ALMANACCO CIVITAVECCHIESE DI ENRICO CIANCARINI – Italia Astrologo, Civitavecchia la ricordi nella Giornata della Memoria.

di ENRICO CIANCARINI

I lettori e gli amici dell’Almanacco Civitavecchiese vogliano perdonarmi se oggi 27 gennaio, Giorno della Memoria della Shoah, ritorno nuovamente sulle tragiche vicende di Italia Astrologo, la donna civitavecchiese trucidata ad Auschwitz il 23 ottobre 1943 con il marito Abramo Di Veroli, dopo che entrambi erano stati catturati dalle truppe nazifasciste nel rastrellamento del 16 ottobre a Roma.

È mia intenzione ripresentare quell’eccezionale documento preservato nei registri dello Stato Civile del Comune di Civitavecchia che è l’atto di nascita di Italia, in cui in poche righe e annotazioni, è condensata la sua drammatica esistenza, dalla nascita centoquarantadue anni fa, alla morte violenta ed orribile dovuta all’unica e impietosa colpa di appartenere alla cosiddetta “razza” ebraica

Riflettiamo un attimo sulla scelta che fecero Olimpia e Salvatore, i suoi genitori chiamandola Italia: forse erano orgogliosi e riconoscenti e volevano sottolineare la loro piena appartenenza al popolo italiano, grati alla monarchia sabauda e ai suoi governi di aver finalmente liberato la popolazione israelita dalle vergognose vessazioni imposte dal governo papalino durate secoli.

L’anno milleottocentottanta, addì tre febbraio, a ore antimeridiane undici e minuti trenta, nella Casa Comunale.

Avanti di me Ceccarelli Sestilio Segretario Sostituto Delegato con atto del facente funzioni di Sindaco in data tredici giugno decorso anno, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Civitavecchia (Roma) è comparso Astrologo Salvatore di anni trentaquattro, impiegato, domiciliato in Civitavecchia, il quale mi ha dichiarato che alle ore meridiane dodici del dì due del corrente mese, nella casa posta in Piazza San Giovanni al numero sei da Astrologo Olimpia, sua moglie, seco lui convivente

È nato un bambino di sesso femminile che non mi presenta e a cui da il nome di Italia.

A quanto sopra e a questo atto sono stati presenti quali testimoni Biso Carlo di anni trentaquattro, commerciante, e Bevilacqua Alfredo, di anni ventidue impiegato, entrambi residenti in questo Comune. Il dichiarante è stato da me dispensato dal presentarmi la bambina suddetta per motivi d’igiene dopo essermi accertato del sesso col documento che allego munito del mio visto.

Letto il presente atto a tutti gli intervenuti.

Annotazioni:

Astrologo Italia nel giorno venticinque luglio millenovecentoquindici contrasse matrimonio con Di Veroli Abramo nel Comune di Roma.

Astrologo Italia di cui all’atto qui contro steso è di razza ebraica in relazione alla denuncia fatta al Governatorato di Roma in data 16.3.1939 – Registrato a Civitavecchia il 19 giugno 1939 XVI EF.

Astrologo Italia è morta in Roma il 16 ottobre 1943 – Registrato a Civitavecchia l’8 gennaio 1952.

Le annotazioni finali racchiudono in sé l’indescrivibile orrore vissuto in Italia e in Europa in quegli anni contraddistinti da fanatico odio e sanguinaria ferocia.

Italia e suo marito Abramo non muoiono il 16 ottobre 1943 ma sono catturati dalle truppe naziste assistite da quelle fasciste durante la retata nel Ghetto e in altri quartieri di Roma che vede la cattura di oltre mille persone, fra bambini, donne ed uomini, colpevoli solo di appartenere all’odiata “razza” ebraica. Alla fine della guerra, solo sedici di essi riuscirono a ritornare a Roma.

Nei giorni precedenti la coppia aveva messo in salvo i figli da conoscenti fuori Roma. Al momento dell’irruzione delle truppe tedesche nella zona del Ghetto, Abramo non era in casa, assistette da lontano all’arresto della moglie ma decise di consegnarsi spontaneamente alla ferocia nazista.

Con gli altri correligionari furono rinchiusi per due giorni nel Collegio militare e poi il 18 furono fatti salire sui vagoni piombati del convoglio nm. 2 partito dalla Stazione Tiburtina. Dopo un terribile viaggio per mezza Europa, arrivarono al campo di concentramento di Auschwitz. Appena arrivati Italia ed Abramo furono condotti alle camere a gas ed assassinati. Era il 23 ottobre 1943.

Sarebbe bello che la nostra Città ricordi il sacrificio di Italia e di suo marito Abramo con piccoli ma significativi gesti: porre una pietra d’inciampo all’indirizzo registrato all’Anagrafe alla sua nascita o una piccola lapide al Cimitero nel settore dedicato alle sepolture degli ebrei. O entrambe.

A ricordo di una donna civitavecchiese, perché non si ripetano quei crimini contro l’Umanità di cui si resero responsabili nazisti e fascisti durante la Seconda guerra mondiale.

ENRICO CIANCARINI