LA VITA AL TEMPO DEL CORONA VIRUS (PARTE QUARTA)
di MARINA MARUCCI ♦
L’IMMUNITA’ DI GREGGE
In questi giorni scanditi dalle notizie concitate dei mass media e dal tempo che invece lentamente riempie le nostre giornate, mi sono appassionata nel voler approfondire la tesi proposta da alcuni esperti circa ”l’immunità di gregge”.
Riporto dai quotidiani: ”l’immunità di gregge è una protezione indiretta della popolazione che si crea quando la maggior parte diventa immune all’infezione, perché la contrae naturalmente o perché viene vaccinata. Permette a chi non è immune di godere di una forza di protezione a causa di una minore circolazione dell’agente patogeno.
Interrompe la catena di trasmissione del virus che circondato da persone immuni non riesce a raggiungere quelle suscettibili. Al contrario, più è alto il numero di individui suscettibili in una comunità, più sono alti i rischi di contrarre la malattia. E’ la strategia che si usa per le vaccinazioni come il morbillo, per proteggere tutti, compresi gli individui più vulnerabili. Per il morbillo la popolazione immune dovrebbe essere del 95% .
Se vengono mantenute coperture alte si impedisce al Virus di circolare fino alla scomparsa. Per il Covid 19 la percentuale si stima sia del 60% “.
Se ho ben capito, previa smentita di medici e sapienti che spero mi leggano, la mancata immunità porterebbe alla morte di un numero notevole di persone, visto che per la malattia COVID 19 non esiste ancora un vaccino.
Inoltre il termine immunità di gregge mi fa pensare all’umanità come ad un branco di animali che resistere all’attacco dell’infezione, verso la quale una grande proporzione dei sui membri del gruppo è immune: deriviamo dal regno animale, ne condividiamo le leggi e dobbiamo tenerne conto, quello che forse abbiamo dimenticato.
Qualcuno la chiama invece “immunità di comunità” dove è insisto il concetto di solidarietà: ” … Ma in questo momento non siamo abbastanza preparati ad affrontare questo virus perché ci è praticamente ignoto e tende a cambiare, per questo è una pratica sconsigliata e da irresponsabili: l’immunità di gregge sarà raggiungibile con il vaccino“ detto dal Prof. Albero Mantovani, immunologo, che prosegue: “Bisogna ragionare sul prezzo di un’immunità ottenuta non con un vaccino, ma esponendo come è stato detto, il 60% della popolazione britannica al virus. Ammettiamo, in modo forse ottimistico, una mortalità del 2%. Su un milione di persone vuol dire 20 mila morti; su 10 milioni, 200 mila morti. Ma facciamo un conto ancora più drammatico. Il 10% dei malati ha bisogno di terapia intensiva e respirazione assistita: su un milione di persone servirà a 100 mila pazienti”.
Allora penso che ha fatto bene il nostro governo a decretare il lock down, dopo qualche iniziale incertezza, mettendo al di sopra di tutto la vita e il benessere dei suoi cittadini. Questa scelta difficile e criticata ha sostituito il mancato vaccino: invece di esporre la popolazione al virus la proteggiamo con la quarantena in casa, perché nessun sistema sanitario al mondo potrebbe reggere l’impatto di una emergenza con migliaia di pazienti in terapia intensiva, ci sarebbero troppe vittime e molti non potrebbero essere curati. Quello che sta succedendo forse nei paesi Anglo- Sassoni e non solo, dove qualcuno riteneva, con un certo cinismo, che le persone si sarebbero dovute rassegnare a perdere i loro cari, magari i più anziani. Poi, per la legge del contrappasso o Karma ( così ben spiegata nelle filosofie e religioni orientali) chi era il portavoce ne ha subito le conseguenze.
Rifletto sulle scelte fatte e mi chiedo se il principio di solidarietà, tanto retoricamente invocato in questo periodo sia chiaro a tutti. Una minoranza ancora cerca di fuggire verso le case al mare, correndo sulle spiagge, facendo barbecue pasquali sulle terrazze dei palazzi, combinando incontri clandestini con l’amante positiva al Covid 19, per poi infettare il figlio adolescente, ma i più sono dentro i loro appartamenti ( per chi li ha). Spinti dalla paura forse, dal rispetto delle regole, dalla voglia di tornare prima possibile alla vita precedente, ma per me l’immunità di gregge potrebbe essere spiegata per diffondere un altro virus, questa volta positivo, come dice il nostro Presidente della repubblica Mattarella: il contagio della solidarietà, che in questi giorni sta mobilitando, per fortuna, la parte migliore di noi Italiani.
Vedere le immagini della città di Las Vegas dove gli” Homeless”, i cosiddetti senza casa, vengono “sistemati” per la notte in modo alternato in terra, nei parcheggi, davanti ai grandi alberghi chiusi e quindi vuoti, significa aver decretato la politica dello scarto, come affermato da Papa Francesco, con il quale mi dividono alcuni principi ma non la compassione. E’ la stessa politica che in Italia ha indebolito il sistema sanitario statale, non solo con tagli trasversali ma anche convincendoci che la sanità privata sia più efficiente di quella pubblica.
Condivido chi dice che “Non si lucra sul dolore e sulle malattie” come afferma Gino Strada, ecco perché c’è bisogno di uno stato centrale che garantisca ai cittadini uguale accesso alle cure, senza distinzione della Regione di provenienza, come invece ha ipotizzato qualcuno nella riforma delle autonomie regionali.
Questi sono soltanto alcuni temi sui quali riflettere, ricominciare a discutere in modo serio, ripensando un nuovo paradigma economico, rigettando vecchi schemi, ripartendo da noi, dal nostro modo di consumare ogni giorno.
MARINA MARUCCI
Hai ragione Marina. Parlare oggi di immunità di gregge è folle, sarebbe comunque necessario estendere a tutti o a un campione significativamente rappresentativo la ricerca degli anticorpi per valutare quante persone sono naturalmente già immuni. Infatti il dilemma a cui ancora gli scienziati non hanno dato risposta è se i cosiddetti portatori sani sono o no contagiosi.
Purtroppo la scienza non ha ancora ottenuto risultati significativi e nel frattempo… noi siamo chiusi in casa.
Simonetta (Bisi)
non so perché mi pubblica come simonettamaria…
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Molto d’accordo, Marina! Ed è bene che queste informazioni e questi ragionamenti circolino, diventino “virali” in senso comunicativo. Allo stato quello contro la disinformazione e la cattiva informazione è l’unico sintomatico di cui disponiamo…
Nicola (esco dall’anonimato blogghista, manco Nicolamaria mi hanno concesso…)
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Bellissimo post.. sono pienamente d’accordo
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