ISONZO!
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Isonzo!
Non il fiume che levigava come un sasso la gioventù sventurata,
Non il luogo ove si consumarono tragiche le spallate del Cadorna.
Tu eri per me il luogo dei sogni in bianco e nero.
S’entrava nel tuo corpo rettangolare per uno squallido ingresso dove il nonno ritirava il biglietto
e tu, coscienza che vai a ricordare,
posavi gli occhi, indugiando, sul grande cartellone a colori.
Attesa lunga, malvagia, sembrava senza fine.
Ascoltavi suoni e ti immaginavi scene,
sentivi ridere e ti inquietavi,
ti inquietavi per non esser con loro al di là del tendone.
Il tendone. Il cupo , il cattivo, il perfido impedimento.
Qui l’ansia, là il sogno, l’irraggiungibile mondo sidereo, il de-siderato.
Ma il nonno era irremovibile. Si varca quando si deve. Ora s’attende.
Poi i suoni tacevano d’un colpo,
interveniva un frastuono.
La pesante coperta s’ apriva ed una folla col sorriso ancora impresso nel volto si riversava fuori .
Il varco!
Attraversavi inquieto quel confine,
eri dentro.
Odore acre t’accoglieva, l’aria dal sapore di bruscolini, aria di fumo che assaliva la gola.
Ma c’era un odore in più,
odore tutto suo che esisteva soli lì,
come odore di pellicola scaldata, come indizio di macchina troppo utilizzata.
Eccoli i nostri idoli, tutti insieme,
Guarda, ti stanno salutando dentro il muro bianco.
Tarzan con quello sguardo indimenticabile e Cita e Jane della jungla.
Tarzan che nuota con tanti schizzi e sta sempre allo stesso posto.
Stanlio e Ollio ed il delirio del riso che ti scuote il basso ventre!
Stanlio e Ollio e Fra’ Diavolo,
e Gungadin il portatore d’acqua,
e Francis il mulo parlante,
e Gianni
e Pinotto.
Tutte figure che facevano parte del Piano Marshall (l’ERPE, per noi).
L’America che entrava nell’animo degli italiani dopo tanta sofferenza. .
Ma tutto aveva il suo prezzo. Noi non potevamo sapere. Contava il miracolo, punto e basta!
Farina , carne in scatola e gomme americane in cambio di consenso popolare.
Sogni in bianco e nero in cambio di ebbrezza per le stelle e strisce da parte delle giovani anime in formazione.
L’incubo era passato. Che altro importava?
L’Isonzo era il nostro cinema paradiso.
Noi non sapevamo ancora che quel nome era legato a tanto sangue.
Noi vivevamo l’intensa emozione.
CARLO ALBERTO FALZETTI
Il grande merito della brevità ❤️❤️❤️
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