ULTIMI APPUNTI DI TEOLOGIA: L’AMORE

di CARLO ALBERTO FALZETTI

                                                                                                             Non può perire la carezza di una madre

La morte è la fine di tutto!

 Abbiamo chiuso in precedenza dicendo quanto questo sia  disperatamente facile per porsi quale conclusione.

 Ma non possiamo.

 Non possiamo perché l’amore, anche se solo ci ha sfiorati, non aveva nulla di istintuale.

Era amore gratuito, spontaneo. Qualcosa che ha una dimensione che va al di là del biologico.

No! Non possiamo concludere così.

Dobbiamo ancora riflettere. Non possiamo fermarci qui. Non possiamo perdere tutto. Non possiamo…… 

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Che significa dire che l’atto di amore supera la forza istintuale necessitata dalla Natura? Nell’atto di amore non forzato dalla necessità della legge naturale il soggetto esprime una piena libertà, qualcosa che supera l’aspetto biologico. E’ come se l’atto di amore attingesse ad un serbatoio cosmico. Come se ogni singolo atto di amore “attualizzasse” un Amore in potenza che attende di essere realizzato.

Perisce l’individuo, perisce il fattuale rapporto tra l’individuo e la persona amata ma non perisce l’Amore, quell’Amore sovra individuale dal quale l’amore singolo ha tratto alimento, attualizzando con la sua relazione d’amore l’Amore in potenza.

Non può perire la carezza di una madre!

L’Amore possibile sembra, dunque, essere un potenziale che si trasforma in atto ogni volta che un uomo ama. Ogni amore del singolo attualizza questo immenso serbatoi potenziale. La storia dell’Umanità sembra essere costituita dall’immane sforzo di rendere tutta attualizzata la possibilità dell’Amore potenziale. Quando ciò accadrà ( e tutti concordano su tale difficoltà considerando quanto il Male alberga nel mondo) la storia dell’umano avrà compiuto il suo compito finale.

E’ l’ultima illusione? L’ultimo sogno per evitare l’amara disperazione? Forse è così.

Allora, mi si permetta di concludere  con coerenza. Ovvero con una ulteriore” affabulazione”. Altro non possiamo permetterci se vogliamo essere onesti ed evitare la menzogna.

Certo, il saggio invoca l’atassia,

 ma, il semplice non riesce a dar retta ad Epicuro.

 Lasciate, dunque, il semplice a sgranocchiare la sua misera pannocchia di felicità.

In una valle, oltre i due bianchi cipressi una folla immensa discendeva da un lungo monte verso la sorgente.

Era una folla non di umani, non di corpi, non di anime vagolanti.

Era solo una folla di   voci.

 Le voci gridavano. Gridavano nomi. Sarebbe stato impossibile udire nomi in quel infinito vociare. Eppure le voci riuscivano ad arrivare a destinazione.

Erano voci di madri che chiamavano i loro figli.

Erano voci di figli che chiamavano le loro madri.

Erano voci di fanciulli che urlavano mamma in tutte le possibili lingue..

Erano voci disperate di madri che riuscivano ad udire le voci dei figli.

Erano voci di amanti che invocavano gli amati.

Erano voci degli amati che cercavano i loro amanti.

Erano voci di afflitti che ricercavano chi aveva riversato loro del bene.

Erano misericordiosi che cercavano gli afflitti consolati.

Gli affetti, i baci, le carezze, le risa, gli atti di amore, di benevolenza, di carità, di misericordia,

tutto il Bene che s’era seminato nel corso dei secoli, in ogni angolo della Terra, era in quelle voci.

Tutto s’era consumato, la carne, i pensieri, gli stati d’animo, l’odio, gli artefatti ,la pietra, la materia, tutto. Anche il male s’era disfatto nel disfacimento del cosmo. 

Esistevano solo le relazioni d’amore che lungo la millenaria storia umana erano fiorite. Le voci incarnavano quelle miriadi  relazioni d’amore.

Il cosmo si era trasformato  in  relazioni d’amore, niente d’altro esisteva.

Il cosmo, come massa, era ritornato ad essere pura energia dissolvendo la materia tutta.

 E quell’energia era solo  Amore.

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Forse l’idea di Dio è ora più chiara dal momento che abbiamo evitato, in tutte le varie riflessioni settimanali, di prendere per Assoluto ciò che non è Assoluto e, soprattutto, perché abbiamo evidenziato in questi Appunti di Teologia semplicemente un dato: la Teologia , ovvero il discorso su Dio, è impossibile.

Dunque, il finale è che gli Appunti sono, in verità, solo la descrizione della caligine, ovvero della tenebra che avvolge Dio.

La Mistica (cioè la Filosofia) è appena entrata in scena. Spero di poter continuare lungo questo tracciato.

Sempre che la noia non vi azzanni alla gola. E di questo chiedo scusa.

CARLO ALBERTO FALZETTI