“IL TERZOGENITO” (inteso come femmina o maschio nati terzi … in una famiglia tradizionale) – Ovvero: riflessioni scherzose … ma con un pizzico di verità

di LUIGI DE PAOLIS

Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso … Già, così inizia la canzone di Celentano; invece, la storia, o meglio le riflessioni che voglio esprimere non si riferiscono ad un ragazzo/a nato/a per caso in via Gluck o in un’altra qualsiasi via o città, ma ad un ragazzo/a proprio “nato/a per caso” … Perché, chi nasce terzo/a in una famiglia ordinaria è un “nato/a per caso”. 

Come scaturisce questa mia affermazione? Semplicemente analizzando i fatti. Il  primogenito è il frutto dell’amore passionale e del “voluto proposito” di dare un erede alla famiglia; il secondogenito è finalizzato ad evitare il “figlio unico”, magari, sperando in una alternanza masciofemmina o viceversa. Basta!!! Ordinariamente, le esigenze familiari finiscono qui. Salvo casi particolari, tutto quello che avviene dopo avviene “per caso”, un calcolo fatto male (Ogino–Knaus docet), la dimenticanza di una pillola, un tardivo regresso, una incontrollata fregola, e così via …  Per cui, i terzogeniti sono, solitamente, frutti del caso. 

Ebbi modo di  conoscere ben tre cugini terzogeniti, nati tutti nello stesso periodo – ritengo proprio per caso – alla fine dell’ultimo conflitto mondiale. La guerra, in generale, già aveva impresso un diffuso senso di paura, condizionando i rapporti umani e di coppia, in particolare poi, lo sfollamento, a seguito dei bombardamenti, aveva costretto intere famiglie a condividere spazi ristretti, rinunciando a riservatezza e intimità, pur coltivando e facendo accumulare una sempre maggiore esigenza di libertà, di riscatto, di affrancazione da una oppressione difficilmente contenibile. Per cui, caduto il presupposto della paura e riconquistato un sufficiente spazio di riservatezza, quale riprova della riconquistata normalità e, anche, per compensare i periodi di forzate astinenze, viene dato sfogo a forme di intimità più libere e sfrenate. 

 Ed è, anche, in questo contesto che nascono tanti terzogeniti. Amati, vezzeggiati, lusingati ma, pur sempre, terzogeniti!!! 

 Salvo famiglie benestanti, nelle famiglie di media borghesia, nella vita quotidiana, vige una gradualità delle priorità: in primis il padre – che provvede alle risorse economiche; quindi la madre – che “vede e provvede” in base alle risorse disponibili; poi viene il primogenito – l’erede per eccellenza (voluto), infatti “eredita” i vestiti dismessi dal padre o dalla madre, secondo se è maschio o femmina ma, quando si fa più grande, può aspirare a qualche abito tutto suo; appresso il secondogenito (voluto) – segue più o meno lo schema del primogenito, specialmente se c’è stata l’alternanza maschio-femmina, altrimenti, dovrà subire un pochino. 

Il “dramma” sopraggiunge per l’eventuale terzogenito (il nato per caso) che, sicuramente, dovrà subire la legge del più forte sotto ogni aspetto, dovrà, comunque, lasciare spazio, oltre che ai genitori, ai fratelli maggiori; dovrà lottare per conquistare una sua “estensione”, per non essere il piccolo che deve dare sempre le precedenze ai grandi … insomma: è uno sfigato!!!

 Tutto questo, salvo la circostanza che la “nascita per caso” avvenga con notevole scarto di anni rispetto ai fratelli o sorelle maggiori. È allora che c’è il completo ribaltamento della situazione: è lui che sta al centro di tutto il mondo familiare, lui è il piccolino, il bebè, il cucciolo, la mascotte, … l’ago della bilancia; è lui che detta legge, che deve essere sempre vezzeggiato, riverito, coccolato, a cui tutti sono soggetti con viva riverenza. 

 In questo caso – caro terzogenito – sei, nondimeno, sfigato perché, comunque, non avrai un tuo spazio autonomo, non sarai padrone di te stesso, non potrai fare un passo che tutti non ti stiano intorno e si interessino a te … certo per amore … ma che rottura …!!! 

                      Comunque, questi sono casi molto rari …

LUIGI DE PAOLIS

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2022.11.25_Gigi