L’Epistolario.
Incontro con ALBERTO ZIELLO ♦
– Da una lettura attenta della sua biografia, abbiamo appreso quanto sia stato impegnato nel sociale. Insegnante di filosofia, attivo politicamente e nello stesso sindacato settore scuola. Ha ricoperto incarichi di giunta della sua città, come assessore ai trasporti ed al commercio. Inoltre è stato presidente di un acquedotto e di consiglio di quartiere. Il ministro di grazia e giustizia del suo partito, volle che facesse parte della sua segreteria particolare, ed inoltre, il comune di Badia Tedalda, in pr. di Arezzo, le ha conferito la cittadinanza onoraria. Di fronte a cosi importanti impegni, c’è da domandarsi dove abbia trovato il tempo, per scrivere ben 22 romanzi e cinque volumi di poesie.
Rispondere a questa domanda non mi è difficile, perché fin da studente, ho lavorato di notte. La notte mi è stata sempre amica, cosi come la solitudine che mi è stata sempre fedele amante. Scrissi il mio primo libro, nel lontano 1969 con la casa editrice Gastaldi Milano: “Pensieri e rimembranze di un ignoto, fogli sparsi e perduti dal vento.” Soltanto però a distanza di qualche anno, scrissi e pubblicai, “l’amaro destino di Alessandro.” il successo di questa pubblicazione, mi consigliò di dare alle stampe “l’ultima estate di Julia.” Il successo dell’opera, mi aiutò, a ritirarmi da ogni attività che non fosse semplicemente di natura letteraria. S’avviò cosi, la mia esistenza di scrittore. Le memorie di Annalina in Civitavecchia, aprirono la strada a “Maria Rita mal’anima” e quindi: “Suor Cecilia, padre Giuseppe, nel segno dell’amore, il prof Armando, Giulio il violinista” e così via.
Un mattino, mio figlio Dario, si presentò nel mio studio chiedendomi di scrivere un giallo per lui, sorrisi, perché la richiesta suonava come una sfida, allora, nacque la serie di polizieschi improntati alla figura del commissario Stai. Giorni addietro, è stato pubblicato il mio scritto: “L’epistolario.” Un romanzo che narra momenti di vita di persone, in lotta con se stessi e la realtà che li circonda. Mi spinge a mettere in evidenza, la prossima pubblicazione del mio libro: “due avedenti allo specchio.” confesso che in questo libro, ho impegnato tutto me stesso. Non è stato facile penetrare nella psiche di due donne prive della vista, e poterne mettere in evidenza pregi e difetti, evidenziare i comportamenti colpevoli di una società, che ritiene un inferiore, colui che per nascita o altri accadimenti, è oggetto di qualche disabilità. Le conclusioni a cui sono giunto, prevaricano ogni immaginario non progettato che l’immensità della verde prateria della fantasia, la faccia come al solito da padrona.
ALBERTO ZIELLO
Un saluto fraterno ad Alberto, veramente di cuore!
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