LO SPORT SECONDO PAPA FRANCESCO. 4: INCLUSIONE
di STEFANO CERVARELLI ♦
Nel cammino di presa di confidenza con “l’enciclica laica” sullo sport di Papa Francesco, la quarta parola che ne riassume il pensiero è: INCLUSIONE.
Questo, speriamo, sarà l’anno delle Olimpiadi; la massima rappresentazione sportiva da sempre costituisce un segno, un momento d’ inclusione, da contrapporre con decisione alla cultura del razzismo, della discriminazione, dello scarto.
Ecco, al riguardo, il pensiero del Sommo Pontefice.
“ Chiediamo al Signore la grazia di poterci avviare verso un anno di ripartenza di tutto. Penso, ad esempio, al dramma della mancanza di lavoro e della conseguente sempre maggiore disparità tra chi ha e chi ha perso anche quel poco che aveva.
Certamente le Olimpiadi, di cui ho sempre apprezzato il desiderio innato di costruire ponti invece che muri, possono rappresentare anche simbolicamente il segno di una ripartenza nuova, con il cuore nuovo.
All’inizio dell’esperienza delle Olimpiadi, infatti, si prevedeva addirittura la tregua dalle guerre nel tempo delle competizioni.
Ogni quattro anni il mondo ha la possibilità di fermarsi per chiedere come sta, come stanno gli altri, qual’è il termometro di tutto.
Non per nulla certe gesta olimpiche sono diventate simbolo di una lotta: pensiamo al razzismo, all’esclusione, alla diversità.
Celebrare le olimpiadi è una delle forme più alte di ecumenismo umano, di condivisione della fatica per un mondo migliore”.
Dopo le parole, riportate integralmente, del Papa, come le altre volte, un compendio del commento con il quale,don Marco Pozza, il teologo ciclista e maratoneta, accompagna le parole del Santo Padre.
– Volessimo tentare di racchiudere il magistero di Papa Francesco varrebbe il motto “Inclusi gli esclusi.”
Prendendo poi in prestito dalla lettera agli Efesini (1,10) di San Paolo il verbo ricapitolare, si può dire che niente di meglio può fare al caso nostro in quanto il suo significato profondo consiste proprio nell’includere dentro tutti.
Ecco perché ”gli stadi francescani“ sono i luoghi della periferia, le galere, i campi profughi, le bidonville, i luoghi del partire.
Cassius Clay (Muhammad Alì), il più grande pugile di tutti i tempi, usò la sua classe e la sua fama a favore dei diritti civili degli afroamericani – il suo esempio fu poi seguito da altri atleti; le tematiche che colpivano i fratelli neri, meno fortunati, avevano cittadinanza in lui.
Il contrario dell’inclusione ovviamente è lo scarto, il rifiuto; nello sport paralimpico troviamo ancor più rimarcata la “teologia dello sport“ di Francesco: il diverso viene incluso, il limite diventa una ricchezza, lo sport trattiene il sapore dell’amatorialità, del divertimento. Senza passione lo sport perde la sua magia.
Per il Papa saggezza è anche imparare a stare con le differenze senza volerle eliminare; stare con i ricchi senza eliminare i poveri; stare con i poveri senza beffeggiare i ricchi.
Una parte importante poi dell’inclusione è l’ascolto: ascoltare la realtà, amarla per come è; per Francesco questa è la prima esercitazione, per tentare poi di trasformarla.
Al contrario, non ascoltando, si rischia sempre di lasciare fuori qualcuno.-
fin qui don Marco Pozza.
Perdonatemi e non accusatemi di immodestia se, a queste illuminanti considerazioni, aggiungo una brevissima riflessione, ma ci tengo a farla.
Quelle che abbiamo letto sono parole belle, che danno, se ce ne era ancora bisogno, il senso dell’importanza, del valore, della necessità quasi che lo sport assume e dovrà sempre più assumere, nella società.
Un’attività che, invece, in questo periodo sta venendo mortificata tanto da far sospettare – e lo dico con paura – che non si riesca a coglierne la giusta portata.
Ma così facendo sta venendo meno una componente importante nello sviluppo e crescita della personalità e socialità dei giovani, giovanissimi e bambini ai quali è preclusa la possibilità di fare attività sportiva.
Scuola e sport, palestre importanti della vita, momenti importanti della crescita individuale e sociale, stanno venendo meno.
Ma questa è un’altra storia.
Appuntamento alla prossima parola di Papa Francesco che sarà, neanche a farlo apposta: spirito di gruppo.
STEFANO CERVARELLI