UN APPELLO AGLI AMICI DEL BLOG: EUROPA O NON EUROPA? – L’immane potenza del negativo.
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
La storia dell’Europa a partire da Atene è stato il risultato di una continua mediazione. Il negativo, ovvero guerra, genocidi, colonizzazioni, si è posto come potenza che ha permesso un continuo scambio fra tensione e conciliazione. Tutto è stato continuo movimento, divenire caotico del limes, opposizione dei contrari, tensione tra libertà e dominanza. La mediazione è il risultato di tutto questo.
L’Europa dei massacri, delle guerre di religione, l’Europa di Auschwitz è stata anche l’Europa di Parmenide, Platone, Aristotele, Sofocle, Eschilo, Dante, Shakespeare, Goethe, Mozart, Francesco, Michelangelo, Kant, Einstein.
E’ quello spazio entro il quale l’Uno si fa Molteplice (nel senso plotiniano o in quello cristiano).
Al contrario della Non-Europa dove la mediazione non ha avuto possibilità di esercitare la sua energia. Al contrario dell’Oriente dove l’Uno rimane ieratico, immobile, isolato, dove l’Uno non si fa Molteplice.
L’Europa è spazio aperto, è mare , è libertà ( Figure dell’Apocalisse, Biagio De Giovanni).
Il Novecento ha visto il Negativo trasformarsi in una “volontà di potenza” dando vita a due drammatiche guerre. Ma il Novecento ha pur visto l’effetto positivo dello stesso Negativo trasformarsi in una unificazione fra stati costituzionalizzati. L’orrore capovolgersi in progetto culturale.
Il tramonto dell’Occidente
Pensavamo che l’opera di Splengler fosse un saggio da archiviare a seguito di una unificazione politica ed economica.
Eppure non è stato così. Due le cause che si possono esibire tra le tante..
Un diffuso senso di “autodistruzione” innanzitutto. Di fronte al tribunale della storia l’Europa sembra essere solo oggetto di colpa collettiva per la diffusa colonizzazione planetaria. Un accusa, questa, che parte all’interno europeo lasciando nell’oblio l’imperialismo degli altri. Cupio dissolvi senza tregua. Tutto il male è occidentale. Smarrimento dell’autostima. Coscienza infelice . Esaurimento dell’energia storica.
E, poi un secondo elemento di natura globale: il nuovo linguaggio della Tecnica che tutto tende ad unificare. Più precisamente , siamo di fronte al non-linguaggio della globalizzazione che ha una spaventosa forza di omologare senza alcuna possibilità di mediazione. L’immane potenza del negativo, cioè la possibilità di procedere per mediazioni, forza delle società aperte europee, viene sostituita dalla immane potenza del non-linguaggio della Tecnica.
E’ evidente che questo fattore devitalizzando il punto di forza delle società europee favorisce le società chiuse che ignorano ogni mediazione.
Il voto italiano di settembre.
L’Europa è in questi mesi ad un bivio. La Russia può anche avere sogni di espansione economica ma il vero obiettivo non è il pericolo NATO. Il vero punto che muove Putin e tutti gli altri suoi connazionali (non sono pochi!) è l’odio contro il modello europeo della mediazione, della società aperta, della dialettica continua, della libertà, dei diritti. La Tradizione si difende solo e soltanto con la società chiusa!
Se dal livello stellare scendiamo in terra possiamo chiederci: che significa il voto italiano di settembre?
La risposta non può che essere una : Europa o non-Europa.
Molti i politici europeisti che hanno dichiarato che per battere la destra non basta dichiarare che l’elezione è assimilabile ad una sfida “referendaria”(Europa o non –Europa). Ciò è tatticamente vero. Necessita, difatti, presentare programmi per convincere il popolo disincantato ed afflitto..
Ma, dal punto di vista strategico non v’è dubbio alcuno che il voto italiano di settembre sia avvertito come un passo, non di poco conto, verso il dilemma SI-NO Europa!
Dal punto di vista strategico, cioè, dovremmo comprendere che c’è in gioco un punto di svolta. Non sarà immediato ma, certamente non è di difficile previsione.
L’Europa non sono gli USA. Ma certamente l’Europa ha una sua realtà quale terra dei diritti (conquistati con drammatiche mediazioni) che non potrà mai essere assimilata alla volontà di potenza delle “società chiuse”.
Ancora una volta spetta alla dialettica della mediazione evitare il punto di svolta. E’ cioè possibile unire in funzione di un fronte repubblicano, liberale, democratico avverso al modello che vede Putin ed Orban quali punti di riferimento?
L’Europa è la sua filosofia. E la filosofia dell’Europa è l’immane potenza del negativo. L’immane potenza del negativo è la possibilità della mediazione. La mediazione è la scaturigine dei diritti!
Immersi nel clima balneare gli elettori comprenderanno la posta in gioco?
A favore della comprensione gioca il dramma dell’inflazione, del clima folle, del Covid, del PNRR in bilico.
A sfavore della comprensione gioca il fatto che i punti sopra elencati sono di “natura razionale” , purtroppo!
In breve : Europa SI! Società chiuse NO!
Carlo Alberto, rispondo al tuo appello ed al tuo articolo di critica, profondo, sagace ed aperto, ma con mie pochissime righe.
In Europa, con le catastrofi ambientali e la crisi climatica, sta rinascendo , per opposto, l’ amore per il mondo, anche per me, le cose materiali sono di nuovo amabili. Riscoprire in età adulta parole, come psiche ed eros, che sono all’origine del pensiero occidentale ( europeo), mi da nuova fiducia. E’ il senso di responsabilità di appartenere alla civiltà europea, civiltà composita e sfaccettata, innovatrice, che solo ad un certo punto ( tardi) fu chiamata europea.
Credo che la forza sia nel non dimenticare il nostro momento ” aurorale”, non perdere le radici.
E voglio vedere l’ Italia con i suoi territori dell’ immaginazione culturale, con le sue espressioni dell’ anima, della libertà, delle sue canzoni, del cattolicesimo, dell’anarchia e dell’ irresponsabilità, come suo lato oscuro.
L’ Italia è il luogo dove si articola la cultura occidentale e che appartiene a ciascun uomo e a ciascuna donna dell’ Europa.
Sarebbe , tuttavia, necessario che noi fossimo più attori e meno platea, di fronte a questo ” teatrino della politica” che ci asfissia da giorni.
Ma parlavo di ” responsabilità”. Weber, la politica come professione, è stato l’ ultimo grande teorico dell’ etica della responsabilità. Allora riconosciamo che le mie , le nostre parole non siano vane: l’ apocalisse di Marx non si è avverata ( rimane la grande potenza del negativo), sono finiti i decenni di ottimismo del secondo dopoguerra e permane il RISCHIO che nel XXI secolo il capitalismo produca automaticamente disuguaglianze insostenibili. In Europa esistono democrazie ed interessi generali , che riprendano il controllo del capitalismo e degli interessi privati?
Io credo di si. Ma c’è un nuovo spettro che si aggira per l’ Europa: il miraggio della Destra destrissima, che incita a misure nazionalistiche.
Gli insegnanti, nel bene e nel male, hanno mirato a dare conoscenze e condivisione del sapere, perchè la storia e la realtà insegnano che conoscenze e sapere sono Beni Pubblici per eccellenza, più che i meccanismi di mercato , che piacciono ai furbi ed ai tecnocrati spinti.
Infine, personalmente, sento necessità di ” socialismo”. Un saluto. Paola
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Come non essere d’accordo con Paola, ma la mia considerazione è che anche in quella che si definisce sinistra di sinistra è rimasto poco ; che peccato e non vado avanti che a fraintendere fanno tutti presto
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