SPORT: MEZZO DI CRESCITA PERSONALE E SOCIALE (parte 1)
di STEFANO CERVARELLI ♦
Lo sport è l’affermazione di una momentanea migliore capacità, attraverso sistemi, mezzi e strumenti leali. Vale dire rispetto delle regole, dell’avversario e di noi stessi.
Per questo, per l’affermazione di tale principio che lo sport deve essere visto come mezzo di crescita personale e sociale; in definitiva deve prefiggersi come scopo ultimo il fatto che dietro ogni competizione, ogni vittoria, ogni sconfitta ci sia sempre e comunque l’uomo.
Da quanto detto non si può quindi fare a meno di alcune riflessioni che ci coinvolgono come individui, come collettività, come entità socio-politica.
Tra i doveri di una buona amministrazione c’è anche quello di dedicare tempo, energie e risorse a sostegno dello sport ed in particolare guardare con molta attenzione allo sport sociale.
Perché questo?
Perché le pubbliche amministrazioni oggi, ancor più di ieri, devono rispondere alle esigenze di sviluppo territoriale in termini, sì economici e materiali, ma anche in termini morali e sociali, a favore maggiormente delle fasce più deboli e delle nuove generazioni.
L’amministratore pubblico, che limita il suo operato allo spazio del suo mandato, senza pensare al futuro, non è un amministratore che opera nell’interesse della collettività che guida.
Un’amministrazione degna di questo nome non può fare a meno di preoccuparsi anche del “bilancio sociale” e pertanto lo sport deve essere inserito nel quadro delle politiche educative e sociali; questo prima ancora di essere visto solo come mero avvenimento agonistico.
Lo sport è scuola di vita, di cultura, non solo educazione del corpo.
L’attività sportiva incanalata sui giusti binari è mezzo importante per la formazione di un moderno, sano e serio cittadino.
E’evidente che per realizzare questo bisogna porre l’attenzione alla necessità di dare risalto e spazio allo sport nella sua globalità.
Da quanto sopra si capisce come lo sport, per una pubblica amministrazione moderna, rappresenti non proprio un’attività collaterale, un qualcosa di relativa importanza o, peggio ancora, un bacino di voti, ma il contrario: il metro cioè della capacità con la quale i dirigenti la cosa pubblica si relazionano con i cittadini. Lo sport, in altre parole, può essere un “generatore di consenso diffuso”, quel consenso che proviene proprio dalla capacità socializzante dello sport.
- SPORT: EDUCAZIONE ALL’INTEGRAZIONE.
Oggi c’è un forte bisogno di aggregazione e socializzazione ed a questo può ottemperare una corretta (non in senso tecnico ovviamente) attività sportiva, sempre che, come si diceva prima, non la si racchiuda nella sola dimensione fisica.
A sostegno di quanto sopra bisogna aggiungere che l’esperienza sportiva, come elemento unificante e di forte uguaglianza, aiuta a costruire la base per realizzare una società multiculturale (integrazione attraverso lo sport).
Lo sport (non professionistico) deve rappresentare, quindi, il mezzo privilegiato per la completa maturazione della persona.
Una precisazione a tal proposito: non sono certo gli episodi di razzismo ricorrenti negli stadi o in ambienti vicini allo sport a far perdere significato e valore a quanto detto. Probabilmente se certi episodi avvengono è perché precedentemente è venuto a mancare, nei protagonisti di quei fatti, proprio l’educazione all’integrazione multiculturale: motivo di più quindi per lavorare per la sua completa affermazione.
- SPORT: ATTIVITA’ CREDIBILE.
Se fin qui si è parlato – sebbene per sommi capi – di quale atteggiamento propositivo e positivo deve avere un’amministrazione trasparente e dedita allo sviluppo della comunità amministrata (dopo ci torneremo ancora); vediamo ora come lo sport deve porsi nei confronti della società.
La prima cosa che verrebbe da dire è che lo sport è “figlio” della società in cui opera e che della quale, come in un gioco di specchi riflessi, è anche promotore.
La prima cosa che deve fare lo sport è quella di essere “attività credibile”, acquisire, si potrebbe dire, una buona reputazione, ripulendosi di quella patina grigia (a volte grigio molto scuro) di cui certe usanze, metodi, modi di fare, personaggi squallidi, lo hanno ricoperto.
Troppo spesso si persegue il risultato ad ogni costo. La nefandezza è che questo, purtroppo, avviene anche a livello giovanile ed amatoriale. Quante volte sono stati calpestati i valori portanti dello sport, sia da parte degli atleti che da parte dei tifosi. La tristezza più profonda è che a farlo sono anche i genitori a bordo campo o a bordo vasca, offrendo spettacoli di una desolazione unica.
Gli operatori sportivi, a tutti i livelli e di tutti i ruoli, devono acquisire capacità di proposte e gestione; devono sapersi dotare di strumenti idonei alla cura di quella delicatissima componente sociale che peraltro è tutta da costruire, nel mondo dei giovani.
Gli atleti e in particolare, come si diceva prima, i ragazzi ed i giovani che si avvicinano allo sport, devono essere consapevoli del compito da affrontare, delle energie e degli sforzi necessari e delle mete da raggiungere. Devono essere aiutati e guidati a gestire la tensione emotiva, quella che provoca stress, e che poi l’individuo dovrà affrontare nel corso della sua vita, in ogni campo: lavorativo e sociale. Senza troppo dilungarci, quello che si vuol dire è che educare allo sport significa educare con lo sport “alle emozioni di qualunque tipo”.
Da queste brevi considerazioni è facile arguire quanto delicato, quasi decisivo, rivesta il ruolo degli istruttori ed allenatori senza trascurare quello dei dirigenti che invece, troppo spesso, sono “improvvisati”.
- PROTOCOLLO D’INTESA CONI-ANCI.
L’affermazione di un’etica sportiva, la valorizzazione dell’impiantistica sportiva e la necessità di promuovere la massima diffusione della pratica sportiva sono state consacrate in un protocollo d’intesa stipulato nell’ottobre 2014 tra il CONI e l’ANCI, rispettivamente nelle persone del Dott. Malagò e dell’On.le Fassino. Riteniamo opportuno, a tale proposito, evidenziarne alcuni passaggi.
….“Premesso che il Coni è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale degli individui e parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale”;…… “Premesso che i Comuni riconoscono la pratica sportiva come ELEMENTO FONDAMENTALE ED INDISPENSABILE del processo di crescita formativa, integrazione sociale e culturale degli individui, in particolare i giovani”:……….”premesso che l’ANCI ha istituito al suo interno una Commissione Nazionale Permanente dello Sport al fine di rappresentare e approfondire le problematiche in essere”;…..“Considerato che è interesse comune delle PARTI realizzare forme di collaborazione istituzionale tese alla promozione dello sport, allo sviluppo e alla diffusione SOCIALE della pratica sportiva sul territorio comunale”…..
alla luce di quanto letto e di altre premesse e considerazioni le parti hanno concordato di avviare iniziative comuni in materia di sport con particolare riferimento ai seguenti temi:
- AZIONI IN MATERIA DI IMPIANTISTICA SPORTIVA
Le parti convengono che la presenza di impianti sportivi debba contribuire in modo significativo a favorire l’inclusione sociale ed il senso di appartenenza alla comunità.
- CENSIMENTO IMPIANTISTICA SPORTIVA
La mappatura completa ed aggiornata della situazione dell’impiantistica sportiva potrà garantire la programmazione degli interventi necessari da effettuarsi sugli impianti, privilegiando il recupero e la messa a norma del patrimonio esistente.
- DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
La diffusione della conoscenza degli impianti a tutti i potenziali fruitori è il primo passo verso la costruzione di una società inclusiva che si avvale delle potenzialità dello sport per intervenire quando i processi di crescita per i giovani possono essere ostacolati da difficoltà socio-economiche.
- CONSULTA COMUNALE DELLO SPORT
L’ANCI si impegna a promuovere la Consulta Comunale dello Sport, avente funzioni consultive di proposta e di stimolo per gli atti di competenza del Consiglio Comunale nell’ambito delle attività sportive del territorio.
A questo proposito dobbiamo ricordare che agli atti amministrativi comunali esiste da anni una delibera, e precisamente la delibera CC n. 259/95, alla quale non è mai stato dato seguito, con la quale veniva instaurata la Consulta dello Sport.
- UNA NUOVA CITTADINANZA SPORTIVA
Per favorire i processi di interazione dei cittadini stranieri sul territorio italiano le Parti si adopereranno, ciascuna nel proprio ambito, per promuovere iniziative che permettano di far partecipare alle manifestazioni sportive e ai campionati i giovani Under 18 figli di cittadini stranieri presenti sul nostro territorio.
Analogo intervento va previsto per facilitare l’inserimento e il coinvolgimento dei minori stranieri non accompagnati nel mondo dello sport.
In conclusione le parti “concordano di promuovere una nuova cultura sportiva nel Paese che partendo dalla sensibilizzazione dei giovani nelle scuole, favorisca la promozione dello sport, la diffusione della pratica sportiva, lo sport per tutti, la lotta al doping, contro fenomeni di razzismo per affermare l’etica dello sport e del fair-play e per una politica di inclusione e integrazione sociale”.
Questo protocollo, firmato il 29 ottobre 2014, ha la durata di quattro anni e quindi scadrà l’ottobre prossimo.
(continua)
STEFANO CERVARELLI