“NON UNA DI MENO” – IL REATO DI STALKING PER LA LEGGE ITALIANA
di MARINA MARUCCI ♦
Come riportato nel mio precedente articolo vorrei focalizzare il fenomeno preoccupante dello Stalking e cioè quegli atti persecutori da parte di qualcuno: in Italia sono 3 milioni e 466 mila le vittime donne , nell’arco della propria vita e il 16% tra i 16 e i 70 anni. Di queste 2 milioni e 151 mila sono oggetto di comportamenti persecutori dell’ex partner. Il 78% delle donne che lo hanno subito e cioè 8 su 10 non si è rivolta ad alcuna istituzione né ha cercato aiuto. ( dati ISTAT)
Sono state oltre 51.079 le denunce effettuate nel 2009, quando in Italia è entrata in vigore le legge contro lo stalking e cioè quegli” atti persecutori “ così recitati nell’art. 612 bis del Codice Penale introdotto con legge n. 38 del 2009 in materia di sicurezza pubblica:
“ Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta taluno in modo tale da infliggergli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sua sicurezza personale proprio o di un persona vicino comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni”
Il termine Inglese “to Stalk” significa fare la posta, braccare la preda e non poteva essere termine migliore per descrivere i comportamenti tenuti dallo stalker.
In genere si parla di “ sindrome del molestatore assillante” che sottolinea l’ aspetto caratterizzante della relazione “forzata” e “ controllante” che si stabilisce tra il persecutore e la vittima. Non è un fenomeno omogeneo e non è facile ricostruire un perfetto modello di comportamento tipico né un profilo tendenziale del molestatore.
Nella maggior parte dei casi il 70% e l’ 80% dei comportamenti assillanti provengono da uomini; il persecutore potrebbe essere anche un amico, un collaboratore, un conoscente e non sempre tende ad identificarsi in un soggetto con precedenti penali,affetto da disturbi mentali o dedito all’abuso di alcool e sostanze stupefacenti.
Ma chi è lo Stalker? Le scienze criminologiche ne hanno individuato diverse tipologie:
IL RISENTITO: ex partner che vuole vendicarsi per la fine del rapporto;
IL BISOGNOSO D’AFFETTO: nell’ambito dei rapporti professionali ( es Medico- paziente, aiuto professionale confuso con interesse nei propri confronti);
IL CORTEGGIATORE O RESPINTO: di fronte al rifiuto della vittima;
IL PREDATORE: colui/colei che ha come scopo l’atto sessuale.
Gli studi del fenomeno hanno riscontrato comportamenti persecutori attraverso le comunicazioni come chiamate intensive, Whatsapp, facebook, sms, lettere, e mail e perfino graffiti o murales, pedinamenti, appostamenti o visite sotto casa o sul posto di lavoro.
In genere quello che contraddistingue questo genere di molestie è una ossessione in continua crescita, alimentata dallo stalker per soddisfare le proprie emozioni , i propri impulsi e desideri con stimoli crescenti sempre nuovi, volti al proprio appagamento. Comportamenti innocui potrebbero trasformarsi con il tempo e degenerare in aggressivi e violenti.
La vittima dovrà dimostrare di aver patito una stato di ansia continua e di paura tali da compromettere o addirittura mutare le proprie condizioni di vita. Non deve quindi verificarsi un danno biologico inteso come patologia, ma è sufficiente un alterazione del normale equilibrio psico- fisico della persona offesa.
Si tratta di un reato procedibile a querela ossia mediante la denuncia dei fatti da parte della persona offesa con un termine di 6 mesi che diviene irrevocabile.
E’ data alla vittima la possibilità di revocarla davanti all’autorità giudiziaria.
“ Non dovrebbero farsi imbrogliare dai loro sentimenti e non dovrebbero rimettere così facilmente le loro querele: oggi quasi un quarto dei processi per Stalking finisce in nulla perchè la denuncia viene ritirata. Ma il dietro- front crea nuovi pericoli: le donne soprattutto non dovrebbero mai andare all’”ultimo appuntamento” con un uomo violento.
Spesso è davvero l’ultimo perchè mortale” commenta Giulia Buongiorno famosa avvocato, ed ideatrice della Fondazione Doppia Difesa che ogni anno offre assistenza legale e psicologica a centinaia di donne in Italia.
Se poi il fatto è commesso nei confronti di un minore oppure di una persona con disabilità non c’è bisogno che l’iter processuale sia sollevato dalla vittima.
La legge c’è , tutela le donne ,maggiori vittime di stalking, ma spesso è mal utilizzata.
UOMINI MALTRATTANTI
Fornire profili psicologici degli uomini maltrattanti può essere utile sopratutto a quelle donne che scambiano la gelosia per amore, il possesso come una forma sempre d’ amore, l’annullamento della propria personalità e l’ adesione totale al modello ideale che lui esprime come la giusta rinuncia per essere amate.
Il maltrattante manifesta spesso insicurezza, pretende esclusività nel rapporto con la propria compagna, vuole dominarla per affermare se stesso. Crede che la violenza sia una momentanea perdita di controllo e non una scelta, un’azione intenzionale
Afferma la psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Paola Danieli:
“ Non è possibile fornire un identikit preciso di un uomo violento, ma è possibile chiarire che quasi mai si tratta di un uomo di livello socio culturale basso: non può essere riconosciuto in base allo status sociale, alla scolarità, al ruolo pubblico e lavorativo e neppure attraverso la nazionalità, la religione: il maltrattamento è un fenomeno trasversale e può esser agito in qualsiasi condizione sociale e culturale.”
I dati raccolti attraverso il CAM di Firenze(Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) pioniere di tali interventi, indicano che da 9 richieste di aiuto del 2009 si è passati a 85 nel 2015 e 66 nel 2016. La dott.ssa psicologa e presidente del centro Alessandra Pauncz spiega che la maggioranza degli uomini che vi si rivolge è italiana (92%); dal Perù il 3% ,dalla Romania e Marocco 2%. Per quanto riguarda la provenienza sociale confermano la trasversalità del fenomeno i seguenti dati: appartengono alla forze dell’ordine il 5% , il picco è nella categorie dei dipendenti sia pubblici e privati che sono il 36% del totale, gli operai il 17% e i disoccupati il 13%.La fascia di età è tra i 31 e 50 anni ma stanno aumentando anche giovani uomini di età tra i 18 e 30 anni. (Redazione Ansa Firenze NEWS del 23/11/2016 )
IL CASO HARVEY WEINSTEIN
In questo ultimo periodo è esploso il caso Harvey Weinstein, famoso produttore Hollywoodiano abituato a chiedere prestazioni sessuali in cambio di ruoli nei suoi film: l’uomo è accusato anche di stupro! Il suo caso ha portato alla ribalta quello che spesso accade all’interno dell’industria del cinema mai pubblicamente denunciato .
Movimenti come ME TOO e TIME’S UP sono nati per contrastare questo tipo di “cattive abitudini” e per accusare ogni singolo ente che ha messo in atto delle aggressioni sessuali, verbali, abuso e molestie sulle donne che lavorano nel cinema.
Figure influenti in campo mediatico come Rose Mc Gowan, Asia Argento, Angelina Jolie, Jennifer Lawrence hanno innescato una reazione a catena che ha permesso alle altre donne, spesso sottoposte al ricatto della denuncia , di uscire allo scoperto e far sentire la propria voce, sul loro posto di lavoro, qualunque esso sia.
L’eco di questo sommovimento è arrivato anche in Italia, non suscitando però particolare clamore.
Centoventiquattro tra attrici, registe e produttrici cinematografiche hanno firmato “Dissenso comune” una lettera che parte dallo scandalo sul caso Weinstein per arrivare poi a tutte le istanze del mondo del cinema.
Nel manifesto “Dissenso comune “ viene anche sottolineato come le parole delle donne non vengono prese in considerazione, addirittura ignorate, o le viene spesso detto : “Abituatici, fattene una ragione! Il mondo gira così”.
Quest’anno anche al festival di Cannes 2018 , attraverso la presidente di giuria Cate Blanchett ed altre attrici , è stata presente la voce delle donne portando avanti la battaglia contro il gender pay gap, per rivendicare la pari retribuzione come i loro colleghi uomini.
Risulta importante smascherare un intero sistema di omertà, in cui la molestia non definisce le azioni di un singolo individuo, ma una cultura diffusa, dove le parole incidono con il loro significato di genere. ( vedi il monologo della Coltellesi alla premiazione dei David di Donatello 2018). Per questi motivi invito a vedere il video girato da Pietro Baroni con la Luz -Video intitolato :
“ PAROLE D’AMORE”
“ LE PAROLE FORMANO I PENSIERI
AI PENSIERI SEGUONO LE AZIONI
COMBATTIAMO LA CULTURA SESSISTA
CAMBIAMO LE NOSTRE PAROLE”

Alcune attrici firmatarie del Manifesto “DISSENSO COMUNE
“ABBIAMO UNA APP”
In questa epoca di cambiamenti vorticosi e di tecnologia invadente finalmente arriva una APP che registra tutto ed inchioda stalker e bulli. L’app permette di registrare foto, messaggi e mail e chat su Whatsapp per diventare prove nei processi. L’applicazione è gratuita per Android e Iphone, si chiama Mytutela ed è stata presentata quest’anno al tavolo permanente interistituzionale per la prevenzione e il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e minori presso il tribunale di Roma. E’ uno strumento importante per le vittime, le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria e serve a creare le prove in caso di reato. Il sistema memorizza ogni comunicazione da parte dello stalker, una volta salvati i messaggi non potranno essere cancellati nemmeno se il cellulare venisse distrutto .
Inoltre l’APP segnala agli utenti una serie di Alert: quando i messaggi sono troppi o esplicitamente minatori, così da far prendere coscienza la vittima di quello che le sta accadendo.
E’ stato il caso di Sara di Pietrantonio la ragazza 22 enne soffocata e poi bruciata dal fidanzato Vincenzo Paduano nel 2016 a Roma che ha sollecitato l’intuizione agli specialisti . Lui aveva cancellato tutti i dati dal suo telefonino mentre quello della ragazza era protetto da una password che i tecnici hanno messo più di un mese per decifrare. L’App potrà aiutare anche a far venir fuori quel sommerso che nell’80% dei casi non viene denunciato.
……….” e noi donne vorremmo essere sempre felici di alzarci, libere da dipendenze che a volte abbiamo scelto o da imposizioni spesso subite.”
MARINA MARUCCI