Legittimazione

di TULLIO NUNZI

In Italia non è concepibile una normale dialettica tra avversari; c’è sempre una eterna radice di guerra civile, che vuole contrapposti Il male ed il bene. Si occupa il tempo sperando nel salvifico intervento della ghigliottina. É  la logica delle due Italie incapaci di legittimarsi.

L’Italia all’opposizione convinta che il potere sia usurpato da una banda di malfattori intrallazzatori. Quella vincente ossessionata dalla necessità di stabilità, ad ogni costo, per cui dal vaffa day, e dalla matrigna Europa poco attenta ai bisogni italici si è passati all’appoggio di quelli che un tempo erano i poteri forti :Trump, Moody e  banca europea.

Ovvio che non riconoscere la legittimità di forze parlamentari democraticamente elette e votate  da una parte di popolo impedisce poi il fluire democratico, aggiungerei liberale; termine desueto inteso non come persona che simpatia con qualche partito politico, ma uomo che da importanza alla libertà individuale ,consapevole dei pericoli inerenti a tutte le forme di autorità e  potere(vedi Enel).

Diciamoci la verità nel processo di legittimazione qualche problema lo ha avuto anche la sinistra; abituata spesso in un atteggiamento tipicamente italiano, verso la guerra civile, lo spirito di fazione. Abituata alla demonizzazione del proprio avversario politico.

Certo ultimamente  Salvini ci ha messo del suo; ma la stessa è successa con Berlusconi. Potremmo dire che certe volte  la sinistra senza Berlusconi non sarebbe esistita.

Tornando indietro nel tempo potremmo arrivare a Craxi, al suo socialfascismo e alla conclusione del lancio delle monetine. Oppure ancora più indietro al “diavolo” Andreotti o ai 30 anni di malgoverno democristiano (ex democristiani sono molti esponenti del PD). Nella demonizzazione dell’avversario spesso si celano vuoti di idee e di programmi recuperati con la chiamata alle armi contro il nemico comune.

La sinistra ha sempre comunicato un senso di diversità, di perimetro morale di distinzione aristocratica nei confronti del resto dell’umanità che spesso ha comportato la vocazione alla minoranza; noi siamo migliori di voi popolo per cui siamo pochi.

La sinistra dovrebbe imparare invece a legittimare in modo democratico l’avversario, rispettarlo non nascondendosi dietro il luogo comune che ci sarebbe bisogno di una vera destra e non di una destra non democratica. .L’opposizione è come la libertà di stampa:  cioè non significa leggere solo le cose che ci fanno piacere.

Se una parte del popolo vota democraticamente un partito, secondo i canoni della costituzione più bella del mondo (io la cambierei) ovviamente esiste una legittimazione che va accettata e non negata.

Altrimenti ne risulterebbe una forma di spocchia, un complesso di superiorità ed esclusione di chi non sta al gioco.

La sinistra se vuole tornare a vincere deve fare a meno di una sicurezza arrogante di essere Indispensabile nel governo dell’amministrazione nell’analisi intellettuale nell’onestà. Ogni critica non è un complotto orchestrato dai nemici del partito. Spero che il nuovo governo si proponga a governare a guidare il paese, non  gloriarsi della propria diversità, o avviare una politica “anti”, contro  qualcuno, soltanto per tenere insieme elettori ed alleati. E’ già successo con Berlusconi che ha governato per 20 anni. Abbandoniamo una opposizione caricaturale e prendiamo atto che in quel 30% di elettori della lega ci sono operai, sindacalisti, contadini, classe borghese, né fascista, né omofoba, né razzista. alla quale va data una offerta politica.

Tenendo conto, governo ed opposizione, che il potere è diventato globale ma la politica è rimasta locale e una fase della sovranità affidata a parlamenti eletti a suffragio universale si sta chiudendo, e si tratta di un trapasso epocale a cui bisogna adeguarsi con un nuovo modo di fare politica sempreché  si voglia vincere alle prossime elezioni con il popolo.

TULLIO NUNZI