la sua parte, in special modo i cittadini che la frequentano. Per il momento è trattata alla stessa stregua delle periferie delle grandi città, con tanto di tendopoli, e poco importa se siano ROM, migranti, senza tetto o chissà cosa. Chi si trovasse a passeggiare in pineta sarebbe certo colpito, non dalla bellezza del luogo, ma dallo stato indegno, che neppure sarebbe strano se ci si trovasse nella parte iniziale, a cospetto di quella sorta di stazione aerospaziale con fumi e vapori, con le sue cupole argentee e le grandi macchine articolate, nere, in lontananza proiettate in mare.
Più in basso l’allevamento ittico con i suoi miasmi ed i liquidi pieni di nutrienti e medicinali che sfociano nelle acque del mare, quel mare che pure i suoi frutti da ma che io, sinceramente, eviterei. Andando però oltre, verso le “Villette” si perde la vista della ciminiera che sparisce dietro gli alberi così come i miasmi dell’allevamento. che sarebbe bellissima se l’immaginazione riuscisse a liberarla di rifiuti di vario genere, di ciò che resta delle magnate e dei bivacchi. Sarebbe bellissima se si potesse immaginare come sarebbe senza le tendopoli che vi permangono alla faccia di ogni divieto.
Accampamenti e bivacchi popolano la pineta in barba ad ogni tipo di divieto. Le forze dell’ordine passano e fanno finta di non vedere, continuerà ad essere così?

Accampamenti e bivacchi popolano la pineta in barba ad ogni tipo di divieto. Le forze dell’ordine passano e fanno finta di non vedere, continuerà ad essere così?
E le istituzioni?
Nel decreto di istituzione, all’art. 9 viene indicata la Regione Lazio, come gestore del monumento, ed al 10 la stessa viene indicata come promotrice di attività di valorizzazione e conservazione. Da oggi in poi i cittadini dovranno indirizzare le proprie lamentele al Presidente Zingaretti e chi gli succederà. Cozzolino è salvo. Si fa per dire, ovviamente, questo decreto non libera il sindaco dall’essere propositivo nel proporre iniziative, e vigilante perché il monumento venga rispettato in primis da chi è caricato istituzionalmente della sua cura ma anche nella educazione del cittadino.
Le autorità avrebbero già da tempo dovuto intervenire. Fra conversione di TVN ed allargamento dell’ambito portuale non mancano certo le prescrizioni che interessano l’area. Sfogliando i documenti ho scoperto ad esempio che nelle prescrizioni relative all’autorizzazione delle “Opere strategiche per il Porto di Civitavecchia”, è prevista ad esempio la “riqualificazione della Frasca”, non solo relativamente alla parte boschiva, ma anche per le campagne di scavo dei siti archeologici presenti, la realizzazione di “ 3 aree a parcheggio” e “Dotazione impiantistica a servizio delle tre aree a parcheggio e delle aree di interesse archeologico denominate Cappelletto, Columna e Torre Bertalda”. Magari ci sarà un buon motivo per il quale tutto ciò non si vede, ma certo sappiamo che le prescrizioni spesso non sono ottemperate, vedi quelle relative a TVN, per cui c’è certo motivo di scarsa fiducia nelle istituzioni. Le buone parole restano troppo spesso parole scritte su pezzi di carta, unici testimoni di promesse da marinaio.

Uno dei siti archeologici nella fascia costiera, pochi giorni appariva abbandonato

Qualcuno ha visto queste opere?
Ed allora, se non abbiamo fiducia nelle istituzioni, dovremmo forse contentarci di un divieto a costruire? Se qualcuno pensa di si sbaglia: “abbiamo salvato la Frasca”, ma non basta, la natura va vissuta, curata ed amata. A maggior ragione quando è “Monumento Naturale”, se è riprovevole l’abbandono di un territorio, lo è a maggior ragione quando questo è dichiarato monumento.
Per quel che ci riguarda continueremo ad essere rispettosi fruitori di un bene comune, e quando capiterà, redarguiremo colui che accende il fuoco all’ombra dei pini: “… ma che, non si può fare?” o che abbandona i suoi rifiuti appesi ad un ramo… “….ci deve pensare il comune”. Il più delle volte non saremo neppure degnati di una risposta, se va bene ci diranno: “…fatti i ca…. tuoi!!”.
La forestale continuerà a passare con la macchina senza vedere.
Al momento della redazione di questo articolo non è stato ancora pubblicato il decreto, questa la proposta di delibera:
http://static.civitavecchia.gov.it/uploads/2016/01/proposta-decreto-La-Frasca.pdf
DECCMATTVIA 2935 del 97
Verso la fine sono citati gli interventi che riguardano La Frasca citati nell’articolo: