La Proporzione nell’arte e nella vita

di ROSAMARIA SORGE

La prima domanda che sorge spontanea è quella di chiedersi se la  “ Proporzione “ è ancora di moda, e poi in seconda battuta, cosa sia  in realtà questa “ Proporzione “ .

Un espediente utilizzato per secoli, una adesione ad un sistema codificato che garantisce  il “ Bello “ o una teoria  filosofica  che definisce un nesso di similitudine tra processi o cose differenti con lo scopo di coglierne una relazione di proporzionalità?

Cominciamo con il  raccontare  cosa si intende per “ Proporzione “ nell’arte per riservare alla conclusione come la stessa Proporzione abbia effetti sugli  aspetti della vita reale di tutti noi.

Inizia tutto in Grecia, dove il pensiero si sviluppa insieme alla tecnica; il desiderio di comprendere quanto ci circonda e dare forma al pensiero anche plasmando la materia  è alla base dell’arte primitiva che attraverso elementari composizioni produce oggetti non solo di uso quotidiano ma anche  oggetti propiziatori per allontanare male ansia e inquietudini. Da qui una evoluzione che supera il potere apotropaico dell’oggetto per meglio definirne le forme creando canoni a cui attenersi; Policleto fu il primo a definire i temi della bellezza e dell’armonia partendo dalle proporzioni del corpo umano. Ma i Greci andarono oltre  perché non solo le proporzioni  dell’insieme  erano importanti,  ma anche la postura nella realizzazione delle statue, un alternarsi di flessioni,  tensioni  e torsioni che armonizzano l’insieme.

 Si deve ai Greci l’introduzione della sezione aurea, cioè quel segmento che viene diviso in modo che diventi  media proporzionale tra l’intero segmento e la parte rimanente  e anche  del rettangolo aureo che è alla base  della spirale aurea cioè quella spirale logaritmica in cui ogni rettangolo in cui la spirale si iscrive è la somma dei due precedenti, rispettando quindi la famosa serie di Fibonacci:  1 1  2  3  5  8  13  21 …….

La natura ama le spirali aure, dalle conchiglie ai girasoli dai boccioli di rosa agli uragani, gli esempi sono tantissimi  e gli architetti   conoscevano  bene  sia la sezione aurea che la spirale logaritmica aurea per progettare e  realizzare edifici  in cui  le proporzioni tra le parti, alternarsi di vuoti e pieni e del colore ne rispettassero i dettami.

Il Rinascimento riprenderà la sezione aurea con il trattato illustrato da Leonardo del matematico Luca Pacioli  e la Divina Proporzione la ritroveremo in edifici come Palazzo Rucellai, la Cappella dei Pazzi,  la Cupola del Brunelleschi,  il tempietto di San Pietro in Montorio e tante altre, e lo stesso Leonardo applicherà la sezione aurea nell’ Uomo Vitruviano e nella stessa Gioconda.

Troveremo in Francia una delle applicazioni più note, nella facciata di Notre Dame.

Oggi quella che viene definita la “ Divina Proporzione “ è applicata a molti oggetti di uso comune, dalle carte di credito ai progetti di Philippe Stark per Kartell ma anche alla Grafica e al Web design.

Ma la giusta Proporzione tra le parti va rispettata anche in altri campi e per citarne qualcuna non possiamo tralasciare la cucina, tropo evidente per parlarne, il vino e le relazioni di ognuno di noi.

Nell’enologia il rispetto della Proporzione è fondamentale anzi per esattezza  per fare vino e farlo buono devi fare un costante esercizio di Proporzione .

E’ proporzione quella tra Corvina Corvinone e Rondinella per creare l’Amarone, vino nato per puro caso da una botte dimenticata di Recioto dove, con il passare del tempo, i lieviti avevano trasformato gli zuccheri in alcol creando da  un vino dolce  un vino secco quasi amaro; è proporzione quella tra Pinot nero, Pinot meunier e  Chardonnay per creare  uno dei vini più famosi del mondo; lo Champagne le cui bollicine forse nacquero per caso, per un errore durante la vinificazione; è proporzione  quella  tra Sauvignon  Blanc e Semillon che rende lo Chateau d’Yquem uno dei vini più leggendari,  nato da uve attaccate dalla muffa nobile, quella Botrytis cinerea che determina note sontuose e nobili,  per non dimenticare i vini di Bolgheri che coniugano in italiano quella proporzione tra i vitigni internazionali, in controtendenza con lo strapotere toscano del Sangiovese, producendo vini  che hanno conquistato tutti.

E infine la vita non è forse un continuo esercizio di Proporzione?

Controllare le varie parti che costituiscono il sé, il proprio sviluppo cognitivo ,il proprio movimento all’interno di realtà strutturate, il continuo lavoro di miglioramento che dovrebbe essere alla base dello sviluppo della propria personalità e identità non sono queste esercizio di Proporzione? 

Trovare il giusto equilibrio nei comportamenti, nelle discussioni, nel modo di vivere e relazionarci  non è forse la premessa  per vivere  in un mondo migliore rendendo la vita più bella a noi stessi e agli altri?

Della “ Proporzione “ a conti fatti non possiamo farne a meno e uno sforzo per  applicarla con costanza anche nella vita forse potrebbe essere un obiettivo da porsi con serietà e determinazione per alleggerire il peso dell’esistenza.

ROSAMARIA SORGE

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