MONTE ROVELLO

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Sono tutti attorno a te. Sei stordito dal loro vociare. Ognuno vuol raccontare la sua storia.

Tu li hai fatti rivivere e loro ti sono grati. Attendevano il momento. Tentavano, quando eri in vita, di infilarsi nei tuoi pensieri per apparire in sordina. Ma tu non lo sapevi.

Guardali, sono così buffi e variopinti. Lo vedi, alla tua destra, quello spirito che s’affanna con una pietra in mano? E’ l’uomo dell’Elceto ti vuol mostrare la sua ricca mercanzia e, accanto, è proprio lui, il bronzista girovago quello che tu appellavi come  prospettore minerario.

  Ed ecco il marinaio che un giorno approdò sul litorale con i vasi micenei. Minerali contro vasellame. E il coccio finì per essere un giorno, dopo tanto tempo, nelle tue mani.

Eccolo il centumcellense ormai contadino che ti sorride compiaciuto. E’ vero, ti va dicendo, è vero che non si fece più ritorno alla marina. E quel leccio, con quelle iniziali? Folli storie, come tu raccontasti. Quell’anima ti è grata per aver detto un po’ di verità. Altro che ritorno. Ora ti va dicendo che ricorda benissimo quando entrasti nella cinta muraria. Cercavi tra le case dirute e sembrava a tutti loro, spiriti guardiani, che tu li percepissi. Alcuni avevano proprio il timore che fossero a te visibili. Si nascondevano ingenuamente mentre tu camminavi fra gli ammassi confusi. Sapessi come tentavano di parlarti, di dirti il vero, di essere esausti dell’oblio e delle fantasticherie storiche. Quando facesti uscire il libro, la “brigata di Cencelle” esultò al completo. Gli spiriti dei luoghi anelano ad uscire dall’oblio ma necessitano sempre di un mediatore che abbia vita per poterlo ispirare e trasmettere così la loro storia. Tentano, ma raramente riescono

Avrai ancora tanti incontri. Sono molti gli spiriti che faranno pressa. Sei a tuo aggio tra chi hai amato per lungo tempo mentre tu cercavi.

Giù, nella vita che hai ora lasciato, vedrai che ti ricorderanno pubblicando tutti i tuoi lavori, dal primo all’ultimo. Hai lasciato una traccia importante. Per anni ed anni, per tutta la vita hai amato la tua terra, la storia remota, le pietre, le ghiaie, i macigni, gli utensili lacerati dal tempo.

Caro Dino, ho intitolato Monte Rovello questo mio contributo perché conosco quanto quel luogo sia stato per te. Una svolta, un grido verso chi distinguendo antepone “necessariamente” il ruolo alla passione. Quest’ultima, a volte è talmente elevata da farsi essa stessa ruolo che, sia pur non formale, finisce nella sostanza per essere di grande validità sociale.      

Il nostro territorio, dobbiamo riconoscerlo, ha avuto la fortuna di passioni forti che hanno tratto dall’oblio con grande efficacia ricchezze culturali che sarebbero state altrimenti ignorate.

Grazie Odoardo per tutto quello che hai rappresentato. Sono certo che si farà del tutto perché le nuove generazioni della nostra città ti conoscano.

CARLO ALBERTO FALZETTI