Metto la mascherina, lavo le mani e ho scaricato Immuni
di TULLIO NUNZI ♦
Metto la mascherina, lavo le mani, ho scaricato la app immuni, e seguo scrupolosamente le indicazioni. Ho sempre votato nel passato i partiti che attualmente sono al governo. Non sono un negazionista, e credo che il Covid sia un bel problema, sia dal punto di vista sanitario che economico. Il buon senso vorrebbe che si tenesse conto di tutti e due gli aspetti. Sara’ banale, ma si muore sicuramente di Covid, ma si rischia anche di morire per fame, conflitti sociali e perdita di lavoro.
Abbiamo una generazione di giovani vere vittime del prossimo futuro, prive di lavoro e di coperture sociali.
Fatta questa premessa, se dico che la politica, le istituzioni (ovviamente anche le opposizioni) sono e sono state carenti nella direzione politica, o almeno poco lungimiranti nella gestione di questi mesi, dico qualcosa di sbagliato.
Se sette mesi fa erano giustificati errori, ritardi, contrasti istituzionali, scelte, decisioni mancate, e affidarsi alla scienza con poche risposte politiche, si poteva pensare, che ad ottobre, mese in cui tutti avevano programmato una recrudescenza della pandemia, alcune decisioni fossero state prese.
Scopriamo invece che per fare un tampone si aspettano decine di ore; rischiamo problemi relativi alla rianimazione, come se in questi tre mesi nessuno avesse fatto prevenzione.
I trasporti sono allo sbando, come e peggio di marzo, alla scuola si aspetta ancora il cruscotto del ministro Azzolina, vaccini che in Lombardia costeranno il triplo rispetto al resto d’Italia, regioni che entrano in conflitto istituzionale, esattamente come alcuni mesi fa.
Ci affidiamo come al solito con DPCM e con comunicati stile secolo scorso, mentre ai giovani bisognerebbe parlare su instagram o affidarsi ad influencer per convincerli. Giusto o sbagliato se vuoi arrivare questo è il metodo.
Ritardi imperdonabili dopo essere stati mesi interi a discutere sulle carenze della medicina del territorio e dei tagli fatti nella sanità a livello territoriale.
Taccio sulle RSA che sono state al centro di discussioni, accuse, reprimende, cause e che dopo 4 mesi si ripropongono pari pari al periodo passato.
Sembra quasi lo stesso atteggiamento che si ha nei confronti del turismo: discutere, parlare evidenziare l’importanza, avere uno sconfinata speranza ma poi affidarsi allo stellone sperando che tutto poi si accomodi.
Ovvio che poi non sei abilitato a dare indicazioni di educazione civica, perché i cittadini, l’abbiamo detto tutti, maggioranza e opposizione, hanno in quei mesi rispettato le regole, nonostante le scelte fossero impopolari, come spesso debbono essere le scelte governative.
Detto ciò la cosa che maggiormente preoccupa a me uomo di sinistra, lo ribadisco, che nel momento in cui evidenzi dubbi, critiche perplessità, come credo sia giusto in un sistema democratico, da sinistra ti si accusa di fare il gioco delle destre.
A me che non ho mai frequentato ambienti di destra non per ragioni di principio “razziali” ma semplicemente perché non condivido progetti, programmi e teorie che per ragioni costituzionali rispetto .
I confronti si fanno su programmi condivisi o meno, unico confronto, non può essere destra e sinistra ma opinioni nel rispetto della costituzione
Non si possono soltanto tollerare comportamenti, contrari alla legge, siano essi mascherine, chiusure, ma si possono esprimere critiche.
Visto quello che sta succedendo ad Arzano con i commercianti, che hanno il diritto alla protesta ma debbono rispettare le leggi, siano nazionali o regionali. Potrei fare un hashtag io sto con i commercianti di Arzano e avrei migliaia di like, ma sarebbe sbagliato cosi come era sbagliato non rispettare le sentenze su Riace.
Alla retorica sovranista grezza e rozza si risponde con la complessità, la discussione, l’ammissione anche di errori, e assunzione di responsabilità, che sono tipiche delle democrazie avanzate.
La nostra è una democrazia fragile sia per la forza di un sovranismo che comunque e’ all’opposizione; comunque proporre il sorteggio dei parlamentari o dei giudici la reputo un pericoloso vulnus su cui tutti ahimè però abbiamo taciuto. Ma si sa in questo paese gli amici e gli alleati si tutelano comunque.
TULLIO NUNZI
Caro Tullio, torno a ribadire un concetto già espresso in questo luogo libero: uno scellerato ottimismo ha coniugato questa emergenza con il cambiamento rapido ed epocale della comunità del Bel Paese, che rimane quella di sempre con le sue lentezze burocratiche, le sue faide paesane, i suoi furbetti furboni. E poi, come se non bastasse, c’è la carica quotidiana dell’informazione fatta da mascalzoni che speculano sulla paura. E stanno sempre lì a gilettare come oracoli. Ultima considerazione personale sulle file (in questo periodo per motivi di salute ne sto facendo molte negli ospedali romani in un clima surreale) a chi si lamenta per le tre ore per il tampone ricorderei che siamo in tempi di guerra e che gli stessi hanno fatto file accampandosi di notte per accaparrarsi un biglietto di Vasco o il mega televisore in offerta, per non dire dell’ultimo modello di ipod. Macherine disinfettante e mani lavate sempre per la nostra coscenza che ancora regge all’urto cialtrone.
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