VIOLENZA DI GENERE
di MARINA MARUCCI ♦
Immagino che molti, iniziando a leggere questo articolo che parla di violenza di genere, penseranno che lo scriva la solita“femminista” per assolvere ad un rito e magari non saranno interessati a concluderlo.
Vi esorto a farlo, anche in relazione alle implicazioni sull’ attuale situazione politica .
Lunedi 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne ed in tutto il mondo si è parlato di discriminazione di genere, di stalking, di dipendenza psicologica ed economica, tanto da essere riconosciuto come un problema sociale di dimensione endemiche , presente in ogni area del globo, definendolo un “genocidio di genere”.
In Italia il problema presenta aspetti di cui vorrei sottolineare la peculiarità. Nel nostro paese siamo passati dall’ eliminazione di leggi chiaramente discriminatorie come l’abolizione di delitti giustificati da codice d’onore o dalla morale (solo nel 1981 è stato abrogato il delitto d’onore e matrimonio riparatore risalente al codice Rocco del 1930) alla legge 3/2009 che ha dato rilevanza al reato di stalking (Art. 612 bis) e nel 2013 la legge n. 119 ha riconosciuto come delitto atti di violenza basata sul “genere”, nell’ambito di una sub cultura in cui la figura maschile predomina per una presupposta convinzione di superiorità sull’altro sesso.
Nell’agosto 2019 è entrata in vigore la legge n. 69, il cosiddetto “Codice Rosso”che inasprisce notevolmente le precedenti sanzioni e inserisce nuovi reati quali:
- Il Revenge porn (delitto di diffondere immagini sessualmente esplicite);
- Il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti;
- Costrizione ed induzione al matrimonio;
- L a violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa famigliare.
Le vittime risultano in aumento : dal 68% circa del 2016 al 71% del 2019 .
E’ possibile che ciò avvenga anche per una maggiore coscienza delle donne e quindi un aumento della propensione alla denuncia ed in virtù delle forze della Polizia di Stato che stanno sviluppando un buon lavoro, soprattutto dopo l’inserimento di dirigenti di sesso femminile nei posti di Direzione anticrimine delle Questure.
Da tre anni la Polizia svolge l’ attività chiamata “ Questo non è amore” che è stata presentata in questi giorni anche nella città di Civitavecchia, potenziando l’opera di informazione e fornendo un’analisi approfondita, puntuale ed importante dove si evidenzia che 88 donne ogni giorno sono vittime di violenza ed il loro persecutore è nel 60% dei casi l’ex partner e dove il 67% di donne uccise solo straniere. ( Dati di gennaio- agosto 2019).
Ma la parte che vorrei analizzare è la contraddizione di chi pensa che tale problema sia risolvibile soltanto con un inasprimento di sanzioni (leggi codice rosso), approvato dal governo giallo- verde e la prosecuzione, anzi l’incitamento a quella mentalità patriarcale esplicitata nel famoso Decreto Pillon ,( oggi nel cassetto ) che oltre sciorinare piccole perle di maschilismo, di fatto espropriava la donna dalla decisione sull’affidamento dei figli. L’ex ministro della famiglia Fontana promosse anche seminari ed incontri dove la legge 194 fu definita come la “prima causa di femminicidio nel mondo” , si espresse contro le unioni civili ed i diritti “pro LGBT” , considerando di fatto la teoria Gender una minaccia come” l’immigrazione ed il matrimonio gay.”
Allora mi chiedo come mai il Comune di Civitavecchia guidato da un sindaco leghista abbia promosso una marcia contro la violenza di genere, coinvolgendo le associazioni di volontariato, le scuole superiori e le organizzazioni femminili del territorio, dimostrando una particolare sensibilità su questi temi. L’intento forse, oltre a voler occupare spazi strumentalizzando il tema, patrimonio di movimenti femministi, si inserisce in un progetto culturale dove l’inasprimento delle sanzioni, e la semplice repressione rappresentano l’unica proposta per risolvere il problema, (es. la legittima difesa è sempre legittima).
Puniamo soltanto il reato, lasciando “ marcire il colpevole in cella” senza andare ad intaccare quella mentalità patriarcale, di supremazia maschile prevaricatrice e malata di possesso.
Nell’ 82% dei casi chi fa violenza su una donna non bussa ma “ha le chiavi di casa”, come cita il Deplian illustrativo della Direzione anticrimine del Ministero degli Interni ( sic! ex ministro leghista) e dove viene riportato che quasi 80% dei femminicidi sono eseguiti da italiani
( appunto, prima gli italiani). Il tentativo di chi condivide questa mentalità è di presentare il reato come un omicidio passionale, quasi a giustificarlo o a gratificarlo, perché in fondo tu donna lo hai provocato e se lui è geloso anche quello è amore!
E molti italiani sono d’accordo.
Non credo a questi personaggi che, pur di ammassare consenso, contornati da donne che l’acclamano, sfruttano ogni occasione per moltiplicare questa mentalità del sospetto, dell’odio contro il diverso, contro l’immigrato, alimentando così un’ondata di aggressioni fisiche e verbali contro donne coraggiose, portatrici di valori di emancipazione e liberazione.
A loro spetta la gogna mediatica, l’attacco scellerato e sessista giornaliero perseguito contro la Boldrini, la Murgia, la Lilli Gruber, l’ Emma Martone, la Carola Rackete per citarne alcune,( la “Capitana” che ha gabbato il “Capitano”), insomma verso tutti coloro, soprattutto donne che dissentono ed anche per questo vengono richiesti i “pieni poteri”.
Essi ripropongo una politica ripiegata su parole d’ordine al maschile, rituali politici vecchi, stantii che in Italia stanno fortemente ritornando.
“Basta” è l’ultimo libro scritto da Lilli Gruber, ed io mi associo a questa affermazione contrapponendo il potere femminile alla “politica del testosterone” come scrive nelle sue pagine.
Racconta come oggi le donne sono sempre più visibili, anche nei posti di potere e sono pronte a gestire un mondo obsoleto ormai al collasso.
Ma la sinistra o quello che ne rimane è cosciente della trasformazione in atto nel nostro paese? Ho sempre detto di non aver risposte, ma spero di aver sollecitato elementi di riflessione, anche tra il mio stesso sesso.
MARINA MARUCCI
Il sindaco a Civitavecchia è stato trascinato da un progetto della sorella di Battilocchio supportato dalla Pescatori. Il progetto credo che sia al secondo anno e Caterina Battilocchio ne è l’artefice: sono la prima a stupirmi come sia possibile che gente decisamente di destra o leghista poi abbia questa sensibilità per quanto riguarda il problema del femminicidio ma poi lascerebbe morire i migranti a mare o sia contraria ad una educazione gender che di fatto è il primo passo per una parità di genere. Viviamo tempi confusi
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