ERAVAMO TUTTI PIÙ BUONI

di LUCIANO DAMIANI

Eravamo tutti più buoni, chiusi in casa uscivamo sul balcone per cantare la speranza e confortarci a vicenda, persino i tedeschi cantavano Bella Ciao e sbandieravano bandiere italiane in segno della loro vicinanza. Avevamo eroi da acclamare e da applaudire, io stesso, dal balcone ho urlato “BRAVI” e “GRAZIE” agli operatori dell’ambulanza che, con le tute protettive e le maschere, andavano a soccorrere un vicino colpito dal virus. Era la prima ondata, tutti presi di sorpresa abbiamo ritrovato, in quei giorni, una solidarietà che la memoria fatica a ricordarne una simile.

La scienza brancolava nella nebbia di qualcosa che si conosceva poco, non mancavano certo le contraddizioni, le opinioni discordanti dei più o meno esperti. Eravamo obbligati al distanziamento e spesso costretti nelle mura di casa, siamo diventati un po’ tutti panettieri, farina e lievito erano spesso introvabili, nei social si respirava solidarietà, solo qualcuno se la prendeva con i runners vedendo, nel loro respiro violento, una sorta di minaccia, ma, insomma, le proteste erano limitate, non turbavano più di tanto.

Purtroppo la pandemia non è democratica ed immancabili i primi contrasti fra garantiti e non, hanno preso ad animare i social: “parlate bene voi che avete il culo al caldo“, “scommetto che sei pensionato“, “noi siamo alla fame voi che avete comunque lo stipendio siete tranquilli e ve ne state pure a casa“, le prime spaccature sociali hanno iniziato così ad intaccare il clima di solidarietà e vicinanza. I media, di pari passo, ne erano il riflesso, la questione economica veniva rappresentata ogni giorno, servizi ed interviste davano visibilità agli operatori in difficoltà ed il governo subiva le prime insistenti accuse sulla gestione della pandemia. Lo si accusava di fornire aiuti scarsi e per la lentezza della burocrazia nel distribuirli. Non era però ancora scontro fra persone comuni, scontro sociale, la critica era rivolta per lo più contro il governo incapace di sostenere le categorie sofferenti con le quali un po’ tutti si son ritrovati solidali. Qualcuno, di tanto in tanto, sollevava la questione dell’evasione fiscale: “chi ha dichiarato poco e niente mo s’attacca al tram“.

Erano le prime avvisaglie dello scontro sociale che ha poi risvegliato l’eterno contrasto fra chi non può evadere le tasse e chi le evade o meglio, chi le può evadere. Non son pochi coloro che hanno visto in questi mancati ristori una sorta di rivalsa di colui che stipendiato non può evadere nei confronti di chi, nell’immaginario collettivo, è il tipico evasore fiscale che si arricchisce ai danni della comunità, ora, giustamente sta in difficoltà. Il lato oscuro dell’umanità.

La solidarietà a questo punto è già un ricordo. Dubbi e contestazioni sulla gestione della pandemia occupano i titoli di testa e i talk-shaw, ma non siamo ancora al “piove governo ladro”, ma poco ci manca. La questione dei trasporti è spesso tirata in ballo e il giornalismo d’inchiesta si occupa del Piano Pandemico non aggiornato, quasi quasi lo Stato viene indicato come “colpevole” responsabile, non siamo però ancora agli untori, ma ad uno Stato per alcuni sempre più incapace e contraddittorio.

Venne poi il tempo dei vaccini. Le aspettative disattese e le incertezze sono state benzina sul fuoco dei detrattori delle istituzioni, a ragione o no il governo era sul banco degli imputati nei talk ed ancor più nei social. La gente era già da qualche tempo poco propensa alla bontà, i richiami e il green pass, oltre ad alimentare le discussioni televisive e le dichiarazioni della politica, hanno contribuito ad allargare il solco che tuttora divide in due la società: chi a favore e chi contro la vaccinazione e/o il passi verde. Gli uni reclamano il diritto a vivere normalmente in quanto inoculati, come avessero pagato una sorta di pegno, gli altri sfoderano il repertorio del complottismo più o meno greve ed incredibile. Da un lato si apostrofano vari gradi di imbecillità, dall’altro si accusa di egoismo e mancanza di responsabilità sociale.

Non ci si prova proprio ad incontrarsi, come per la politica ognuno sta nelle sue posizioni, affatto disposto a rivedere le proprie, anche sulla pandemia ci si da reciprocamente dell’imbecille, volendo esser moderati.

Il solco si approfondisce e si allarga in una sorta di Grand Canyon quando si tira in ballo la Costituzione e la deriva fascista della tecnocrazia italica e non solo. Per novax e nopass, grazie agli yes man ed al popolo bue si inizia il disegno della restaurazione fascista per il tramite della “instillazione della paura”, l’espressione comune é: “le dittature cominciano così“. Il popolo novax come ultimo baluardo difensivo delle libertà democratiche e i provax come humus di coltura del consenso imbecille verso chi detiene il potere della politica e dei media, un vero plagio di massa, magari c’entrano le scie chimiche. Di contro accuse di egoismo sociale piovono a dirotto.

In questo panorama di accuse reciproche capita di imbattersi in momenti di cinismo puro, sempre in nome della libertà individuale, più o meno alcuni così si esprimono: “muoiono i vecchi e i giovani malati…. Questi possono morire, é giusto che muoiano. I sani e i giovani sono immuni e debbono essere liberi di vivere come credono”. Dall’altra sponda non si risparmiano espressioni davvero triviali indirizzate agli untori.

In questi giorni alcune regioni stanno cambiando colore… ed é facile dar la colpa a quegli untori che non vogliono vaccinarsi, basta sbandierare le statistiche che i media non risparmiano di enunciare, quelle dei ricoverati stando ben attenti a specificare vaccinati e non.

Questa pandemia ci farà diventare tutti più buoni!”, non lo dice più nessuno, siamo invece tutti più acidi e sempre meno disposti a comprendere e meno inclini alla solidarietà. Le amicizie finiscono ed anche i comici prendono spunto da questo scontro sociale. Giorni fa un comico raccontava il pranzo di Natale con il cugino novax finito agli stracci in faccia. “Era andato tutto liscio, sino alla tombola nessuno aveva parlato dei vaccini, ad ogni numero chiamato la figura abbinata…. sino a che non è uscito il 19….. il COVID

Al di la della fondatezza delle argomentazioni, al di la delle responsabilità, c’é che “eravamo tutti più buoni”. La realtà, ancora una volta, si dimostra assai meno edificante di quanto ci siamo illusi che fosse. Forse abbiamo bisogno di illuderci, un bisogno fisiologico per nascondere la verità di ciò che siamo, del resto siamo abituati a vedere la pagliuzza negli occhi altrui facendo finta di non vedere la trave nei nostri. Ci auto convinciamo di essere dalla parte giusta, ne abbiamo, evidentemente, bisogno.

LUCIANO DAMIANI