La presunzione del pensiero infallibile
di TULLIO NUNZI ♦
Ho pensato che nel rispetto della nostra Costituzione, bisogna sempre riconoscere la legittimità della controparte; talvolta ,invece non si rispetta nemmeno il risultato delle urne. E credo sia necessario rispettare la diversità delle opinioni. Qui, io di sinistra ho più difficoltà; sono, ma mi posso allargare, ci reputiamo, noi di sinistra superiori, nella cultura, nel proprio modello di sviluppo, con la verità in tasca di chi crede fermamente che il proprio punto di vista sia l’unico possibile, volendo accettabile.
Spesso si nota una sicurezza arrogante, una spocchia personale, una puzza sotto il naso, con conseguente esclusione di chi non sta al gioco.
A sinistra alberga spesso una presunzione del pensiero infallibile, una insindacabile superiorità culturale.
Ci rende antipatici quel complesso dei migliori, che ci permette di avere, di essere sicuri di possedere una inscalfibile verità, una sapienza indicibile.
Spesso si propone, a sinistra un sistema di pensiero la cui infallibilità è certificata dal non essere mai stata messa alla prova.
Ovvio che questo comporta di non capire l’altro da se ,che ovviamente ha tutto il diritto costituzionale di pensarla diversamente.
Ovvio che alla base c’è’ un profondo manicheismo, la pretesa di incarnare le forze del bene per umiliare, scardinare, scalfire, sradicare quelle che vengono definite le forze del male che spesso assumono forme diverse a secondo dei periodi .
Si è incapaci di comprendere, pertanto, la immane complessità del nuovo contesto storico, nel quale la sinistra e’ obbligata a dare risposte. Bisognerebbe creare un nuovo umanesimo invece, far saltare le barriere per un approccio più complesso.
“Chi si pecca di essere alfiere della tolleranza è un tantino intollerante nei confronti di chi ha un pensiero (ovviamente non fascista) una opinione diversa dalla sua”.
Errore storico della sinistra è che l’umanità intera debba adattarsi ai nostri sogni , mentre invece bisogna costruirlo il cambiamento; e si tratta di un lavoraccio, perché dobbiamo essere consapevoli che non basta avere ragione, ma in politica bisogna anche che gli altri te la riconoscano, altrimenti ci sbatti il muso, perdi e lasci il governo agli avversari, non nemici, che evidentemente incarnano il male ma ovviamente anche la maggioranza.
Perché spesso il senso di superiorità della sinistra, denuncia un senso di estraneità profonda rispetto al paese reale, trasforma un vizio in una virtù’.
In molti casi la sinistra è altro, altra cosa rispetto ad italiani o civitavecchiesi, una specie di segno di nobiltà, superiorità, aristocrazia morale, culturale.
Rappresentanti di una civiltà superiore per trasformare i suoi abitanti in uomini veri e democratici.
Ci può stare ma sempre ricordandosi che questa medaglia di superiorità morale nessuno le ha mai conferito; al momento nemmeno gli elettori.
Perché fino ad ora in gran parte della sinistra è prevalso il concetto: siamo migliori di voi e per questo siamo pochi.
Io credo che come sinistra bisogna proporsi a guidare il paese e non gloriarsi della propria diversità .
TULLIO NUNZI
Quanto tu hai scritto l’ho spesso affermato, in risposta mi si è chiesto: ”da che parte stai?”. Più o meno così. Per alcuni “essere di sinistra” comporta l’essere dalla parte dei migliori, dei buoni mentre dall’altra parte ci sono i peggiori i cattivi, insomma l’eterna lotta fra il bene ed il male.
I più non se ne rendono conto sono convinti di essere migliori, di essere dalla parte giusta, moralmente ed eticamente superiori. Purtroppo per loro o per noi, la massa degli elettori ragiona in base alle proprie esperienze, i propri interessi e le attitudini, affatto convinta che la “sinistra” sia il luogo del bene e del giusto. Che poi ne ho conosciuti di incapaci e stronzi, scusa il termine, fra quelli che si definiscono “di sinistra”, compresi alcuni con incarichi di governo. Sarebbe opportuno un bagno di umiltà, sarebbe opportuno che la sinistra riconosca la legittimità di altre aspettative e che la smetta, una volta per tutte, di ragionare in termini di potere, cosa che la rende, se non uguale, simile a quella destra che dichiaratamente vi aspira. La democrazia è confronto di idee, confronto di interessi, non è la lotta fra il bene ed il male, non lo scontro fra capaci e incapaci, intelligenti e non.
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Il concetto di indiscussa superiorità morale ed etica è stata prerogativa del
Movimento 5 stelle e della sua genesi, a tratti assumendo i tratti eversivi di chi denigra le istituzioni (la famosa scatola di sardine) , di chi usa linguaggi offensivi e si scaglia contro chiunque portando avanti la concezione che non ci sia differenza (è tutto un magna magna”.
Quando portavano avanti la logica di non fare alleanze con nessuno, del pedigree e degli accertamenti sul passato, non dico certo penali, ma anche di attivismo in altre associazioni, di fatto ergevano un muro di confine tra un popolo puro ed eletto e il resto dell’arco costituzionale.
Ecco, io parlerò di questo quando parlerei di una presunta superiorità morale.
Se poi parliamo di spocchia personale, è un altro paio di maniche. Ha a che fare con il caricaturale, non con la politica o l’antropologia politica.
I grandi partiti di massa della sinistra novecentesca hanno portato avanti grandi battaglie di alfabetizzazione, istruzione, emancipazione e autodeterminazione di ampie fette di popolazione. Di ogni ceto.
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Ciò di cui parla Nunzi non è roba attuale, non saprei dire quando si sia affacciato questo atteggiamento, ma certamente prima che il M5S prendesse forma, non serve quindi ribaltare le cose sul M5S che, senza dubbio, è campione su questo.
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Le tue riflessioni meritano un approfondimento ben più ampio di quello che si può fornire in questo breve spazio.
Provo ad accennare qualcosa in proposito.
La cultura non può essere pensata in superiore o inferiore. Chi pensa in tal modo non pensa.
Quando qualcuno esprime il fatto che i cittadini che prediligono nel voto la destra hanno una cultura inferiore non sanno quale sia il portato della “Tradizione”e quanto noi si debba ai valori di questa espressione umana. Se non conoscono questi valori costoro non sanno, dunque non hanno pienezza di cultura.
Che cosa dovrebbe distinguere chi “consapevolmente”, cioè con spirito critico, vota a sinistra?
Ciò che lo distingue è il vero spirito del 1789!!
Attenzione: ho premesso un predicato, il vero. Ciò significa che lo spirito dell’89 consiste nel reputare che una norma sia giusta NON perchè il popolo così vuole, ma una cosa è giusta solo perchè a DETERMINATE CONDIZIONI la volontà della popolazione possa avere maggiori possibilità di essere in linea con la giustizia. Essere in linea più di qualsiasi altro meccanismo sociale.
A determinate condizioni!!
Quali condizioni?
In primo luogo una livello di capacità critica uniforme. Se la popolazione è stratificata in disuguaglianze ampie dal punto di vista delle conoscenze non c’è alcuna certezza che il volere del popolo vada verso la giustizia.
Il fatto che esistano passioni collettive incanalate da movimenti e partiti basati su leadership
è un pericoloso impedimento. I partiti specie ai nostri giorni sono delle macchine che esercitano passioni collettive che producono un bene negativo: il conformismo.
Gramsci è ricordato nel mondo essenzialmente sotto l’aspetto di promulgatore di una cultura diffusa (non solo di cultura di parte!!).fondamentale per disporre di una collettività che sia democratica nei fatti o non solo nella forma (debbo precisare che sono molti i cattolici che si inseriscono entro questa linea di pensiero)
La sinistra e la destra hanno molte volte non rispettato quello spirito creando conformismo nel pensiero, passioni collettive che prendono il sopravvento sugli esseri pensanti. In questo senso tradire lo spirito dell’89 significa confondere i fini con i mezzi: Il fine è solo il bene della collettività.Invece si pone come il fine dell’azione il mezzo, qualunque esso sia.Questa sarebbe stata indicata un tempo come “idolatria”.
La differenza fra sinistra e destra non risiede nella differente qualità della cultura ma nel fatto che la prima è più attenta all’equilibrio sociale,ai deboli, agli esclusi.
Entrambe disattendono la loro missione quando diventano macchine per gestire passioni collettive che sfociano nel conformismo populista: la Bestia d’ogni tempo.
Ho fatto ,in sintesi, una confessione di “tolleranza”. Dunque sono un ipocrita intollerante?
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Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763!
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Un dibattito che si produce anche tra le mie mura domestiche e che talvolta si conclude con un nulla di fatto.. Difficilmente, è vero, la sinistra ammette di essere affetta da questo senso di superiorità.. Ma se la destra si incardina e si incarna nella retorica selvaggiamente populista di un personaggio come la Meloni, big eyes de noiantri, allora questo atto di umiltà diventa impossibile.
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Condivido critica e autocritica. Osservo tuttavia che la “spocchiosa” presunzione della sinistra è anche direttamente proporzionale all’esistenza di una destra di desolante arretratezza rispetto ai suoi stessi partner europei.
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Certo, ma non e’ detto che possa essere una giustificazione….
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