SALVIAMO IL FONDO RANALLI DAL VIRUS DELL’INDIFFERENZA
di GIORGIO ZINTU ♦
E’ difficile parlare di cultura in tempi di COVID. Altre sembrano essere le vere emergenze ma, appunto, “sembrano”. Teatri, cinema, musei, convegni, associazioni subiscono gli effetti di una crisi sanitaria che impone un distanziamento sociale, molto spesso in aperta antitesi con lo spirito stesso di tutto ciò che per definizione è coinvolgimento, impegno comune, stare insieme agli altri in un luogo fisico che nessuna virtualità potrà sostituire.
Tardivamente ci si accorgerà di come la situazione attuale produrrà un’onda lunga con effetti gravi su spazi, esperienze, storie, memorie collettive e valori. Pezzi pregiati della nostra storia che si ritenevano consolidati risultano, al contrario, troppo fragili per resistere e potranno essere cancellati in tempi tanto rapidi quanto sorprendentemente duraturi.
Per questo l’Associazione “Amici del Fondo Ranalli-ODV” di Civitavecchia, di cui sono uno dei soci fondatori, avverte la responsabilità di lanciare l’allarme sulla chiusura che incombe sul Fondo intitolato al Senatore, a appena sei anni di distanza dalla sua inaugurazione presso la scuola “Cesare Laurenti”.
Giovanni Massarelli ricordava in “Una città in bilico” come nel 2009 era nata la decisione di Giovanni Ranalli di una donazione alla scuola del suo patrimonio librario e artistico.
“Un anno fa ci siamo ritrovati per raccontare agli alunni di quella scuola di via XVI Settembre, che ci aveva visto entrambi scolaretti nel 1930, le nostre esperienze scolastiche e di come fossimo consapevoli dell’importante ruolo che la scuola svolgeva e svolge nella società, oggi come allora. In un momento di grande commozione, Giovannino Ranalli promise che avrebbe lasciato in eredità a quella scuola la sua immensa biblioteca, come segno della sua gratitudine a un’Istituzione che gli aveva permesso di raggiungere mete impensabili. Ha mantenuto la parola: tutti i suoi libri saranno ospitati al terzo piano della scuola “Cesare Laurenti” e costituiranno una notevole fonte di ricerca per tutti gli alunni che troveranno la possibilità di consultare testi particolari che sono la raccolta di una vita dedicata al sapere”.
Un gesto esemplare, un messaggio inviato alla città e alle giovani generazioni da una persona che aveva ricoperto incarichi amministrativi, politici e istituzionali di altissimo rilievo e per questo si definiva “Uomo di partito e delle istituzioni”.
Come sa chi l’ha visitato, il Fondo non comprende soltanto una biblioteca di oltre duemila libri, tra cui opere di grande pregio tra le quali il Codice Atlantico in edizione restaurata, ma anche una raccolta di quadri di importanti artisti (tra cui Carlo Levi, Ennio Galice, Giovanni Massaccesi, Renzo Vespignani) oltre a pregiate icone russe di fine Ottocento e arredi di notevole fattura. Tutto sistemato in tre ambienti della scuola.
In questi anni la nostra Associazione di volontariato non si è limitata a favorire la consultazione delle opere, ma ha anche avviato progetti e attività diverse: presentazione di saggi, documentari, la lettura con “Ioleggoperché” e la formazione con i corsi di Alternanza Scuola-Lavoro e oltre duecento studenti partecipanti, progetto Leonardo da Vinci e Luigi Calamatta. Il Fondo è stato anche uno dei centri culturali visitati, per il 400° anniversario dell’ambasceria di Hasekura Tsunenaga, dalla delegazione della Città di Ishinomaki alla quale sono state presentate le realizzazioni degli alunni della Scuola Laurenti.
Tutto questo ci è parso il modo migliore per onorare la memoria del Senatore rispettando la sua volontà di offrire un’idea viva dell’istruzione e della cultura, favorendo il rapporto tra la scuola e la città.
Con questo scopo sono stati creati canali interattivi di comunicazione, il sito internet fondoranalli.org, la pagina Facebook, il canale YouTube per divulgare i contenuti e le iniziative del Fondo oltre i confini cittadini.
Nulla lasciava prevedere quello che è accaduto nelle ultime settimane. Per esigenze didattiche la scuola ha richiesto l’uso di due dei tre locali e programmato l’occupazione di tutti gli spazi ad esso dedicati.
Di fatto il Fondo è stato smantellato, i suoi pezzi ammassati alla meglio, e la scuola è intenzionata a trasferirlo in altra sede.
Non possiamo che manifestare la nostra preoccupazione perché appare più che fondato il rischio che in una situazione così confusa si verifichino dispersioni e danni ai beni. L’Associazione è pertanto interessata a salvaguardare il patrimonio artistico e culturale e continuare a promuoverne la missione iniziale.
Allo stesso tempo non si può non sottolineare che ci troviamo in presenza di uno stato di crisi generale dell’associazionismo culturale cittadino, che si evidenzia soprattutto in problemi di carattere economico e nella inesistente disponibilità di spazi fruibili che la crisi sanitaria ha solo accentuato. Tutto è fermo, ma sappiamo che tutto ciò che non si sviluppa finisce per far regredire il sistema sociale complessivo. Il Fondo Ranalli non è che la punta di un iceberg, spetta ora alle Istituzioni trovare nella piena collaborazione di tutti una soluzione idonea.
E’ importante fare di questa “emergenza” un’occasione di riflessione e di iniziativa più generale, perché la cultura non può morire, prima che per il virus, per la nostra indifferenza.
GIORGIO ZINTU
Email zintu.giorgio@gmail.com
Ho commentato su Facebook la questione perfettamente illustrata da Giorgio e credo utile ripetere qui quelle mie semplici riflessioni perché vorrei confrontarle con quelle degli amici di SpazioLiberoBlog. L’argomento mi sta particolarmente a cuore per molti motivi.
La gravità del fatto è inaccettabile. Nel mondo, credo che il 90% (una stima del tutto ipotetica ma non lontana dal vero e forse per difetto) del patrimonio artistico e culturale collettivo (per non dire di quello intellettuale) è fatto da lasciti e donazioni di “Grandi Anime” che hanno creduto ad una loro missione generosa nei confronti del paese natio e dei suoi cittadini. Sappiamo perfettamente che a Civitavecchia, purtroppo, queste azioni generose hanno avuto un esito vergognoso: basti pensare alla collezione Calamatta dell’ammiraglio Cialdi e ai fondi Piau reperiti per sistemarla nell’Infermeria Presidiaria ed a tutt’oggi irreperibili. In effetti, nonostante i tanti regali alla città di tipo non “patrimoniale” che si sentono spesso pubblicizzare, i lasciti non sono stati numerosi forse perché se ne intuiva la sorte. Ho letto qualcosa a proposito di Hasegawa…
Non voglio citare altri episodi grandi e piccoli, vecchi o nuovi ma veramente penso che ignorare un impegno preso a nome della Città da parte di un’amministrazione e tradire la memoria del senatore Ranalli sia un fatto di gravità assoluta.
Del resto, se parliamo di Alessandro Cialdi, di Francesco Guglielmotti o di Luigi Calamatta e degli altri figli illustri che hanno onorato la Città, evitiamo di portare fiori o corone sulle loro tombe. O di portarci potenziali turisti (in un eventuale futuro senza restrizioni). La cura per “l’urne de’ forti” è un dovere civico pari a quello del rispetto delle volontà di un benefattore.
Leggendo un intervento di Tarcisio De Paolis ho aggiunto che una soluzione di ripiego ma non peregrina per il Fondo Ranalli, potrebbe essere, se il Comune c’è, quella di… Non ho detto altro, ma anche su questo aspetto, che riprende quanto detto da Maria Grazia Verzani sulla mancanza di luoghi per la cultura dove custodire opere, donazioni e altro. Argomento che ne spalanca altri, su cui è indispensabile ed urgente chiarire le nostre idee.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Riscrivo la mia ultima frase, “partita” con qualche lacuna, per maggiore chiarezza.
Non ho detto altro, ma anche su questo aspetto, che riprende quanto detto da Maria Grazia Verzani sulla mancanza di luoghi per la cultura dove custodire opere, donazioni e altro (argomento che ne spalanca altri), è indispensabile ed urgente chiarire le nostre idee.
"Mi piace""Mi piace"
Ho conosciuto da vicino il lavoro degli “Amici del Fondo Ranalli” collaborando con loro nelle classi quarta e quinta della scuola primaria attraverso l’organizzazione di corsi per l’insegnamento di piccole poesie chiamate “HAIKU”. Si tratta di componimenti originari del Giappone a cui i bambini hanno risposto in modo entusiasta. Questo spazio all’interno della didattica scolastica ha prodotto un lavoro da parte degli scolari che è stato presentato in una giornata a loro dedicata alla Cittadella della Musica di Civitavecchia, alla presenza delle istituzioni scolastiche, degli insegnanti e genitori. Questo è soltanto un esempio di un grande patrimonio di conoscenza fatto di libri e di esperienza diretta del Fondo Ranalli che deve essere a mio parere tutelato coinvolgendo le istituzioni comunali , la scuola, le associazioni culturali proprio perchè questa terribile pandemia non lasci soltanto macerie.
"Mi piace"Piace a 2 people
Leggo con ritardo e con grande avvilimento l’ennesimo bombardamento subito dalla cultura della Petite Ville. Cari amici, siamo onesti, rimane solo il piagnisteo annuale dei bombardamenti che si sarebbero portati via chissà che cosa. Come ho già detto in questo spazio, in cui arriva il venticello fresco e gagliardo della cultura, mi dichiaro vinto. E l’accatastamento del Fondo, che conosco molto bene, è l’ultimo di tanti gesti cari agli stracciaroli amministratori. Che fine ha fatto il Centro culturale di Villa Albani, meritatamente sulle pagine culturali dei giornali nazionali, e la Cittadella della Musica che avrebbe dovuto ospitare i laboratori, e l’Archivio comunale, che fine sta facendo il Traiano, e l’Arena Pincio che rimane una distesa di seggioline? Mi fermo qui e alla memoria più recente con evidente voltastomaco, perché è bene dirlo: ci crediamo in molti, ci impegnamo a gratis (la parola volontariato mi suona di nuovo astrattismo), ce la mettiamo tutta, vorremmo che la nostra città fosse al passo con le altre (anche con i paesini), ma vince la passerella elettorale e poi l’indifferenza. Gli spazi per la cultura non c’erano negli Anni Ottanta, e si facevano teatro, musica, mostre e si creavano poi questi spazi, ora cancellati dall’incuria e dall’indifferenza.
Silvio Serangeli
"Mi piace""Mi piace"
Potremmo dire che la città, la comunità, resetta la propria memoria quotidianamente. Nel frattempo tutto il lavoro fatto va perduto. A volte si ricomincia da capo e a volte si rinuncia, non sappiamo chi vince ma sappiamo forse cosa si perde.
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Spazio. SALVIAMO IL FONDO RANALLI DAL VIRUS DELL’INDIFFERENZA |
Si sente direspesso:addio anziani addio alla memoria, addio ad una generazione che ha vissuto un secolo di profonde trasformazione ed è vero, ma a parte queste considerazioni gli anziani sono per lo più soli o rinchiusi nelle cosiddette Case di riposo, dove sono morti isolati, abbandonati.
Il solo interesse è impossessarsi dei loro beni, dei loro sacrifici con poche eccezioni, Sono utili solo quando servono e non diciamo ipocrisie. Anche Ranalli che ha generosamente dato fino all’ultimo, anche le cose che amava di più e stato oscurato, il suo lascito trattato come spazzatura, per ora nessuna soluzione certa un silenzio di tomba!
"Mi piace""Mi piace"