“AGORÀ SPORTIVA” A CURA DI STEFANO CERVARELLI – SPORT E SENTIMENTI  (Quarta parte) – La scelta

di STEFANO CERVARELLI

E gli allenamenti iniziarono. Per quasi tutto l’inverno furono svolte sedute di atletica e di tecnica e ci scappò il tempo anche per qualche uscita al Comunale.

Vennero definiti i ruoli e Maria finì, come voleva,  a fare  la … portiera, come la chiamarono scherzosamente a casa.

Paola, per le sue capacità di tiro e grazie anche al suo fisico prestante, fu scelta nel ruolo di centravanti.

Arrivò la primavera e con il tempo buono aumentarono le sedute di allenamento al Comunale.

Mancava poco alla Pasqua quando Paola ed Ivano si incontrarono una sera per affrontare definitivamente l’argomento.

La ragazza un giorno aveva già voluto parlarne con Vespa, vedendo in lui quella figura paterna che a lei era mancata.

“Professore, io voglio continuare, mi piace, sono riuscita a organizzarmi con il lavoro, faccio sacrifici, mia madre non ha niente da ridire, mio fratello mi prende in giro, ma in fondo è contento perché vede che io sono contenta; perché solo Ivano mi crea problemi? Proprio l’ultima persona dalla quale me lo sarei aspettato!”.

“Cara Paola, l’uomo è così,  pronto ad applaudire, ad ammirare, ad elogiare le iniziative degli altri ma, quando poi è chiamato in prima persona a compierle, ha paura, non vuole fatti che vengano a sconvolgergli la vita, cade vittima  di preconcetti ma, quel che è peggio, del giudizio degli altri;  è preda di remore ed egoismi che solo l’apparenza e il perbenismo coprono. Insomma quando si trova di fronte alle scelte l’uomo non può evitare di rivelarsi così com’è”.

“Vuole dire che Ivano è geloso, che non si fida di me?”

“Non è che non si fida di te, non si fida delle situazioni. Pensa che finirai per trascurarlo, che avrai sempre meno tempo per stare con lui, che potresti condurre una vita più aperta rispetto ad ora, dove puoi fare nuove conoscenze, magari fare paragoni con lui…”.

“Ma tutto questo non avverrà, io voglio bene ad Ivano così com’è,  non voglio di più” – disse Paola quasi affranta.

“Cara ragazza, questo devi dirlo a lui. E poi sappi che  un po’ di gelosia verso la persona amata chi è che non la prova? Questo dovrebbe anche farti contenta, in un certo senso; ma la gelosia in un amore vero deve rimanere nel suo giusto ambito, non si può sempre essere sospettosi ed immaginare chissà cosa in tutto quello che fa l’altro, questo non è più amore, perché si scontra con la fiducia”.

“Mi scusi professore”- disse Paola a testa bassa –  “se le ho fatto perdere tempo con queste chiacchiere, però una cosa ancora vorrei chiederle”.

“Dimmi, Paola”-la ragazza stette qualche attimo in silenzio poi:

“ Se fossi sua figlia che mi direbbe?”

“Che potresti essere un ottimo centravanti. Di questo sì che il tuo calciatore dovrebbe essere geloso”. Rispose Vespa contento nel veder tornare un filo di sorriso sulla bocca della ragazza.

I due giovani si incontrarono, come era loro abitudine,  davanti all’edicola di Giovanni che proprio quel giorno aveva esposto una locandina con su scritto: PRESTO LA SQUADRA DI CALCIO DEL PROFESSOR VESPA IN CAMPO.

Il giornalaio salutò Ivano e stava per chiedergli qualcosa sull’argomento quando dovette rientrare per servire un cliente. In quel mentre arrivò Paola dall’ufficio lì vicino e i due si diressero verso il lungomare.

“Hai visto la locandina?” domandò Paola.

“Sì”.

“Il prof. dice che siamo pronte per sostenere la prima partita, naturalmente sarà un’amichevole”.

“Hai detto “siamo” allora vuol dire che hai deciso, ci sarai anche tu…”.

“Ivano, ma cosa c’è di male?”

“Ne abbiamo parlato mille volte, ti ho spiegato mille volte quello che penso e tu mi chiedi ancora cosa c’è di male”.

“Sì – rispose Paola  –  e perché ancora non l’ho capito, sarò stupida, ma ancora non l’ho capito”.

Ivano si volse versò Paola, sorpreso dal tono alto e deciso usato dalla ragazza, la quale continuò: “Hai paura che non abbia tempo per te? Che ti trascuri? Oppure che diventi più brava di te?” – disse ridendo –  “oppure ancora”- questa volta  usando un tono sarcastico ”sei geloso ed hai paura  che faccia gli occhi dolci all’allenatore della squadra avversaria,  mentre tu stai in tribuna?”

Ivano la guardò come se fosse la prima volta, sorpreso da quel modo di parlare.       

“Scusami” – disse Paola tornando a un tono di voce normale – “ma è che non so più cosa  pensare!”

“Non devi pensare niente Paola, se non quello che già ti ho detto”.

Ivano usò un tono dolce, colpito dallo stato quasi di angoscia della ragazza: “Sono fatto così. Non vedo adatto lo sport per le ragazze e per te in particolare. Ma perché devi sacrificarti così? Hai già il tuo lavoro che ti impegna abbastanza, io sono fuori e quelle poche volte che vengo a Civitavecchia magari non possiamo stare insieme perché tu hai gli allenamenti”.

“Ecco vedi, risiamo alle solite: io devo essere sempre disponibile e pronta per te. Tu quando puoi!

Ma perché non capisci che anch’io ho voglia di divertirmi, che ho delle aspirazioni!”

“Sai che aspirazione! Cosa vuoi che ti dia una squadra di calcio femminile a Civitavecchia?”

“Io però non ho fatto storie quando mi hai detto che andavi a giocare fuori…”.

“Ma potrebbe trattarsi del mio avvenire, del mio futuro”.

“Vedi, non hai mai detto il “nostro” futuro. Cosa dovrei pensare io? Che ne sono esclusa?”

“Ma cosa stai dicendo?”

“Insomma Ivano, se mi ami, come dici, devi rispettare le mie idee, le mie scelte, perché il tuo altrimenti è solamente un bene a parole”.

Paola aveva parlato tutto di un fiato, trovando il coraggio nel più profondo di sé,  ben conscia di quello che le sue parole avrebbero potuto provocare, ma era ora: non poteva più rinviare.

“Se pensi che non ti voglia bene…”

“Me lo devi dimostrare Ivano, non mi accontento più delle parole”.

“Credevo di avertelo dimostrato”.

“Quando non ti costava niente. Adesso che ho bisogno della tua fiducia, del tuo apprezzamento, del tuo incoraggiamento, non ti sento vicino. Tu conosci la mia vita, sai che io non ho avuto possibilità di coltivare una mia passione, bene adesso ho questa opportunità, non voglio rinunciarci, non faccio niente di male, voglio solo fare sport,  essere una donna che fa sport: mi aiuterai Ivano?”

“Mi dispiace Paola, credo di non essere pronto per questo”. 

STEFANO CERVARELLI

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