QUANDO TUA FIGLIA TI CHIEDERA’ SE E’ BELLA
di VALENTINA DI GENNARO ♦
Filosofa, autrice, fondatrice di Tlon, Maura Gancitano è la creatrice di un progetto multimediale, che comprende la libreria-teatro, la casa editrice, i podcast, i libri, i festival, i corsi di formazione e tanto altro. Soprattutto un nuovo modo di usare i social e di fuggire dalla semplicità a favore della sempre più difficile complessità e dell’approfondimento.
Il suo ultimo libro è un saggio dal titolo iconico ed evocativo, Specchio delle mie brame (Einaudi Stile Libero).
Il titolo si rifà al ritornello di derivazione fiabesca che abbiamo imparato fin dall’infanzia e che ha risuonato nelle nostre menti, chiamando in gioco il tema di cui si fa portavoce: la bellezza.
La bellezza delle donne e di come ne abbia e né ha costantemente influenzato il modo di pensarsi, di pensare sé stesse e il loro corpo.
Questo corpo che non è mai abbastanza, o forse è troppo qualcosa.
La riflessione e l’analisi di Maura Gancitano sulla bellezza, parte da quello che rappresenta per noi, oggi, questa parola: non solo una questione puramente estetica, ma una tecnica politica di esercizio del potere.
Anzi, la bellezza come questione puramente estetica, di filosofia estetica, come inafferrabile dalla stessa storia della filosofia è la bellezza che invece dovrebbe essere perseguita. Perché la bellezza delle donna alla quale siamo abituate, in altre parole, è una gabbia dorata.
L’idea che la bellezza sia qualcosa di oggettivo e naturale è una superstizione moderna. Infatti non è mai esistita un’epoca in cui non convivessero estetiche e sensibilità diverse.
Il culto della bellezza è diventato una prigione solo di recente: quando le coercizioni materiali verso le donne hanno iniziato ad allentarsi, il canone estetico nei confronti del loro aspetto è diventato rigido e asfissiante, spingendole alla ricerca di una perfezione irraggiungibile.
Perché, infatti ora, non basta non ricorrere alla chirurgia estetica, si deve anche saper invecchiare bene, i capelli grigi, devono essere brillanti e acconciati, la pelle con le rughe affascinanti e, appunto, proprie di chi invecchia bene.
Anche nelle nuove pubblicità in cui si propongono modelli ed ideali di corpo diversi, difformi e divergenti. In realtà la bellezza e i corpi delle donne sono sempre al centro.
E poi, non dobbiamo mai dimenticare, che ci stanno pur sempre vendendo qualcosa.
Qui sta il punto: l’idea di bellezza ha subito con la società borghese uno spostamento di significato, da enigma a modello standardizzato che colonizza il tempo e i pensieri delle donne, facendole spesso sentire inadeguate. Il risultato è che viviamo in un tempo in cui le persone potrebbero essere finalmente libere, ma in cui, al contrario, ha valore e dignità solo ciò che risponde a determinati parametri.
Ripensare la bellezza al di là dell’indottrinamento e del consumo significa coglierla come percorso di fioritura personale, lontano da qualunque tipo di condizionamento esterno.
Questo libro è, anche, per le bambine, e quindi anche per mia figlia Sofia, che dovrà sempre sapere che il suo lavoro, non sarà mai essere bella, se non vorrà che lo sia.
Quando entrare in una stanza e il suo copro sarà guardato, pesato, giudicato, quanto tutto questo ricadrà anche sul mio comportamento, su ciò che ho saputo o non ho saputo insegnarle.
Se oltre all’amore per la lettura e alla partecipazione attiva e democratica alla vita pubblica, avrei dovuto insegnarle di più, riguardo la femminilità.
E poi, in un capitolo solo, cita Natalia Ginzburg, i pozzi delle donne:
“ le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne. Le donne spesso si vergognano d’avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante; ma a me non è mai successo d’incontrare una donna senza scoprire dopo un poco in lei qualcosa di dolente e di pietoso che non c’è negli uomini”
E Rossana Rossanda e il corpo che ci abita. Già questo sarebbe bastato per renderò la mia più bella lettura di quest’anno.
«Quando tua figlia | ti chiederà se è bella| il tuo cuore si infrangerà come un calice | sul pavimento di legno | una parte di te vorrà dire | certo che lo sei, non dubitarne mai | e l’altra parte| la parte che ti sta | dilaniando | ti chiederà di afferrarla per le spalle | di guardarla nei pozzi | che sono i suoi occhi finché non rispecchieranno i tuoi | e di dire / non devi esserlo se non lo vuoi | non è il tuo lavoro»
La bellezza è ancora un lavoro, e i pozzi di cui parla Sichl mi hanno fatto tornare in mente ciò che scrisse Natalia Ginzburg
sulla rivista «Mercurio» nel 1948.
“Questo libro è per chi ha pratica di pozzi, per chi sa che i pozzi possono essere la sua forza, e può trovare il coraggio per raccontarli senza più paura e senza più vergogna.”
VALENTINA DI GENNARO
Non potevamo attendere descrizione più esaustiva su questa rinomata, ancor di più nella modernità, macchina della bellezza. Ad oggi stereotipizzata è largamente condivisa anche in vecchiaia, come facevi notare. Noi mamme , forse , abbiamo questo timore un po’ condiviso di riuscire a far interiorizzare correttamente i messaggi che trasmette la società ai nostri figli ma oggi siamo provviste di così tante ” competenze” che, anche questa volta , ne usciremo vittoriose. Grazie Valentina per aver condiviso , ancora una volta, i tuoi brillanti pensieri.
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Hai il potere di trasformare i pensieri di molti in parole chiare ed esaustive.
La bellezza per i greci era « harmonía » ciò che è ben congiunto e il bello « kalokagathía » ciò che è bello e buono e quindi moralmente bello…cosa è successo durante questi secoli? Come siamo arrivati ad essere imprigionati, come dici tu, in questa gabbia di stereotipi e pregiudizi? La sensazione è che quando tutto deve o appare così « bello » nulla lo è più veramente.
Grazie per questa tua riflessione, farò leggere questo libro anche a mia figlia.
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Brava. Grazie per questa tua riflessione.
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Bellezza esteriore per soddisfare chi ti guarda? No . Bellezza esteriore per sé stessi senza ricorrere, nel tempo alla chirurgia . Bellezza che ripercorre tutti gli stati evolutivi del tuo pensiero ma soprattutto della tua anima. Questa bellezza diventa bellezza esteriore, del fisico. Difficile ma non impossibile
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