OTTO DUELLI POSTMODERNI DA MARCIAPIEDE, ovvero alcuni dei modi possibili ….
OTTO DUELLI POSTMODERNI DA MARCIAPIEDE, ovvero alcuni dei modi possibili – consapevoli e inconsapevoli – di scontrarsi con l’ombrello, quando piove. Rigorosamente visti dall’alto.
di ELISABETTA APPETECCHI ♦
– Marciapiede strettissimo. Comincia a piovere, plop, apertura ombrello. In lontananza, plop, altro umano con ombrello aperto. Arrivano a pochi passi di distanza e cercano di cedersi il passo a vicenda, come chi al ristorante finge di voler pagare il conto. Balletto delle priorità, di due o tre secondi circa. Proseguono come nulla fosse.
– Marciapiede affollato. Comincia a piovere. Plop, sbocciano ombrelli. Generale tendenza a superare gli avversari sollevando all’inverosimile il proprio ombrello, a mo’ di guida turistica. Tutti fanno lo stesso. È un corteo di gente gentilissima e soprattutto altissima.
– Marciapiede, pioggia con vento forte. Apertura ombrello. È un plop al contrario, perché si apre e si rompe, come un fiore di zucca senza ripieno. L’avversario, di fronte, sfoggia un ombrello in ottima salute, che ha potuto aprire con vento favorevole. Attimi di baldanza del vincitore.
– Marciapiede, pioggia. Un solo ombrello per due persone di diversa altezza. Caso vuole che sia il più basso a tenerlo. Il più alto fa un’enorme fatica a tenergli dietro e cammina zoppicante e gobbo. Ma è troppo discreto per lamentarsi. A vederli dall’alto spicca la rotondità della sua testa conficcata nell’intelaiatura.
– Marciapiede malridotto. Piove molto e da molto. Tutti hanno un ombrello ed evitano accuratamente le grosse pozze d’acqua formatesi nel tempo. Si contendono il lato buono del marciapiede, quello senza crateri, se necessario spintonando con grazia. Una macchina, passando a tutta velocità, li bagna.
– Marciapiede, piove poco. Titubante apertura di un ombrello, pl-o-o-p. Si potrebbe sopravvivere anche senza. Qualche passo. L’avversario in lontananza tiene l’ombrello chiuso, appeso al gomito (il famoso gesto dell’ombrello). Cominciano i dubbi, se imitarlo o ostinarsi a tenerlo aperto. L’altro ha uno sguardo di lieve compassione. Cammina sprezzante, sfoggiando fiero tutta la sua umidità.
– Marciapiede, ha piovuto e ha smesso da poco. Ombrello semi-bagnato, va scrollato un po’, per farlo asciugare. Il rivale, poco lontano, ha avuto la stessa idea. Si prospetta già una sagra del gavettone invernale, invece i due scrollano i rispettivi ombrelli all’unisono ma in direzioni opposte, come delle cheerleaders un po’ cresciute.
– Marciapiede strettissimo. Comincia a piovere, plop, apertura ombrello. In lontananza, plop, altro umano con ombrello aperto. Si prospetta scontro tra ombrelli aperti sullo stesso strettissimo marciapiede. Cinquanta metri di distanza, venti, dieci, nessuno dei due vuole cedere il passo. Sarà scontro. Accelerano il passo per far vedere chi comanda. Sarà scontro, e in velocità. Si scontrano: un ombrello si piega all’inverosimile, l’altro finisce contro il muro, criii. Proseguono come nulla fosse.
ELISABETTA APPETECCHI
E quando le macchine sono parcheggiate sopra al marciapiede??? 😤😤😤😤😤😤
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Non c’è storia, purtroppo! 😀
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I tuoi pezzi sono sempre una goduria per lo spirito
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Grazie, Rosamaria, sempre gentile.
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