PETER RABBIT
Written by MACHINEGUNB
Il coniglietto combinaguai Peter Rabbit (doppiato in italiano da Nicola Savino) vive accanto alla fattoria dell’anziano signor McGregor con le sue sorelle e i suoi amici animali; sono convinti di poter presto ereditare l’orto di McGregor ma dovranno fare i conti con l’arrivo di Thomas (Domhnall Gleeson), il pro-nipote ossessivo-compulsivo dall’animo metropolitano che si trasferirà suo malgrado in campagna per sistemare e vendere la magione dello zio.
Il film gioca interamente sulla sfida tra Thomas e la squadra di Peter Rabbit, una lotta per la conquista non solo della frutta e della verdura dell’orto, ma anche per l’affetto della gentile Bea (Rose Byrne), la bella vicina pittrice e amante degli animali. Questo lungometraggio si concentra moltissimo sulla credibilità; gli effetti speciali sono ben fatti e l’impiego della tecnica mista è davvero efficace, non si percepisce nessun distacco tra gli attori e gli animali realizzati in grafica digitale. Resta comunque principalmente un prodotto per bambini, le bricconate di Peter Rabbit sono calibrate, mai eccessive e mai volgari. I temi delicati della morte e della famiglia sono trattati con attenzione, narrati con onestà ma senza essere mostrati brutalmente.
Anche le risate in questo film percorrono una doppia strada, da un lato c’è quella dell’immediatezza con gli scherzetti e le trappole messe in piedi da Peter&Co a sfavore di Thomas e dall’altro l’ironia sottile su temi più adulti come le allergie alimentari, il cibo, la perdita del contatto tra uomini e natura, il rispetto dell’ambiente e dei suoi equilibri. So che il regista, Will Gluck, è stato molto criticato, soprattutto nel Regno Unito, per essersi allontanato troppo dallo stile preciso ed educato di Beatrix Potter; il personaggio di Peter Rabbit si ispira infatti al suo The Tale of Peter Rabbit(1902). Il libro fu un’innovazione per il mondo dell’infanzia: realizzato in un formato piccolo, adatto alle dimensioni delle mani dei bambini, scritto senza ricorrere al linguaggio semplice ed infantile, per favorire l’apprendimento e suscitare la curiosità dei piccoli e venduto ad un prezzo popolare.
È vero, il regista ha rivisto i tratti del personaggio, l’avevamo lasciato avventuroso ma educato e composto e lo ritroviamo scanzonato, spavaldo, giocoso e anche un po’ rapper, ma la sua operazione è legittima, la fiaba della Potter doveva trovare l’appeal giusto per piacere anche ai bambini del XI secolo, non solo a quelli inglesi dei primi del novecento. Gluck è rimasto, a mio parere, fedele agli intenti della Potter confezionando un film su misura per i più piccoli ma con un linguaggio narrativo intermedio, ricco di spunti brillanti e divertenti anche per gli adulti. Un titolo davvero per tutta la famiglia.
MACHINEGUNB