MI RACCONTO – (10) 1947 Il quartiere Pozzolano
di MARIO BENNI ♦
Il quartiere Pozzolano coincide con Via del Pozzolano, di cui si è già parlato
Partendo da Via Guido Baccelli ( Via Aurelia) sulla destra si trovano:
Il deposito militare, Scappini ed i suoi cavalli, la stalla delle mucche, l’edificio a due piani per quattordici appartamenti al numero 13 dove io sono nato, a distanza di circa venti metri l’ edificio di tre piani di mio zio Luigi, per nove appartamenti e poi alcune case sparse lungo la via fino a via degli Agricoltori .In tutto saranno meno di ottocento metri.
Sul lato sinistro c’è un muro continuo che delimita il deposito di legnami di Micheletto, il cui cancello d’ingresso è proprio di fronte allo spazio lasciato tra i due edifici. Continua poi con alcune case rurali sparse
Ci saranno in tutto duecentocinquanta-trecento persone ,e già fanno quartiere
Il quartiere della Mammanona, con il quale confina sono molto meno persone, ma sono più cattivi.
Lo spazio tra il cancello di Micheletto, la strada e lo spazio tra i due edifici saranno venticinque –trenta metri ,, ideale per giocare a pallone. Il cancello è una porta ,l’altra con i sassi.
Micheletto, si direbbe oggi, svolge attività di ippotrasporto.
Aveva quattro-cinque cavalli con relativi carretti per trasportare tavolame dal porto al deposito e sistemarlo in tante cataste.
Aveva anche due cani pastore bianchi, che quando abbaiano fanno tremare i vetri.
Micheletto veste di scuro, anche il cappello e la barba sono neri, ed ha un fiocco al collo ,come quello di scuola, ma nero
-Papà perché Micheletto veste sempre nero ed ha un fiocco nero al collo?
-Perché Micheletto è anarchico!!
-????
-Mariù gli anarchici sono persone che vogliono la libertà: niente re, governo, poliziotti papa e niente preti.
Siamo in partita, perdiamo 6 a 3, arriva Micheletto con il carrozzino.
-Sor Michelè ci fate vedere la stalla dei cavalli e voi tenete boni i cani??
-Dai salite, che i cani so boni. Abbaiano, abbaiano e nun fanno niente!
Se lo dice lui!!
La stalla è grande, pulita, odore di fieno.
Sopra la mangiatoia i nomi dei cavalli.
Furmine, Cricchio, Grillo, Fortunata e per ultima, separata, Alida
-Ho dato sto nome perché mi ricorda na persona, dice Micheletto sospirando.
Sopra la porta c’è una mensola con un lumino acceso, dei fiori e la statuina di Sant’Antonio.
Anche nella stalla dei miei nonni c’era la statuina di Sant’Antonio, ma loro andavano a messa e la sera recitavano il rosario.
-Vedete regazzì, li preti, er papa so tutti magnauffo, li Santi no, so pericolosi se nun li rispetti, ma te possono aiutà.
Furmine s’è fatto una piaga al petto per tirà il carretto. Ho messo l’intruglio che m’ha dato n’amico.
Niente, peggiorava.
Mi moje che va in chiesa m’ha portato a casa Frate Indovino.
La notte che me sogno?? Frate Indovino che mi ordina:
“Michelè porta Furmine a mare e, lavalo!!!”
Lavato con l’acqua de mare Furmine na saetta, più forte de prima.
“Un Miracolo di Sant’Antonio!! Gli ho messo er moccolo grande e nel vasetto le margherite del campo, che durano di più.