LA VITA AL TEMPO DEL CORONA VIRUS (PARTE SECONDA)
di MARINA MARUCCI ♦
Leggevo l’altro giorno su questo blog l’articolo di Silvio Serangeli che descriveva la desolazione da lui provata in questo particolare momento della vita nazionale e mondiale, oserei dire. E’ vero che nelle nostre televisioni italiane si alternano i soliti teatrini ma questo credo non ci debba sconvolgere più di tanto. Si pretende che i mass media cambino atteggiamento in soli quindici giorni, quando sono quasi trent’anni, dall’avvento delle televisioni berlusconiane che assistiamo a questo show! E quelli che non erano d’accordo hanno fatto poco o nulla per opporsi.
Nell’ultimo decennio ci siamo fatti ammaliare da certe sirene dell’uno vale uno, quale grimaldello da utilizzare per aprire nuove porte al cosiddetto cambiamento; abbiamo abbracciato l’idea della democrazia diretta mediata da un click inviato dal nostro computer; abbiamo sostenuto, certo non tutti ma in molti , il conseguente populismo, come la migliore risposta al potere della cosiddetta “casta”; sbeffeggiato la competenza in qualsiasi campo e sbandierato l’idea del sovranismo.
Il grido “Prima gli italiani”, sostenuto da certe forze politiche, oggi considerate maggioranza nel paese, ha prodotto le risposte scellerate del “Sovranismo sanitario”, e cioè, prima l’inazione nello stabilire le misure di contenimento, per poi arrivare ad evocare addirittura lo stato di guerra.
Queste sottovalutazioni e prese di posizione contraddittorie a livello di Stati Sovrani hanno trasformato l’Europa nell’epicentro del virus del mondo occidentale.
Oggi dobbiamo affrontare in Italia il dilagare del Covic 19 con quello che rimane di un Sistema Sanitario Nazionale affossato da anni di tagli. Questo sistema pubblico, conquistato nel 1980, su disegno di legge proposto da una donna, Tina Anselmi è stato ridotto di “70.000 posti letto , 174 ospedali chiusi, accorpamento delle Asl da 642 negli anni 80 a 101 nel 2017, in modo da avvantaggiare la sanità privata, visto che il costo dei cittadini per la propria salute è aumentato del 9,6% nel 2017 con 7 milioni di italiani più indebitati.”
(Dati rilevati dall’articolo di Nicoletta Dentico dal “Manifesto” del 22/03/2020).
Qualcuno è ancora capace di gridare no ai vaccini? Il movimento no Vax travolto dalla pandemia tace.
Qualcuno ha ancora il coraggio di sostenere che il nostro nemico è il migrante, colui o coloro, uomini e donne che chiedono aiuto, fuggendo da una guerra decisa delle grandi potenze planetarie, ora in balia di un pandemia con un virus “assolutamente immateriale”? Forse alcuni ancora scalpitano, ma tutti siamo preda di questo nemico che trapassa muri, occupa porti , sfonda il filo spinato ed uccide.
Allora il ripensamento è necessario, non sarà per tutti uguale, ma la nostra ulteriore consapevolezza a livello globale è ormai una “ruvida necessità”. E’ questo che siamo chiamati a interpretare, e soprattutto a far capire ai nostri simili. Non possiamo rimanere spettatori, non è più tempo di aspettare “quando tutto sarà finito “ per ritornare alle nostri vecchie abitudini e cari confort , che proprio perché ripetitivi ci fanno sentire ancora vivi.
E’ il periodo in cui la limitazione della nostra libertà fisica viene rivendicata da noi tutti, perché il Covid 19 ci ha privato di questo bene, troppo spesso dato per scontato. Forse è il caso di chiederci, non soltanto fino a quando durerà, ma il perché di tutto questo.
Il virus non ci consente di avere rapporti ravvicinati con altri umani perché potenziali “untori”, togliendoci la fisicità che normalmente ci fa sentire meno soli e forse più amati. Vivere ora reclusi o quasi potrebbe essere un invito a guardarci dentro, a cogliere l’opportunità di riflettere su questo modello di sviluppo non più a misura umana. Dovremmo opporci a continuare a lavorare in un libero mercato così spinto all’estremo! Ora più che mai abbiamo bisogno di elaborare modelli economici ed algoritmi dove lo scopo non sia soltanto il profitto di pochi, ma il benessere di molti. E su questo i Sindacati, le associazioni degli Industriali, le Istituzioni dovrebbero essere presenti. Ci sono oggi economisti come il Nobel Joseph Stiglitz che nel suo ultimo libro:” Popolo, potere e profitti” afferma riferendosi agli Stati Uniti:
“Avere la sanità privata più cara e inefficiente del mondo non aiuta. Ce n’è abbastanza per dire che il capitalismo, nella sua zona Docg, non funziona a dovere. Equiparare il benessere dell’economia con quello della Borsa illude che la politica monetaria possa bastare, ma per la gente normale non è così “.
Scritto da lui che fu consigliere del Presidente Clinton fa pensare.
Ritornare a “tutto sarà come prima” non fa per me. Credo che proprio questa potrebbe essere la nostra sonora sconfitta, quella devastante e definitiva.
MARINA MARUCCI