IL SEGRETO DEL DOTTOR BARRY.
di GIORGIO LEONARDI ♦
«La verità è l’anagramma di un anagramma».
(Umberto Eco, “Il pendolo di Foucault”)
Nel 1809, mentre la Gran Bretagna è impegnata militarmente nella penisola iberica per frenare l’arroganza di conquista napoleonica, un ragazzo piccolo, esile e dal viso imberbe registra la propria iscrizione alla Facoltà di Medicina dell’Università di Edimburgo. Ha un aspetto troppo giovane e molti dubitano che possa essere adatto a seguire dei corsi accademici. Vincendo le diffidenze iniziali riesce, alla fine, a farsi accettare. Si chiama James Barry e a tutti sembra subito un soggetto stravagante. Apparentemente timido e schivo, con una voce sottile, dimostra una scarsa propensione sociale. Però studia sodo, è intelligente e brucia le tappe, conseguendo il titolo di dottore nel 1812, a soli 22 anni.
Con il titolo in tasca James si arruola nell’esercito britannico. Ma non per fare la guerra, non per ammazzare persone, bensì per salvarle. Di Napoleone a lui interessa poco, però ha conoscenze altolocate: chiede di evitare la visita medica preliminare all’arruolamento e, grazie a loro, ci riesce. Gli esami professionali, invece, li sostiene regolarmente e li supera in maniera brillante. Viene mandato per qualche mese a far pratica presso l’Ospedale di Plymouth, quindi entra ufficialmente nei ranghi dell’esercito come chirurgo militare. Data la sua straordinaria duttilità, viene inviato in giro per i possedimenti della Corona Britannica, e viene persino nominato ispettore coloniale.
In effetti Barry si distinse per l’incredibile bravura nel suo mestiere, ma anche per alcune stravaganze che non passarono inosservate. Convintamente vegetariano, era pure astemio. A tanta virtù corrispondeva però un temperamento suscettibile, litigioso e collerico. Non tollerava le prese in giro sul suo aspetto e sulla sua voce. E, quando ciò si verificava, cedeva alle sue proverbiali intemperanze caratteriali, che talvolta lo portarono addirittura a ingaggiare duelli d’onore. A causa di tali eccessi subì inevitabili provvedimenti disciplinari da parte delle autorità militari. A dire il vero, anche il suo modo di presentarsi suscitava qualche perplessità: non toglieva mai il suo lungo cappotto con ampie spalline (che indossava persino nei climi caldi dei paesi esotici), portava camicie ricamate sotto la giacca e grandi stivali con rialzo interno e tacco esterno. Decisamente stravagante, ma dannatamente bravo. Nel corso del suo incarico in Sudafrica compie un’operazione straordinaria e all’avanguardia: pratica il primo parto cesareo del continente, salvando con le sue abili mani, in condizioni difficili, sia la mamma che il bambino. Ma è qui che conosce anche lord Charles Somerset, allora governatore di quel territorio d’oltremare. Si sparsero quindi voci insinuanti e scabrose sulla natura del loro rapporto. Erano altri tempi, e i due vennero processati con l’accusa di omosessualità. «A ogni parola muore una reputazione», scrisse il poeta Alexander Pope. E malgrado l’assoluzione, le conseguenze dello scandalo furono evidenti, e per qualche tempo l’eccentrico dottor James Barry dovette mettere da parte le sue ambizioni. Ma non per sempre, perché la sua carriera ripartì proprio dalle file dell’esercito. Partecipò alla guerra di Crimea, nel 1831, svolgendo un’opera encomiabile di assistenza sanitaria e meritando una decorazione al merito.
Nel 1845 ai Caraibi, dove prestò servizio per conto del governo di Sua Maestà, contrasse una brutta forma di febbre gialla, ma rifiutò ostinatamente di farsi ricoverare e tornò subito a Londra dove pretese di essere curato solo dai suoi parenti più stretti. James Barry si ristabilì, tornò al lavoro e promosse una straordinaria opera di modernizzazione della sanità britannica contro ogni ingiustizia, distinguendosi per umanità e rigore professionale. Grazie alle sue battaglie migliorarono sensibilmente le condizioni dei malati di qualunque estrazione e provenienza. Divenne quindi ispettore generale degli ospedali militari in Canada, ma fu questa la sua ultima importante carica. Una salute malconcia e un’età non più giovanissima, nel 1864, costrinsero Barry a tornare a Londra, ritirandosi suo malgrado a vita privata.
Un attacco di dissenteria di origine virale stroncherà la sua vita il giorno 25 luglio del 1865. Fu la donna di servizio, Sophia Bishop, a rinvenire il suo corpo esanime. E qui, nell’epilogo di questa storia, si apre un altro capitolo… che forse, alla luce delle nuove notizie, vi costringerà a rileggervi quanto avete letto finora. Oppure no, se conoscevate già la curiosa storia (del resto abbastanza nota) del dottor James Barry.
Il fatto è che la domestica, nel tentativo di soccorrere il suo padrone, scoprì con grande sorpresa che era in realtà la sua padrona: James Barry era una donna a tutti gli effetti. E, a quanto riferì, il suo corpo recava anche la traccia di una passata gravidanza. Non disse nulla però, fino all’inumazione della salma, rispettando in parte i “desiderata” della persona defunta che, in effetti, sperando di tenere nascosto il suo segreto, aveva persino dato disposizione testamentaria di essere sepolta con gli stessi vestiti indossati al momento del decesso.
A questo punto manca una parte dell’incredibile storia di James Barry, quella iniziale, da anteporre ai fatti narrati all’inizio di quest’articolo. Eccola.
James Barry si chiamava, in realtà, Margaret Ann Bulkley ed era nata in una famiglia irlandese piuttosto indigente. Quando era ancora una bimba aveva subito una violenza sessuale da parte di uno stretto congiunto. A seguito di questo sopruso, rimase incinta e diede alla luce una creatura che, per tacitare eventuali scandali, venne fatta passare per sua sorella. Margaret, crescendo, non volle saperne di svolgere mansioni femminili: voleva fare il medico, in anni in cui a nessuna donna era consentito esercitare quella professione né accedere ai relativi studi universitari. Margaret e sua madre si rivolsero al fratello di quest’ultima, in cerca di aiuto. Questi si chiamava James Barry ed era uno stimato pittore e professore alla Royal Academy. Forse è brutto dirlo ma il miglior aiuto che Barry poté dare alla nipote fu quello di morire tre anni dopo, lasciandole in eredità i soldi necessari per studiare… e con essi il suo stesso nome. Da quel momento, cioè dal 1806, Margaret scomparve dalle cronache di questo triste pianeta, e quella timida e ritrosa fanciulla assunse l’identità del defunto James Barry, neostudente di Medicina, abbigliandosi da uomo e nascondendo agli occhi del mondo la sua vera sessualità, riuscendoci per l’intera durata della sua vita, ostentando persino a tratti un carattere impositivo e spigoloso, tanto che Florence Nightingale (eroina, tra l’altro, dell’emancipazione femminile) la conobbe nelle sue sembianze maschili e non esitò a definirla «un bruto» e «un mascalzone».
Sembra incredibile ma, dopo lo svelamento post-mortem, la sua storia venne nascosta negli archivi dell’esercito inglese e tenuta segreta fino agli anni ’50 del Novecento.
Margaret fu sepolta come uomo e, per giunta, con tanto di gradi militari. E invece fu la prima donna medico dell’Inghilterra: una risposta a ogni assurdo pregiudizio. Taluni hanno adombrato addirittura un caso particolare di ermafroditismo, adducendo prove anatomiche tutte da valutare. Resta il fatto che Margaret/James nacque biologicamente di sesso femminile, e che per seguire le proprie legittime inclinazioni fu costretta a spacciarsi per uomo. Una storia da romanzo, una protagonista degna della penna della miglior Virginia Woolf, o parente stretta della Callie di “Middlesex” di Jeffrey Eugenides. Ma anche un monito sulla relatività delle cose perché spesso, come diceva Freud, il falso non è che il vero visto semplicemente sottosopra.
Fuori dalla finzione narrativa, oggi il dibattito su queste tematiche è particolarmente vivace, e questa storia vera ci fa riflettere sull’importanza del ruolo delle donne nella nostra società. Ma soprattutto è giusto chiedersi se, in fin dei conti, sia davvero rispettoso almanaccare sulla sessualità di James Barry. E non sia piuttosto il caso di ricordare questo straordinario personaggio semplicemente come una delle figure più rilevanti della medicina moderna.
GIORGIO LEONARDI
Bell’articolo che denota una particolare sensibilità per i temi femminili. Mi permetto soltanto di sottolineare che dopo più di duecento anni dalla nascita di Margaret /James siamo ancora a discutere ed “almanaccare sulla sessualità di James Barry”. Ma quando l’umanità si risveglierà dai pregiudizi?
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Grazie Marina Marucci! Sottolineatura più che opportuna, come infatti chiosavo anch’io a fine articolo. Mettere in luce la controversia sull’aspetto di genere aveva proprio l’intento di farci riflettere sul fatto che per troppo tempo un assurdo pregiudizio ha privato l’umanità del genio e della creatività delle donne, in tutte le discipline dello scibile.
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