SUAREZ, ITALIANO……MANCATO

di STEFANO CERVARELLI

Sono sempre più convinto che una delle principali cause e fonte alimentatrice inesauribile del populismo sia di ricercare, senza ombra di dubbio, nella cattiva informazione dei mass media, di ogni tipo, o per meglio dire nell’uso strumentale e propagandistico che si fa di questa, nonché della sua gestione di parte.

A questo si aggiunga la frettolosità e la superficialità con la quale ci si accosta alla lettura della notizia e dell’abbondanza di luoghi comuni che vengono usati per commentarla, l’approfondimento, la ricerca delle giuste fonti sembrano” arnesi” di interpretazione ormai in disuso.

Tutto quello che ho brevemente accennato non può che portare ad un vero e proprio, “distorcimento” del fatto stesso, dandone un’interpretazione il più possibile vicina alle proprie convinzioni; in questo panorama poi non certo ultimi hanno la loro responsabilità i titoli ad effetto dei giornali.

Ecco allora che, da quanto brevemente esposto,  si evidenzia come prevalga in tanti casi l’uso strumentale di un qualunque episodio o notizia, e se gli organi di informazione devono sottostare ad una, diciamo così, logica di mercato  ed  editoriale che vuole che gli avvenimenti siano interpretati sulla base della categoria dei loro lettori, mi piacerebbe che così non fosse per chi ricopre ruoli di responsabilità politica, sociale ad ogni livello.

Bisognerebbe cioè avere la forza e la capacità di non usare, non strumentalizzare gli avvenimenti, specialmente quelli più clamorosi, dandone una lettura di parte, nel tentativo, a volte maldestro, di cavalcare l’emozione popolare.

Tranquillizzo subito chi mi conosce: ne parlerò nella più assoluta obiettività, senza farmi influenzare dalla mia …fede bianconera!

Ma prima di entrare nel merito dell’episodio voglio ricordare che il Procuratore Capo della Repubblica di Perugia, Raffele Cantone, s’è visto costretto a sospendere le indagini, rinviandole ad altra data, in seguito alla fuoriuscita di una notizia delicata e riservatissima proprio dai suoi uffici e il conseguente “show” (parole di Cantone), che su di questa si è inscenato.

Un caso, quello di Suarez, esploso con irruenza, divulgato, alimentato appunto da molti luoghi comuni, che sebbene volessero rappresentare un concetto caro a tantissimi (lo Ius soli) non hanno però permesso, né avuto il pregio, di far comprendere come effettivamente siano andate le cose.

Una storia che comunque, dopo aver bruciato tanti fuochi di paglia, non interessa più a nessuno, dato che il giocatore è approdato ad altra squadra, precisamente l’Atletico Madrid.

Certamente la questione non si sarebbe risolta tanto velocemente se il campione uruguaiano fosse terminato alla Juventus, cosa questa non resa possibile dai tempi lunghi della burocrazia in fatto di cittadinanza che avrebbero messo a rischio la sua partecipazione alla Champion; una questione, dicevo, che non avrebbe avuto un epilogo tanto rapido, se non altro per le modalità di svolgimento dell’esame.

Ma non certo per altro.

Non c’è stata nessuna trasgressione di legge, nessuna corsia preferenziale nei confronti degli 800.000 giovani (tanti sono secondo la fondazione Leone Moressa) che attendono di essere considerati italiani.

Suarez, per poter ricevere cittadinanza e passaporto italiano, si è avvalso di una   facoltà riconosciutagli dalla legge, una norma che prevede che nel caso di matrimonio con persona di cittadinanza italiana il contraente può a sua volta acquisire la stessa cittadinanza, previo, appunto un esame d’italiano.

Strano, molto strano che, chi gridava allo scandalo, ai soprusi, ai favoritismi abbia dimenticato questo” piccolo” particolare, specialmente uomini politici che con la materia dovrebbero possedere una certa familiarità.

I sostenitori dello Ius soli (ed io mi vanto di essere tra questi) si sono scatenati in una sarabanda di paragoni ed accostamenti che niente avevano a che fare con il caso del calciatore, ma non sembrava a loro vero di avere a disposizione un argomento di tal genere a sostegno delle loro tesi.

Ma così facendo non si è fatta una buona informazione.

 Forse della buona ed onesta informazione non importava tanto……ma ecco allora che questo non fa onore alla loro onestà intellettuale.

Ripeto, sono in prima liea nel reclamare il sacrosanto diritto che hanno tante persone di vedersi riconosciuti cittadini italiani a tutti gli effetti, ma strumentalizzare il caso Suarez non ha certo giovato a questa causa.

Una versione della contraddittorietà della faccenda la si trova, seppure non voluta, in un articolo apparso su Repubblica il 27 settembre scorso, riguardante un’intervista ad una lanciatrice di peso, di origine camerunense, che negli ultimi campionati assoluti ha conquistato la medaglia di bronzo.

Si chiama Danielle Frederique Madam.il titolo dell’articolo è:” Madam, l’anti Suarez, italiana solo nel 2030. Cittadina di serie C”.

Ora bisogna sapere che Danielle venne in Italia a 11 anni accompagnata da un suo zio, ora morto, e cresciuta in una casa-famiglia, dedicandosi con ottimi risultati al lancio del peso. Ha avuto solo la residenza, cosa che le permette di gareggiare in competizioni nazionali, ma non di andare in Nazionale.

Per avere la cittadinanza dovrà aspettare, nella peggiore delle ipotesi, il 2030 quando passeranno, dalla data della richiesta i 10 anni previsti più i quattro di cui lo Stato ha tempo per concederla.

Di qui il paragone con il famoso calciatore, che in quattro quattr’otto stava diventando italiano; ma è nella domanda conclusiva che si trova la chiave per capire tutto; eccola: “Ma lei ha mai pensato di fare come Suarez, sposando un italiano?”

Suggerisce alla ragazza di trasgredire alla legge, oppure di usufruire della facoltà che la legge le permette?

STEFANO CERVARELLI