LA VEDOVA WINCHESTER
Written by MACHINEGUNB
Ho atteso questo film con grande impazienza ed entusiasmo; le premesse sulla carta sono ottime poiché la protagonista è Helen Mirren (si si LEI, il premio oscar Helen Mirren che a 72 anni ha deciso di misurarsi con l’horror, il filone dei B-movie per eccellenza, complimenti!), i registi sono i fratelli Spierig di Predestination (2014, che non ho visto ma del quale ho sentito parlare benissimo, lo recupererò!) e quel paio di trailer che avevo visto erano davvero promettenti. Ieri quindi sono andata al cinema piena di aspettative e sono uscita delusa, delusissima!
La storia si ispira al personaggio realmente esistito di Sarah Winchester (Helen Mirren), vedova del celebre inventore del fucile omonimo. In lutto costante a causa della morte del marito e dell’unica figlia, Sarah si convince di essere maledetta dalle anime di tutte le persone morte per mano dei fucili prodotti dalla fabbrica in suo possesso. Si dice che il senso di colpa la ossessioni al punto che, su consiglio di una medium, fa costruire a San Jose, in California, una gigantesca villa per ospitare le anime tormentate di questi defunti. Il film parte da questa versione della leggenda e ci ricama una storia fantastica fatta di fantasmi, di presenze e di suggestioni ambientata nella casa, il tutto portato in scena classicamente con i soliti jumpscare, le solite trovate sonore e la solita oscurità.
Nulla di nuovo, nemmeno il colpo di scena che, in qualche modo, c’è ma riesce magicamente a passare inosservato. Questo film si ispira, neanche troppo velatamente, all’universo visivo e narrativo di The Others(2001, Alejandro Amenábar) ma è lontanissimo dai livelli di scrittura di quest’ultimo. La storia è raccontata dal punto di vista di uno psichiatra poco lucido, Eric Price (Jason Clarke), fatto di laudano più del Frederick George Abberline/Johnny Depp di From Hell (2001, Fratelli Hughes), ingaggiato dai vertici della compagnia Winchester per attestare l’insanità mentale della vedova; questa scelta è, a parer mio, un po’ infelice, perchè il dottore è dichiaratamente, fin dall’inizio, suggestionabile e con una storia personale alle spalle che lo rende vulnerabile, il suo profilo è distante dal quello del classico uomo di scienza da opporre a quello della vedova superstiziosa e ossessionata, in più la vedova in questione ha il corpo e il volto di Helen Mirren, un’attrice davvero fuori misura, che sovrasta tutto e tutti e prende in mano la storia convincendo i personaggi nello schermo con lei e gli spettatori in sala.
La vera domanda che mi faccio è “come ha fatto un’attrice di questo calibro ad accettare un copione così debole?” e la mia personale ipotesi è che fosse interessata al sottotesto politico, che forse si sia servita del film per schierarsi e per fare, a modo suo, una critica all’industria delle armi e a ciò che ha rappresentato e ancora rappresenta nella società contemporanea, una fucina di incubi e devastazione, una macchina da soldi sporchi di sangue; secondo me era questo il messaggio che la Mirren voleva dare vestendo i panni di questa strana signora. Il film purtroppo, nonostante questi buoni propositi sociali, non è il “luogo” adatto per i dibattiti impegnati e non è nemmeno il capolavoro di turno, non aggiunge nulla al suo genere di appartenenza, potrebbe tranquillamente saltare il grande schermo e passare direttamente agli schermi domestici.
La ciliegina sulla torta dell’inconsistenza di La Vedova Winchester è il suo finale, la sua soluzione, la sua intuizione di chiusura, assurda, insensata, ridicola, mi ha fatta proprio innervosire. Scadente! Se potessi telefonerei alla Mirren per chiederle spiegazioni, le deve a tutti quelli che hanno comprato il biglietto per lei che comunque rimane a tutti gli effetti l’unica cosa buona del film.
MACHINEGUNB