CORSI E RICORSI. CI VUOL FIATO, MA FA BENE…
di FRANCESCO CORRENTI ♦
Con il titolo di «Un uomo di sport», sabato 19 febbraio scorso è uscito un articolo su “D LUI”, il mensile supplemento de “la Repubblica”, dedicato agli 80 anni di Dino Zoff, nato nel 1942, il 28 febbraio, lo stesso giorno in cui mio nipote Federico, di anni, ne ha compiuti 11, mentre io i miei 80 l’ho finiti tre anni fa, sempre a febbraio ma il 2. Sotto altro segno zodiacale.
Dino Zoff, il nostro portiere… che detto così sembra, certo, un lavoro di molto impegno, che richiede una grande attenzione e prontezza di riflessi ma sostanzialmente sedentario e, invece, visto che la porta è quella della nostra Nazionale, esige doti di agilità e rapidità atletica, affinché quel varco, quello specchio nella cornice dei tre pali resti assolutamente inviolato.
Marco Mensurati, l’autore dell’articolo, va a trovare il campione nell’appartamento romano del Fleming e inizia con alcune domande sul compleanno, per poi chiedere:
«Quest’anno oltre ai suoi 80 anni ricorrono anche i 40 dalla vittoria dei Mondiali del 1982».
Questa la risposta:
«Madonna, è passata una vita. Ho dei ricordi bellissimi, ma è come se fosse ieri. Me ne accorgo quando cammino per strada. Mi fermano e mi chiedono dettagli di quell’impresa…»
Seguono altre domande e risposte sulla “vita da protagonista” di Zoff e sui ricordi che gli tornano in mente, la parata all’ultimo minuto di Italia-Brasile, lo scopone con Pertini e Bearzot e Causio, un dialogo surreale nella tenda di Gheddafi, una conversazione con papa Wojtyla che “era stato portiere anche lui” (ma questo non c’entrava con la Porta Santa), fino alla costatazione dei cambiamenti della società, ormai incomprensibili. Dal che la domanda: «In che senso?»
«Ho visto cambiare moltissime cose in vita mia. Anche il calcio. Ma tutto ha sempre avuto un filo logico, un qualcosa di comprensibile che legava una fase a quella precedente. Questo periodo invece mi trova spaesato, il mondo galoppa e si fa fatica a stargli dietro e in tutta questa velocità alla fine sembra smarrirsi quella concretezza, quelle cose che ho sempre ritenuto fondamentali. La mia generazione era abituata ai numeri, ai fatti concreti. Prima di arrivare a esprimere pubblicamente un’opinione dovevi esserti guadagnato il diritto di farlo. Oggi tutti sanno tutto. Un mare di nozioni arrivano da tutte le parti, e dare il giusto valore a ciascuna diventa un problema. E in questo smarrimento non riesco a non pensare ai giovani».
«Come sono cambiati i giovani?»
«Noi uscivamo di casa e giocavamo fino a che non faceva buio c’era un senso di libertà che oggi è impensabile. Loro per fare sport devono essere portati e hanno un’ora. E pagano. E quando si paga cambia tutto. Così come sono cambiati anche i genitori, che li coprono quando sbagliano, li difendono. Un comportamento autodifensivo: lo fanno solo per coprire e difendere i propri limiti di genitore. I propri errori. Poi vedi cose a 12 13 anni che non riesci a spiegarti. Sì, sono cambiati i ragazzi e con loro inevitabilmente è cambiato lo sport. Ed è forse questa la cosa che mi addolora di più. Perché io sono un uomo di sport. Penso che sia una forma altissima di politica. Plasma l’uomo, lo educa, gli insegna ad avere rispetto per se stesso, per gli avversari e per l’arbitro. E per l’insieme che questi tre soggetti creano. Gli insegna a muoversi dentro le regole e che la furbizia, la sceneggiata, è da persone piccole».
«Guardandosi alle spalle ha qualche rimpianto?»
«Zero. Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto. Al millimetro. Ho rispettato tutti, sono stato rispettato da tutti, ho conosciuto gente incredibile, mi sono divertito. Ho vinto e ho perso, ma questo alla fine è un particolare soprattutto sono tranquillo perché so che in ogni caso ho fatto il massimo che potevo». ■
Come tanti, sono grato a Dino Zoff per le emozioni e le soddisfazioni che mi ha dato, insieme ai suoi compagni, con la nostra Nazionale, l’unica squadra di cui seguo le partite e posso dirmi tifoso, oltre alla fedeltà sentimentale al Grande Torino, rimasta immutata dai tempi dell’infanzia per affetto verso mia mamma. Le parole di Dino Zoff, pur nella distanza infinita tra noi, le nostre esperienze, gli ambienti del tutto diversi, sono pur sempre parole che esprimono pensieri comuni per l’affinità delle idee dovuta alla vicinanza dell’età. Per cui sento di dover condividere le riflessioni e le conclusioni che sono le stesse, pur se completamente differenti sono stati le attività e i risultati. Perché, in sostanza, entrambi – come avviene da sempre, nella nostra natura di esseri umani, abbiamo visto cambiare il mondo intorno a noi e ci sembra che in quello che era il “nostro mondo” tutto aveva un filo logico, un qualcosa di comprensibile che legava una fase a quella precedente, mentre oggi non ci sembra più la stessa cosa.
Così, per quanto mi riguarda, ritorno col pensiero agli anni più vivaci, più soddisfacenti, della mia vita professionale, certo non privi di problemi e pure di amarezze, ma comunque positivi nella prospettiva storica, in cui la maturità raggiunta si accompagnava ad un certo successo nelle iniziative del lavoro. Quando sembravano superati momenti difficili e si coglievano affermazioni appaganti delle proprie idee. Riparlarne, anche attraverso queste pagine aperte al pubblico, come altri articoli di ricordi analoghi, non è una sciocca manifestazione di autocompiacimento ma un tentativo di verificare l’impostazione data alla soluzione di problemi che hanno riguardato una moltitudine di persone, una comunità, con le sue istituzioni e con il territorio di insediamento e con le evenienze presentatesi e gli eventi accaduti. Auspicando un confronto, un pubblico dibattito, una adesione o un dissenso. Con la convinzione dell’utilità di questa “analisi”.
E da ultimo, quella definizione di «uomo di sport», se non trova risconti plausibili nella pratica quotidiana e sistematica – trascuro alcune esibizioni stagionali, estive ed invernali, e la discreta dimestichezza con un tavolo da ping-pong – è tuttavia giustificata metaforicamente dalla vita condotta in piena aderenza al nome di famiglia, in continua gara con il tempo, anche per corrispondere alle esigenze degli enti pubblici soprastanti, per cui posso effettivamente e sinceramente affermare di aver sempre corso e ancora ricorso ed anche rincorso, in genere rispettando e spesso anticipando il tempo ed i tempi.
In quel lavoro di “urbanista condotto” (e attività parallele e quindi complanari) svolto per un periodo che è veramente “una vita”, ho dato molta importanza alla comunicazione con gli altri, la pubblica amministrazione in primo luogo, come di dovere, e l’intera città, nelle sue molteplici sfaccettature e rappresentanze, ma soprattutto come collettività nel cui interesse andava svolto, nel modo migliore, il servizio fiduciario di cui ero incaricato.
Comunicare ha significato, per la formazione ricevuta in famiglia, nella scuola e in facoltà, trasmettere all’esterno il proprio pensiero e, nel caso specifico, far comprendere il significato e il motivo delle proprie scelte. Nel mio caso, il lavoro presupponeva una comunicazione prioritaria, preliminare, in senso inverso, dall’esterno all’interno. Dato che la mia attività e quella della Ripartizione Urbanistica, istituita con la mia assunzione quale vincitore del concorso, consisteva nel tradurre in piani e progetti – cioè in scritti e disegni – le volontà politiche e le aspirazioni ideologiche e anche molto concrete dei cittadini.
Per questa “comunicazione” nei due sensi, fin dal primo giorno di servizio (quel lontanissimo 16 febbraio 1969), ho iniziato a proporre all’Amministrazione l’istituzione di un bollettino di informazioni (i “Quaderni”) e l’adozione di iniziative per convegni, seminari, mostre.
Trovando, devo dirlo con riconoscenza (e ne ho scritto approfonditamente in altre sedi), la piena condivisione delle mie idee da parte della maggior parte delle Amministrazioni, ricevendo incoraggiamento e stimolo da tanti illuminati esponenti delle istituzioni ed ottenendo la massima, convinta, efficace collaborazione da parte dei colleghi e di tutto il personale.
Per illustrare esaurientemente gli intendimenti di allora, pur comprendendo il carattere eccessivamente tecnico dei contenuti, riporto integralmente il documento dell’aprile 1995, con cui venne istituito l’Ufficio Speciale per il Territorio, Beni Culturali e Ambientali, incaricato di coordinare l’azione comunale in materia di tutela del territorio e dell’ambiente. Il provvedimento derivava dal Regolamento per la tutela del patrimonio architettonico e dei beni culturali ambientali approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n° 108 del 15 dicembre 1992 e rappresentava il compendio d’una elaborazione pluridecennale di idee e contributi, che teneva conto anche dell’evoluzione legislativa intervenuta (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e della maturazione di metodi e concetti.
L’azione del Comune doveva svolgersi attraverso interventi diretti a:
1) promuovere la conoscenza, la salvaguardia, la riqualificazione e la rivitalizzazione delle strutture insediative, degli edifici, dei manufatti e d’ogni altra preesistenza ambientale che costituisca eredità significativa di storia locale o rivesta interesse paesistico, naturalistico, ambientale, archeologico, storico o etnologico;
2) rendere possibile la migliore fruizione, individuale e collettiva, dei predetti beni, recuperando il patrimonio urbanistico ed edilizio esistente, ove sia abbandonato, degradato o utilizzato in modo contrastante con i suoi caratteri peculiari, e favorendo al tempo stesso il mantenimento delle funzioni tradizionali, in particolare per quanto riguarda l’edilizia residenziale;
3) evitare le trasformazioni urbanistiche che interessino ambiti unitari di pregio ambientale, provvedendo ai necessari controlli sistematici sul territorio e specialmente alla identificazione puntuale di tali beni e alla definizione di specifiche strategie di salvaguardia, di riutilizzazione e, se necessario, di acquisizione al pubblico demanio, di concerto con gli organi statali di tutela.
Le funzioni dell’Ufficio Speciale per il Territorio sono indicate nel Piano di organizzazione delle strutture comunali approvato dal Consiglio e comprendono:
1) il coordinamento degli studi affidati a istituti universitari, enti e professionisti esterni, per l’espletamento delle indagini preliminari alla revisione del PRG;
2) il coordinamento degli studi e delle ricerche sul territorio, con particolare riferimento alla storia urbana della città, anche al fine di formare l’inventario del patrimonio architettonico e dei beni culturali e ambientali, come previsto dalla deliberazione del Consiglio Comunale n° 108/1992;
3) l’organizzazione di seminari, pubblici dibattiti, conferenze cittadine e mostre sui temi riguardanti il territorio, la storia urbana, i progetti di opere pubbliche o specifici ambiti territoriali, naturali o urbanizzati;
4) la raccolta, la schedatura, l’archiviazione di documenti cartografici e iconografici originali o in riproduzione, di studi storici e urbanistici, di piani, progetti, tesi di laurea ed elaborazioni teoriche sul territorio comunale, compreso ogni materiale bibliografico e archivistico;
5) la diffusione delle conoscenze, degli studi e delle elaborazioni e scoperte sul territorio, attraverso conferenze, seminari e conversazioni didattiche dirette alla cittadinanza, alle categorie professionali ed in particolare agli studenti, promuovendo collaborazioni, ricerche e partecipazioni di associazioni culturali e singoli studiosi;
6) la direzione e redazione del periodico OC/quaderni del c.d.u., dedicato, come nei precedenti quattordici anni di pubblicazione, ad argomenti relativi all’urbanistica, alla storia della città e alle iniziative del Comune in materia;
7) l’organizzazione di manifestazioni culturali attinenti alla storia della città e del territorio, alle ricorrenze di carattere storico e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico;
8) il coordinamento delle attività degli altri settori e uffici comunali, per tutto quanto riguarda il reperimento e l’elaborazione di dati attinenti agli studi e alle ricerche sul territorio;
9) la toponomastica attinente alla denominazione di vie, piazze e località e alla conservazione dell’inventario toponomastico, ferme restando le altre incombenze toponomastiche ed ecografiche di competenza del Settore Tecnico Urbanistico;
10) il coordinamento di studi e ricerche per l’attuazione del Regolamento per i beni architettonici e la proposizione di temi e studi speciali di riqualificazione ambientale ed urbana e di arredo urbano (monumenti, centro storico e simili);
11) la promozione e il coordinamento delle iniziative e degli interventi di competenza comunale in materia di conoscenza, tutela, recupero e valorizzazione del territorio naturale e urbanizzato, dei beni ambientali e del paesaggio;
12) il coordinamento delle iniziative per la prevenzione e la riduzione del degrado ambientale riguardante le acque, l’aria, il suolo e il sottosuolo, con riferimento alle varie cause di inquinamento (sostanze organiche e inorganiche, rumore, illuminazione notturna, radiazioni e simili) e la verifica delle attività di trasformazione dello stato di fatto del territorio, esistenti o in progetto, per il parere di compatibilità di concerto con gli altri Settori comunali interessati, in ordine all’approvazione di nuovi insediamenti o del rinnovo di attività in atto che comportino alterazioni ambientali o che interessino i beni di cui alle leggi 1° giugno 1939, n° 1089, e 29 giugno 1939, n° 1497, o le zone di particolare interesse ambientale di cui alla legge 8 agosto 1985, n° 431;
13) lo studio e la proposizione delle iniziative per la protezione e la gestione razionale del territorio e delle sue risorse naturali, con particolare riferimento alla conservazione del paesaggio, dell’assetto geomorfologico e idrogeologico, della flora e della fauna, alla adozione di iniziative e al coordinamento degli altri Settori comunali competenti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, alla promozione di tecnologie tradizionali o innovative non inquinanti e alla verifica degli interventi urbanistici ed edilizi per quanto riguarda il loro impatto ambientale, nei casi previsti dalla deliberazione del Consiglio Comunale n° 269 in data 11 giugno 1986;
14) lo svolgimento di attività d’indagine, controllo e ricognizione sulla situazione ambientale del territorio comunale, di attività di progettazione degli interventi per la realizzazione di parchi, giardini, zone pedonali e altre sistemazioni di arredo urbano e di attività di gestione, manutenzione e attuazione dei suddetti interventi, avvalendosi di una squadra operativa e coordinando le attività di volontariato di gruppi ecologici organizzati e Associazioni naturalistiche;
15) la proposizione e l’elaborazione di studi e di progetti di arredo urbano e sistemazioni a verde nell’ambito degli interventi urbanistici ed edilizi d’iniziativa comunale, la collaborazione con gli altri Settori per l’inserimento negli strumenti urbanistici e nei regolamenti comunali di prescrizioni e vincoli volti alla tutela dei beni territoriali e per l’incremento della dotazione di verde pubblico, attraverso la costituzione di un sistema di parchi naturali, suburbani ed urbani, l’istituzione di riserve naturali e l’individuazione di monumenti naturali.
Di conseguenza, i servizi da fornire al pubblico comprendevano:
- Consulenza scientifica a studenti universitari, professionisti ed enti per studi e ricerche sul territorio e sulla storia urbana di Civitavecchia.
- Organizzazione, anche in collaborazione con enti e associazioni, di mostre, seminari, conferenze, dibattiti sul territorio e sui beni culturali e ambientali.
- Informazioni e documentazioni sull’inventario del patrimonio storico con schedatura informatizzata in corso di allestimento.
- Assistenza tecnica e scientifica per l’esecuzione di rilievi di aree archeologiche e di beni architettonici, e per studi sulla storia cittadina.
- Informazioni relative agli studi sul territorio e i beni storici e culturali esistenti e coordinamento di ricerche svolte da soggetti esterni.
- Redazione e pubblicazione del periodico tecnico-scientifico OC / quaderni del cdu e relativa distribuzione gratuita alla cittadinanza e alle istituzioni.
- Ricerche per la riorganizzazione della toponomastica cittadina, esame delle proposte di intitolazioni viarie e procedure relative.
- Coordinamento degli uffici comunali e di altri enti pubblici per l’attuazione del regolamento per i beni architettonici e ambientali e pareri di conformità sugli interventi in materia ambientale e di recupero del patrimonio storico.
- Schedatura di documenti cartografici o iconografici, di studi storici, piani e progetti sul territorio comunale e informazioni in materia.
- Coordinamento e assistenza scientifica agli insegnanti per ricerche sul territorio nell’ ambito di corsi organizzati nelle scuole cittadine e negli istituti universitari (in collaborazione con l’Ufficio Pubblica Istruzione, la Biblioteca Comunale e l’Ufficio Cultura del Comune e con vari dipartimenti e istituti delle Università di Roma e di Viterbo).
PROGRAMMA DEL CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE DI BASE IN MATERIA AMBIENTALE PER IL PERSONALE DELLA STRUTTURA, APERTO AL PUBBLICO
Il corso sarà svolto in orario pomeridiano (15-18), tutti i martedì dal 2 aprile al 25 giugno 1996, con frequenza obbligatoria per il personale del Settore Ambiente e dell’Ufficio Speciale per il Territorio, consigliata per il personale degli altri uffici, suggerita per i consiglieri comunali e circoscrizionali, libera per tutti i cittadini. Sono stati invitati a partecipare gli insegnanti delle scuole cittadine.
Le prime sei sessioni saranno tenute dall’architetto Francesco Correnti nella sede di piazza Luigi Piccinato con proiezione di diapositive ed esposizione di pannelli illustrativi.
Prima Sessione (2 aprile):
- Inquadramento generale delle problematiche
1.1. ambiti di attività dei settori e degli uffici comunali;
1.2. organizzazione e informatizzazione;
1.3. coordinamento intersettoriale e lavoro di gruppo, soluzione dei problemi;
1.4. il rapporto con i cittadini; informazione e partecipazione;
1.5. il Centro di documentazione urbanistica e le istituzioni culturali;
1.5. termini tecnici in uso nelle discipline interessate;
1.6. codice di stile delle comunicazioni scritte.
Seconda Sessione (9 aprile):
- Territorio e ambiente
2.1. lo studio del territorio;
2.2. analisi dei fenomeni urbanistici;
2.3. metodi e tecniche di lettura e di rilevamento;
2.4. cartografia storica e archeologica, geografica, topografica, tematica;
2.5. lettura di carte e mappe: i simboli della rappresentazione grafica; curve di livello;
2.6. il rilievo topografico e architettonico: strumenti e metodi;
2.7. la toponomastica: origini, evoluzione e permanenze; le denominazioni stradali.
Terza sessione (16 aprile), Quarta sessione (23 aprile) e Quinta sessione (30 aprile):
- Storia urbana
3.1. generalità:
3.1.1. la storia urbana: campo, obiettivi, metodi;
3.1.2. la storiografia civitavecchiese: fonti, origini, autori e opere;
3.2. le origini e l’evoluzione della città antica:
3.2.1. la località e i primi insediamenti umani; il periodo etrusco; Aquae Tauri;
3.2.2. Dalla colonizzazione romana a Centumcellae: il nome del luogo; l’impianto traianeo: la villa e il porto; l’evoluzione in centro urbano e l’affermazione territoriale;
3.2.3. l’ondata saracena, l’esodo, il trasferimento del vescovo nella Leopoli di Centocelle;
3.3. la città medioevale e rinascimentale;
3.3.1. Civita vetula: la rocca e il borgo; le mura castellane;
3.3.2. Civitavecchia: la rinascita quattrocentesca; lo statuto e gli usi civici;
3.3.3. il Cinquecento: da Giulio II a Sisto V; la fortezza, la cinta bastionata, l’acquedotto;
3.4. dalla città barocca agli interventi neoclassici:
3.4.1. il Seicento: Paolo V Borghese e la missione Keichô; il potenziamento portuale e l’arsenale chigiano, nuove fortificazioni, sede di governatorato e capoluogo di circondario;
3.4.2. il Settecento: rinnovamento e ampliamento edilizio; saturazione delle aree interne alla cinta bastionata; il “pubblico cemeterio”;
3.4.3. l’Ottocento: l’ingrandimento francese, la nuova cinta e le grandi piazze; stabilimenti balneari e termali;
3.4.4. 1870-1900: l’annessione al Regno d’Italia, la distruzione dei bastioni cinquecenteschi, le prime manomissioni del porto;
3.5. l’ultimo secolo:
3.5.1. il primo Novecento: l’espansione e i suburbi; la città-giardino Aurelia e la ferrovia Civitavecchia-Orte; trasformazioni edilizie;
3.5.2. i bombardamenti e la ricostruzione; il piano regolatore e la sua attuazione.
- Gli strumenti per la disciplina urbanistica del territorio di Civitavecchia
4.1. regolamenti edilizi e piani regolatori nella storia di Civitavecchia;
4.2. il piano di ricostruzione del 1945;
4.2. il piano regolatore generale e le sue varianti;
4.3. i programmi pluriennali di attuazione del PRG;
4.4. i piani di zona e l’edilizia residenziale pubblica; i piani per gli insediamenti produttivi;
4.5. la pianificazione attuativa pubblica e privata, piani particolareggiati, di lottizzazione, di recupero del patrimonio edilizio esistente;
4.6. i nuovi strumenti di programmazione e concertazione; Pru, Patti territoriali, Urban, Contratti di Quartiere, Prusst;
4.7. i piani del futuro.
Sesta sessione (7 maggio):
- Legislazione sul territorio e sull’ambiente
5.1. le leggi sulla pianificazione urbanistica e sul regime dei suoli;
5.2. le leggi di tutela dei beni culturali e ambientali;
Settima sessione (14 maggio), nella sala-conferenze del NAS dell’ENEL a Torre Valdaliga.
Docenti: Dott. Maurizio Feligioni, Arch. Francesco Correnti, Arch. Paola Rossi:
5.3. le leggi di protezione dell’ambiente e sulla riduzione dell’inquinamento;
5.4. le leggi sugli usi civici.
Ottava sessione (21 maggio), nella sala-conferenze di Villa Albani.
Docenti: Dott. Antonella Inesi, Agronomo Carlo Benedetti, Arch. Francesco Correnti:
- Ambiente naturale (generalità e situazione locale)
6.1. aria, acque, suolo; geologia e geomorfologia; idrografia;
6.2. flora e fauna; ecosistemi; la vegetazione mediterranea;
6.3. paesaggio naturale e sue componenti; monumenti naturali.
Nona sessione (28 maggio) presso la sala-conferenze della parrocchia San Pio X.
Docenti: Agronomo Carlo Benedetti, Arch. Francesco Correnti, Signor Roberto Gildi della associazione culturale “L’erba impaziente” di Roma:
- Ambiente antropizzato (generalità e situazione locale)
7.1. agricoltura e pedologia; evoluzione del paesaggio; paesaggio della Maremma laziale;
7.2. ambiente urbano e urbanizzazione;
7.3. beni culturali, archeologici, storici e architettonici; il caso di Civitavecchia;
Decima sessione (4 giugno), nella sala-conferenze di Villa Albani.
Docenti: Dott. Dario Tinti, Arch. Francesco Correnti:
- Degrado ambientale
8.1. dissesto geomorfologico e idrogeologico; incuria per i corsi d’acqua; cave e urbanizzazione;
8.2. colture abbandonate in campagne e montagne, continuum edilizio, inquinamento acustico e luminoso;
Undicesima sessione (11 giugno), nella sala-conferenze di Villa Albani.
Docenti: Ing. Pietro Rinaldi, Signor Giorgio Lo Cascio:
8.2. cause di inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo;
8.3. altre forme di inquinamento e loro conseguenze;
8.4. il problema dei rifiuti: raccolta, discarica, depurazione.
Dodicesima sessione (18 giugno), sala-conferenze del NAS dell’Enel di Torre Valdaliga.
Docenti: Arch. Michele Talia, Arch. Alessandra Zarfati, Arch. Anna Simone
- Recupero ambientale
9.1. valutazione dell’impatto ambientale;
9.2. le analisi del territorio e la pianificazione urbanistica;
9.3. architettura bioclimatica; energie alternative;
Tredicesima sessione (25 giugno), sala conferenze del NAS dell’Enel di Torre Valdaliga.
Docenti: Prof. Giuseppe Massari, Arch. Fabrizio Vescovo, Prof. Massimo Pieri, Agronomo Carlo Benedetti, Arch. Francesco Correnti:
9.4. aree protette, parchi verdi e parchi blu; architettura del paesaggio;
9.5. piani urbani del traffico; barriere architettoniche e zone pedonali;
9.6. arredo urbano e recupero dei beni storici; piani del colore; manutenzione del verde urbano, viali e potatura degli alberi; giardini, fontane, aree per il gioco e il riposo; segnaletica, insegne commerciali e cartelloni pubblicitari.
- Verso una nuova disciplina del territorio
10.1. la documentazione acquisita;
10.2. lo stato del territorio e i dati conoscitivi;
10.3. la città, il porto, le infrastrutture, il ruolo; ipotesi e proposte.
10.4. la progettazione urbanistica e delle opere pubbliche nella legge Merloni; competenze professionali; l’istituto del concorso, concorsi di idee, concorsi di architettura.
10.5. verso una nuova legislazione; la partecipazione alle scelte; il diritto all’architettura.
Ho ritenuto utile per i lettori, in particolare per quelli che si occupano professionalmente degli argomenti di cui tratto nella rubrica “Beni comuni”, riproporre, nella puntata dell’8 febbraio, la bozza di programma per un seminario sul tema della tutela e della riqualificazione del paesaggio e, in questo scritto, l’articolazione degli argomenti di competenza d’un ufficio pubblico territoriale che si occupi di territorio e, in modo puntuale e specifico, della possibile successione dei capitoli della storia urbana di Civitavecchia – nel contesto del Patrimonio di San Pietro in Tuscia – che, a mio modo di vedere, dovrebbe costituire l’oggetto di ricerche e di studi in tale materia, naturalmente secondo un determinato punto di vista.
FRANCESCO CORRENTI