Un saluto a Odoardo.

di PAOLA ANGELONI

“Dio con la sua gran Bontà, et Sapienza provide à tutte queste necessità, con infondere virtù, et rimedii appropriati dai quali l’huomo potesse estraerne la medicina, et à beneficio proprio valersene ne bisogni, et occorrenza; onde molti con la speculazione, con l’esperienza, et longa osservazione, hanno indacato in ciscun dei sopradetti generi, molti salutiferi rimedii per sanar l’infermità spezialmente nel genere dei semplici…

Accetta dunque con grato animo, et serena fronte questo poco, mentre non v’era occasione di far di più, per non metter la mano nella messe altrui, VIVI FELICE”.

Il dottor Odoardo Toti, speziale, medico galenico e farmacista, mi ha visto spesso nella sua farmacia e mi ha preparato prodotti galenici ed omeopatici. Ho potuto frequentarlo più assiduamente, grazie alla Società Storica Civitavecchiese ed alla recente ripulitura da parte di noi primi volontari del sito di Aquae Tauri. Noi volontari, mai prima addetti ai lavori, entusiasti lavoravamo per restituire Aquae Tauri a Civitavecchia. A capo dell’impresa vi era Enrico Ciancarini, il nostro “ Indiana Jones de Noantri” e Glauco Stracci era il coordinatore. Ma “Aquae Tauri bene comune” da sogno si è trasformato in progetto, grazie alla quotidiana presenza di Odoardo Toti: è Lui che ha infuso a tutti noi ardore ed amore per l’archeologia. Non solo, vi era il piacere di stare a contatto con quest’uomo di veneranda età che aveva la curiosità e l’abilità manuale di un ventenne. Certo, la roccia della vasca ellittica, la ricerca della favolosa tessera come reperto, la Grotta in cui da giovinotti si andava a far la sauna; ma il Dottore si divertiva a dissertare per me e Cristina sul tipo di pianta mediterranea presente: la rosa selvatica, il rovo, l’olivello selvatico, l’acanto…

Ed io, nei miei equilibrismi letterari, vedevo in Odoardo un nuovo Schliemann, un Evans ed uno Winckelmann, come questi archeologi sono narrati in Ceram, Civiltà sepolte.

Dicevo ”esperienza, speculazione et longa osservazione”. Non dirò delle opere maggiori del dottor Odoardo Toti, ma per ricordare la sua personalità ricca ed intellettualmente curiosa io citerò il suo apporto a tre bollettini della Società Storica Civitavecchiese:

Bollettino n.12  Il medico curioso, Vita e opere di Gaetano Torraca nel secolo dei Lumi. “Il Torraca documenta e rappresenta la più viva testimonianza della vivacità culturale della classe dirigente della nostra città e in particolare di quella medica, nella quale egli spazia dall’ambito prettamente terapeutico a quello patologico a quello igienico, e che accompagna con l’interesse per la storia, per l’archeologia, per le scienze naturali, e offrendo nel contempo, un obiettivo realistico e crudo quadro delle condizioni ambientali della città a completamento delle sue osservazioni sulle proprietà terapeutiche delle acque, con il tentativo di spiegarne la composizione e l’efficacia”.

Ed ancora Odoardo sapeva delle proprietà terapeutiche delle acque, se spesso lo vedevo alla Ficoncella a curar la sua amata moglie.

Bollettino n. 18. Aquarum Calentium Voces. Le acque termali di Civitavecchia. Odoardo Toti crea un capolavoro di documentazione e di bibliografia  sulle testimonianze storiografiche e mediche dalle origini al xx secolo riguardo alla sorgente Ficoncella e riguardo alla sorgente Terme di Traiano.

Bollettino n.21. Vincenzo Calabrini mercante di campagna e protettore degli allumisti. “Nobile fu sempre la famiglia Calabrini oriunda di Civitavecchia. Vincenzo fu creato Marchese di Rocca Gradara da Leone XII  per lunghi, fedeli e gratuiti servigi prestatigli”. Con la documentata storia di Vincenzo Calabrini, imprenditore agricolo e artefice e protettore delle miniere, ritorna evidente l’amore di Odoardo per la campagna, le terre ed Allumiere.

E proprio le terre dei Monti della Tolfa mi ricordano il primo Odoardo e la LIPU, e lui che liberava uccelli rapaci perché recuperassero il volo, con i contadini non molto contenti…

 “Vivi Felice”, Maestro Odoardo.

PAOLA ANGELONI

 

La citazione iniziale è tratta da “Herbario novo” di Castore Durante Medico, et Cittadino Romano in Venezia MDCLXVII.