Una persona seria

di GIOVANNI INSOLERA

Tra la mia classe e quella di Silvio ci passavano molti più anni dei due registrati all’anagrafe comunale e scolastica.

Nel 1963 avevamo dovuto parare il duro colpo del ritorno al Guglielmotti di Agostino Masaracchia, assolutamente determinato a imporre disciplina alla scuola di cui era stato studente. Allora l’unico Liceo classico tra Roma e Grosseto, da cui proveniva.

L’anno dopo, quello della mia maturità, cominciai a notare un rasserenamento imprevedibile del preside non ancona quarantenne nei rapporti con gli studenti. Derivava solo in piccola parte dal padroneggiamento della struttura. Me ne accorsi da certi sorrisi, quasi paterni, che prese a riservare ai pischelli appena usciti dal ginnasio che ben presto rovesciarono le regole del nonnismo scolastico, fino ad allora indiscutibili. Sotto la guida di un giovane professore, Andrea Barbaranelli, mischiavano politica e cultura nell’esperienza del loro Piccolo Teatro e strinsero rapporti d’amicizia che andarono ben oltre la necessità di alleggerire il peso dei compiti.

Con qualche anticipo sul resto del Paese, avviarono il loro ’68, e Silvio era tra loro  con Nicola, Ettore, Claudio e qualche altro.

Penso che TRC – di cui, come Pannella per Radio Radicale, continuerà ad essere l’anima – sia stato il frutto di quella stagione. Per Silvio costituì un impegno parallelo a quello d’insegnante, al termine del quale ci rimane un patrimonio di servizi, interviste, pubblicazioni, che sarà imprescindibile per la conoscenza della nostra storia. Una lavoro instancabile di ricucitura e di recupero: di restauro, potrei dire pensando all’ammirazione che aveva per il padre, Mastro Otello.

I nostri rapporti si intensificarono nei primi anni dell’Archivio, di cui divenne un frequentatore assiduo, come studioso e come promotore della nuova struttura culturale che entrò per prima all’Ospedale vecchio.

Ricordo che convenimmo sulla necessità che almeno una parte del suo lavoro costituisse la sezione audiovisivi dell’Archivio storico comunale. Oggi rimango della stessa idea. Sarebbe anche un modo adatto a ricordare l’opera di Silvio.

Ricordo ancora che volli condividere con lui il ritorno a Civitavecchia della figlia del fattore del ministro De Stefani, dalla cui azienda agricola d’avanguardia nacque nel dopoguerra il Villaggio del Fanciullo. Silvio l’ha filmato e narrato con passione e rigore anche sul nostro blog. Vi invito a leggere.

Ci siamo incontrati per l’ultima volta alla presentazione dei suoi Vascelli a Vapore. Arrivai per ultimo al rito del firma copia, e quando alzò lo sguardo disse che voleva farmi una dedica speciale, quella che ora gli rendo: molto più di me, caro Silvio, sei stato una persona seria.

GIOVANNI INSOLERA

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