Marangone 4
di SILVIO SERANGELI ♦
La conclusione della ricerca di cui ho parlato nelle precedenti tre parti mi porta all’archivio della Banca d’Italia.
L’archivio della banca d’Italia
Mi chiedo: ma che fino hanno fatto i documenti dell’Azienda? E quelli di de’ Stefani? Magari, come molti altri, saranno andati dispersi o addirittura bruciati. Faccio una ricerca e, dopo diversi tentativi, trovo il riferimento che c’è un fondo de’ Stefani nell’archivio della Banca d’Italia. «Certo che c’è – mi risponde il gentilissimo archivista -, le carte sono state acquisite per volere dell’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi, e i documenti sono stati da poco scannerizzati».
Molto bene. Mi possono mandare l’elenco del fondo e le scannerizzazioni che mi occorrono me le possono scaricare in un DVD. La spesa non è eccessiva. Studio l’elenco, faccio la scelta dei documenti che riguardano l’Azienda Marangone (le varie fasi dell’acquisto del terreno, i lavori di bonifica, gli investimenti per le coltivazioni, le liste dei contadini e dei mezzi e molto altro). A sorpresa, scopro che ci sono alcune carte che collegano de’ Stefani allo stabilimento SPCN dell’alluminio di Aurelia. Concordo con l’archivista una mia visita con un operatore televisivo per un’intervista, una ripresa dell’archivio e di qualche documento significativo. Tutto bene.
Invio l’elenco con i file da scaricare e attendo notizie per il pagamento. Tutto male. Una ricerca più attenta ha fatto aumentare a dismisura i documenti fino ad arrivare al numero di 1209! Ci sono fogli sparsi, appunti, fatture che non erano state considerate. E quindi bisogna che mi rechi all’archivio di persona per una cernita ritenuta impossibile da parte del personale. E qui si infrange la ricerca con un po’ di delusione. Del resto le mie forze non mi permetterebbero numerosi viaggi in treno e poi in taxi fino alla sede di via Nazionale, e neppure le faticose sedute in archivio che ha anche un orario ridotto. Non trovo aiuti e lascio.
Il fondo de’ Stefani
Riporto qui di seguito l’elenco delle disponibilità che riguardano il fondo de’ Stefani all’archivio della Banca d’Italia. Chissà, magari c’è qualcuno che potrebbe essere interessato a completare la storia di questa realtà unica e poco conosciuta.
13 Corrispondenza (p.71)
41 Cartelli-Alluminio (carte 27 e 2 ritagli giornale.1931)
47 Varie (p.151)
3 Marangone-Concessioni
4 Marangone 1929
5 Torre del Marangone-Conti di casa
6 Marangone 1931
7 Marangone 1932
8 Marangone 1933
9 Marangone 1937/39
10 Marangone 1940 Corrispondenza
11 Marangone 1941/42 Corrispondenza varia
49 Marangone (p.155)
1 Marangone 1929/31
2 Marangone 1934
3 Marangone 1935/36
4 Marangone Varie 1926/36
Pensierino
Dell’Azienda Marangone sono rimaste le strutture, occupate dal Villaggio del Fanciullo; della fabbrica dell’alluminio SPCN sono rimaste le abitazione della cittadella, la segreteria è stata rasa al suolo qualche anno fa senza avere la premura di conservare alcuni arredi importanti nell’ambito dell’archeologia industriale. Almeno è rimasto qualcosa, perché del progetto di costruire a Civitavecchia le acciaierie, che poi sono finite a Terni, sono rimasti gli ulivi dell’Uliveto. Resta la pericolosa e pericolante, quasi mostruosa struttura dell’Italcementi: un monito per tante occasioni mancate e tanto lavoro perso. Per l’Archivio Storico meglio aggrapparsi ai ricordi.
SILVIO SERANGELI
Ulteriore prova che chi cerca trova. Dobbiamo metterci a cercare (tra l’altro) la statua di Santa Ferma e le nove “Protomi leonine” o “Mascheroni” della Darsena. Importanti le vedute del 1936, con la torre nella sua sostanziale solitudine, come la “rivoleva” la Variante 24 (del “decennio dell’ottimismo”). Questo svelamento del “Villaggio” (come quello dell’origine della Città-giardino Aurelia di Anna Piccolomini) è un contributo basilare alla Storia della città, perché nessuno ne aveva mai parlato. C’è ancora un mare immenso di conoscenze da riscoprire, ma basta dotarsi di una conchiglia per trasferirle nella nostra “buca” della memoria.
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