LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Sembrava impossibile!
Aveva attraversato la Piazza Rossa con passo veloce. Molti lo avevano avvicinato baciandogli le mani, accarezzandolo, ponendogli domande. Le vecchie speranze sembravano riemergere, come d’incanto.
Tutti erano sbalorditi: era forse uscito dal Mausoleo? Come il Cristo era anche lui risorto? Il suo vigore era evidente quando cominciò ad arringare, come un tempo, la folla che presto lo aveva circondato. Prorompono grida e singhiozzi “E’ lui, proprio lui , il Risorto”.
Il grande Patriarca di Mosca Kirill recepita la notizia aveva spedito in gran fretta numerosi agenti per catturarlo e lo spettacolo miracoloso era così terminato. Tutto era stato posto a tacere come evento mai accaduto, mai esistito. La gente testimone doveva negare, assolutamente negare.
Due giorni dopo la porta del carcere veniva aperta e Kirill faceva visita al Risorto.
“Sei tu? Sei proprio tu?
Non rispondere, taci!
E, poi cosa potresti dirmi che io già non sappia. Perché sei venuto a disturbarci?
Pensavi veramente che il tuo sistema potesse aver successo? Come potevi agire senza la Madre Chiesa? Come potevi sperare di annientare il fervore religioso del popolo russo?
Ascoltami bene: hai idea di quante cupole sia costellata ora questa nostra città? Siamo ambedue d’accordo che il popolo desidera che il fardello della libertà sia ad esso sgravato e posto sulle spalle del potere centrale. Ma questo potere deve avere due anime, non una: la spada e la croce.
Il tuo bolscevismo è stata una lunga parentesi. Luci ed ombre. Molte più ombre che luci. Ma ora l’antico corso da te interrotto riprende. La Grande Russia ha riacquisito il suo vetusto cuore pulsante. Guardati attorno. Ovunque nel mondo c’è decadenza, blasfemia, potere di sodomiti, diritti di femmine che disdegnano la loro posizione che la Natura e Dio ha stabilito, degenerazione diffusa, commistione di razze, globalizzazioni assurde, democrazie caotiche, disordine.
Ecco la nostra missione! Una pretesa egemonica sull’EurAsia che spazzando via sistemi corrotti dal veleno democratico ,illuminista e borghese ripristini l’ordine: Dio, Nazione e Famiglia!!
Ascoltami bene, la tua ricomparsa è vana. Nella II Lettera ai Tessalonicesi l’Apostolo avverte le genti che l’Anticristo sconvolgerà il mondo annientandolo solo quando il “potere che trattiene” ( Tò kathéchon) verrà meno. Ebbene noi siamo ora quel potere che trattiene l’Anticristo. Noi siamo la diga contro il demone occidentale, contro l’Anticristo incarnato nelle democrazie, nelle multinazionali americane, nel consumismo.
Ma per far questo noi abbiamo il dovere di penetrare nel cuore pulsante dell’Europa. Disarticolarla. Sganciarla dagli USA, sfaldare la NATO, infiltrare agenti provocatori, fondare fondazioni per convincere gli animi, irrorare denaro, sostenere i movimenti anti-Europa, confortare i fervidi populismi, agire sugli indignati contro la civiltà americana, agire sugli inconsapevoli nostri diletti alleati.
Ma è il Papa attuale che deve essere il bersaglio pari a quello del demone americano. Un gesuita rinunciatario, eterodosso, troppo pencolante verso la degenerazione borghese.
Tu sai meglio di me cosa ti attende. Tu deve ritornare ad essere ciò che eri. Immobile simulacro per dare un po’ di calore alla nostalgia, niente più. Debbo farlo, credimi, in nome della Madre Russia.
Ancora una volta Ekaterinburg si porrà come lo spazio della svolta.
Il vecchio Kirill voltò le spalle al Risorto. La cella si richiuse. Il pericolo era scampato. Tutto doveva andare come stabilito dai piani della Quarta Teoria Politica.
. . .
“Dedicato” al filosofo Alexander Dugin esponente sommo dell’Eurasiatismo.
Conosco abbastanza gli autori nuovi ed antichi frequentati da Dugin. Ma frequentare tali letture non fa certo di me un discepolo del Nostro.
Kirill, Putin,Dugin una ghirlanda armoniosa che richiama aneliti trinitari.
Da Kirill procede Putin, da Putin procede Kirill, su entrambi spira Dugin. Tre le persone ma unica la sostanza (mi perdoni Iddio di tali accostamenti impudichi).
CARLO ALBERTO FALZETTI
Riflessione quanto mai puntuale. Da dedicare al patriarca che in nome di Cristo benedice i massacri in nome di una causa superiore: evitare che la diffusione del Gay Pride profani i santi territori dell’Ortodossia. Francesco è per un cristianesimo capace di comprendere la modernità. Kirill per un cristianesimo che la combatta.
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Il “Katechon” nella dottrina dell’ordine politico di Karl Schmitt è ciò o colui che trattiene il male nella storia nel suo dilagare il freno al mistero dell’iniquita’. Nella lettera paolina ai Tessalonicesi si allude ad un misterioso”Katechon” che impedisce alle forze dell’Avversario di trionfare.
In Schmitt la “forza che trattiene” è l’Impero, come metafora dell’ordine, la cui fonte è Dio, in cui è possibile vedere l’ antidoto alla dissoluzione politica e morale della modernità.
Nella”scena”dostoevskiana chi se ne va è proprio l’Inquisitore :la scena è libera per l’apostasia, rimane il bacio che l’Inquisitore subisce.
Ora noi assistiamo e ci troviamo nel meridiano estremo della storia delle forme catecontiche, con l’estrema finitezza del Politico e con la volontà dell’auctoritas spirituale di “contenere” (Bergoglio o Kirill) il sottosuolo anarchico degli istinti e dei bisogni.
Tanto che io marcero’ per la Pace ad Assisi.
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to katekhon: il potere che frena, che arresta o ritarda l’avvento dell’Anticristo, ma che è necessario che alla fine soccomba per consentire il necessario rivelarsi “dell’Uomo del peccato e figlio della perdizione” (San Paolo), a sua volta premessa per l’avverarsi del regno di Dio. Secondo Cacciari (“Il potere che frena”) katechon si traduce per l’inquisitore in potere coercitivo, “aperto a nulla” e quindi inconsapevolmente è figura dell’escaton, che non ritarda o trattiene, ma è impotente nella ossessione di garantire sopravvivenza, sicurezza e pace. Sicurezza, sopravvivenza e pace: l’altra trinità sinistramente evocata dal nostro “piccolo ‘Inquisitore moderno.
Grazie Carlo per aver attualizzato in modo originale e profondo teologia, filosofia e grandi capolavori della letteratura russa.
Enrico
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Anch’io, Enrico, seguo la lettura di Cacciari e condivido le tue parole. Mi soffermo sull’auctoritas spirituale, che “contiene”, mai avrei pensato che un potere politico, nell’età della catastrofe, con la sua idea fondante di fraternita’ non avesse il freno di contenere la guerra.
Mai avrei pensato di chiedere aiuto alla nostra Auctoritas spirirituale, Bergoglio.
Ma il bacio dato all’Inquisitore rappresenta il miracolo terreno che la Pace “deve” essere possibile.
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