STORIA DELLE OLIMPIADI – LONDRA 2012
di STEFANO CERVARELLI ♦
Quelle di Londra sono le olimpiadi più ecologiche di sempre, ma anche le più costose della storia: 24 miliardi di sterline (30 in euro), dieci volte le previsioni massime di spesa sbandierate al momento della candidatura.
Sono le olimpiadi del business e dei record.
A farle entrare nella storia concorre un altro fattore: sono i primi giochi in edizione “social”. Oltre un miliardo di persone, infatti, le hanno potuto seguire stando, non solo davanti alla TV, ma anche tramite smartphone, tablet e app loro dedicate.
Al congresso olimpico tenutosi a Singapore nel 2005 il CIO assegna la 30′ edizione dei giochi, quella del 2012 a Londra, che batte così la concorrenza di Madrid, Mosca, New York, Parigi.
Con questa assegnazione la capitale britannica viene prescelta come città sede delle olimpiadi per la quarta volta.
Lo è stata nel 1908, nel 1944 (edizione poi non disputata) nel 1948, ed infine, nel 2012.
Per questa ragione la decisione del CIO viene fortemente criticata da chi sperava che le olimpiadi si svolgessero in un paese nuovo.
Londra deve la sua vittoria alla presentazione di un progetto ambizioso e realistico con lo slogan” The first stutainable Olympic and Paraolympic Games “.
Il motto è la sintesi perfetta delle problematiche che circondano il globo e che la comunità internazionale deve affrontare, come si propone il Comitato organizzatore, attraverso le olimpiadi che devono servire a stimolare la partecipazione di massa alle attività sportive e, nello stesso tempo lasciare in eredità una realtà ambientale positiva.
L’ambizione è fare dei giochi di Londra le olimpiadi più “verdi” della storia. Viene perciò coniato un altro slogan ”One Planet Living” che costituisce una sorta di riferimento, sia di metodo che ideologico, per il comitato organizzatore, finalizzato a porre in risalto il fatto che se tutto il mondo vivesse secondo gli standard in uso nella Gran Bretagna sarebbe necessario il triplo delle risorse naturali dell’intero pianeta.
Da qui l’impegno a ridurre il consumo dei combustibili fossili e di risorse idriche, ed a utilizzare materiali riciclati per la realizzazione delle strutture mobili, tabelloni e quanto altro sarebbe servito per i giochi.
Superfluo dire che tali misure trovarono il plauso delle associazioni ambientaliste che videro tale iniziative miranti al rispetto delle emissioni inquinanti, così come previsto dal Protocollo di Kyoto, che proprio in quell’anno, 2012, vedeva scadere il primo periodo di attuazione.
Il governo inglese, dal canto suo, annunciò un ambizioso progetto di riqualificazione urbana dell’area del villaggio olimpico destinata agli alloggi degli atleti; questa sarebbe stata, in seguito, destinata all’edilizia urbana. Il contrario di quanto avvenne a Barcellona nel 1992, quando il villaggio olimpico diventò un quartiere residenziale esclusivo.
Per le caratteristiche che il comitato organizzatore voleva dare alla riqualificazione del villaggio olimpico, con spazi verdi, luoghi d’incontro, servizi sportivi, sociali, scolastici, questo progetto fu ritenuto come il più grande ed ambizioso progetto di rigenerazione urbana intrapreso in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.
Anche le olimpiadi di Londra, sebbene non osteggiati da questioni ambientali e umanistiche, non sfuggirono alla regola che voleva i giochi fare i conti con i numerosi problemi internazionali, che erano apparsi all’orizzonte già al termine dei giochi di Pechino.
Il primo di questi problemi fu quello della crisi economica internazionale; fu chiaro a tutti i commentatori che le prime difficoltà per il comitato organizzatore sarebbero nate dalla difficile situazione dell’economia mondiale.
Una crisi che per quanto riguardava le olimpiadi partiva da lontano, quando già nel 2008 molti partner privati tagliarono i finanziamenti al comitato organizzatore.
Per sopperire a questo il governo decise di stanziare dei fondi eccezionali, per il valore di tre milioni di euro, la metà dei quali, destinati alla costruzione del villaggio olimpico.
Alle fine del 2010 accadde che il comitato organizzatore dovette però rivedere verso l’alto il costo dei giochi e verso il basso l’afflusso di turisti nella capitale inglese. Complice il secondo problema: il terrorismo.
Il giorno dopo l’attribuzione dei giochi a Londra, vale a dire il 7 luglio 2005, mentre ad Edimburgo era in corso il vertice del G8, la capitale britannica fu fortemente scossa da una serie di esplosioni contro il trasporto pubblico, causate da terroristi suicidi, facenti parte di un’organizzazione vicina ad Al-Qaida.
La sicurezza tornò ad assumere nelle olimpiadi il ruolo di emergenza prioritaria ed assoluta nell’agenda degli organizzatori; le autorità inglesi, nell’imminenza dell’Olimpiade, comunicarono che il programma per la sicurezza prevedeva l’impiego di 27.000 agenti (12.000 poliziotti e 15.000 agenti della società privata G4S), massiccio ricorso a mezzi militari d’avanguardia; elicotteri americani in tutti i siti dei giochi, jet da da guerra a sorvolare lo spazio aereo inglese; mezzi anfibi lungo il il Tamigi ed infine navi da guerra stazionate a Greenwich. Oltre controlli hi-tech in tutta la città.
Chi pensava che quelle di Atene fossero state le olimpiadi più protette militarmente ha dovuto ricredersi.
L’assemblea generale dell’ONU, nel frattempo, si espresse a favore di un’Olimpiade senza tensioni; nell’ottobre 2011 fu approvata una nuova risoluzione per la “tregua olimpica “con 193 voti a favore, tra i quali quelli dell’Iran e della Siria. Una maggioranza alla quale a priori nessuno faceva affidamento.
Quella di Londra fu la prima edizione ad accogliere tutti i paesi presenti nel Comitato Olimpico Internazionale ed anche la prima dove tutte le nazioni parteciparono con uomini e donne.
Dopo che l’Arabia Saudita, il Qatar e il Brunei confermarono la presenza di donne il presidente del-CIO Jacques Rogge dichiarò: ”Questa è una grande opportunità per la parità di genere” e ancora: ”Le donne hanno il diritto di praticare lo sport, vogliono competere, amano lo sport, ne sono attratte; dobbiamo assicurarci che le barriere vengano abbattute. ”Alle olimpiadi inglesi parteciparono 206 nazioni per un totale di 10.903 atleti, di cui 6.068 uomini e 4.853 donne: il 44,3% dei partecipanti, e furono presenti in tutte le discipline sportive, compresa la boxe, dalla quale, fino a quel momento, erano state escluse.
Nel medagliere il primo posto è ancora degli Usa con 104 medaglie (46 d’oro-29 d’argento e 29 di bronzo) sull’ipotetico podio al secondo posto sale la Cina con 88 allori (38-27-23); sul gradino più basso si collocano i padroni di casa vincitori di 65 medaglie (29-17-29).
Furono stabiliti 32 nuovi record mondiali; il nuotatore statunitense Michael Philps e il velocista giamaicano Usain Bolt furono nuovamente le stelle dei giochi; il primo conquistò quattro medaglie d’oro e due d’argento, per un totale in tre edizioni di 22 medaglie (18 ori, 2 argenti e 2 bronzi) divenendo l’atleta con il maggior numero di medaglie nella storia dei giochi, superando la ginnasta ucraina Larisa Latynina che aveva collezionato 18 medaglie in tre edizioni (1956-1960-1964).
Bolt si confermò l’uomo più veloce del mondo vincendo tre medaglie d’oro: nei 100 metri, nei 200 e nella staffetta 4×100.
La Giamaica conquistò il podio completo nei 200 metri, confermandosi con altre vittorie e piazzamenti, sia maschili che femminili, la regina incontrata della velocità.
Per l’Italia gareggiarono 163 uomini e 126 donne; conquistiamo 28 medaglie (d’oro 9 d’argento e 11 di bronzo ). Vinciamo l’oro nel tiro con l’arco a squadre; nella scherma, specialità fioretto a squadre femminile; Daniele Molmenti nella canoa K1 slalom; Elisa Di Francisca nella scherma, fioretto individuale; Jessica Rossi, tiro al volo, specialità skeet; Nicolò Campriani, tiro a segno carabina 50 metri in tre posizioni; Carlo Molfetta, Taekwondo, categoria 80 Kg. Ed infine, ancora con la scherma, con la squadra maschile di fioretto.
Valentina Vezzali, a 38 anni, trova ancora il…tempo di vincere una medaglia di bronzo, mentre nel pugilato Clemente Russo e Roberto Cammarelle confermano le loro qualità conquistando le medaglie d’argento, il primo nella categoria massimi e il secondo in quella supermassimi. Nicolò Campriani, già vincitore dell’oro nel tiro a segno da 50 metri, conquista anche la medaglia d’argento nella specialità carabina 10 metri. Medaglia d’argento anche per la nazionale maschile di pallanuoto, sconfitta in finale dalla Croazia per 8-6, mentre la formazione azzurra di pallavolo conquista il bronzo superando la Bulgaria.
Il canadese Ian Millar stabilisce un record non facilmente eguagliabile; a sessantacinque anni partecipa per la decima vola alle olimpiadi, nell’equitazione specialità salto a ostacoli. Quanto raccolto non è purtroppo all’altezza del suo presenzialismo, infatti vincerà solo una medaglia d’argento (Pechino 2008). A Londra si classifica nono.
Nel Badminton quattro coppie femminili, una indonesiana, una sudcoreana e le altre due cinesi vengono eliminate dalla competizione perché accusate di “non mettere in pratica ogni sforzo per vincere la partita”, in buona sostanza giocavano palesemente per perdere al fine di evitare nei quarti di incontrare squadre più forti di altre.
L’Inghilterra, una delle maggiori favorite nel torneo calcistico il 4 agosto a Cardiff, riesce nell’impresa inaspettata di …farsi limare dalla Corea del Sud rendendo gli asiatici protagonisti di un risultato sorprendente, oltre che insperato.
E’ accaduto che la strada dei più forti inglesi ha incrociato quella di due portieri in straordinaria forma. Il primo, titolare della squadra, nega la gioia del goal agli inglesi quando già la palla sembrava destinata a finire in rete. Nella ripresa il numero uno coreano però si infortuna e deve lasciare il posto alla riserva Lee Bumyong.
Questo non solo riesce ad opporsi alle furie bianche, parando tutto rimanendo imbattuto per il resto dei tempi regolari e per la mezz’ora dei supplementari, impresa già eccezionale, ma para anche l’ultimo rigore degli inglesi dando così la vittoria alla sua squadra per 6-5.
Ma non fu questo il solo risultato sorprendente; l’altro l’ottenne il Messico che nella finale supera i fortissimi brasiliani per 2-1, resistendo, davvero eroicamente, al furioso assedio dei carioca.
L’australiano George Gordon Avery, già vincitore della medaglia d’argento nel salto triplo alle olimpiadi di Londra 1948, gravemente malato, manifesta alle figlie che un suo desiderio sarebbe quello di tornare a Londra per rivivere quello spirito olimpico che lo aveva visto protagonista sessantaquattro ani prima. La malattia purtroppo si aggravò e l’ex atleta morì a ottantuno anni.
Iniziano le olimpiadi e la sera del 9 agosto si svolge la finale del salto triplo; a gara conclusa, Robyn, una delle figlie, si avvicina alla pista, apre l’urna contenente le ceneri del padre e le dissemina per il settore dedicato al salto triplo. ”Sapevamo che questo era il luogo in cui voleva tornare. Voleva tanto essere qui, era il suo desiderio più grande” dichiara ai giornalisti.
Così dopo 64 anni George Golfon Avery era tornato nel luogo che, come diceva “gli aveva procurato la più grande felicità della vita”.
In questo gesto non ho potuto fare a meno di ritrovare l’antico amore, l’antico onore che gli antichi greci riservavano per i loro giochi; infatti a mio avviso, in questa “cerimonia commemorativa” di un campione c’è qualcosa che ci riporta alla prima menzione dei giochi nella letteratura greca.
Fu Omero che nel XXIII canto dell’Iliade parla dei “giochi funebri” organizzati da Achille per onorare la memoria di Patroclo.
D’altra parte i greci credevano che le olimpiadi avessero le loro radici nella religione e che molti aspetti di questi risalgano ai giochi funebri del periodo miceneo.
Le competizioni funerarie rappresentarono il germe da cui si sarebbero sviluppati i giochi panellenici organizzati ad Olimpia e negli altri santuari della Grecia.
STEFANO CERVARELLI