TRISTIARIO: PILLOLE DI TRISTEZZA SOMMINISTRATE CON BRIO. GENERI DI SCONFORTO

(Raccolta tematica di miei status Facebook, non meglio identificabile se non con questo titolo; se un giorno sarà genere letterario, ricordate il pioniere Tristiario)

di ELISABETTA APPETECCHI 

GENERI DI SCONFORTO

Non importa che voi andiate al Supermercato solo un attimo o perché fuori piove. Comprerete comunque qualcosa in più del dovuto. E guai se non provate gli ultimi prodotti senza grassi, senza lattosio, senza prodotti: l’importante è condurre il carrello al passo con i tempi.

– Chissà se quelli contro l’olio di palma lo sanno  che quando mangiano le lasagne fatte in casa quello è tutto olio di gomito.

– Quando chiedete la ricetta della torta all’acqua senza burro né uova né farina vi meritate i medici obiettori di coscienza.

– Non so se basta una cuffia di rete a salvarvi la messa in piega dall’essenza di frittura, però pensate la soddisfazione dei pesci che oggi come ultima cosa prima di morire fritti vedranno un umano con una rete in testa.

– Se un biscotto ha solo nove calorie io lo vedo come un invito a mangiare l’intera scatola.

– Si assumono carboidrati anche tempo indeterminato. Saranno pagati in calorie.

– I Caffè erano persone corrette finché non abbiamo cominciato ad aggiungere zucchero poco raffinato.

– Tutti i limiti sono superabili, eccetto il cartello cliente successivo che separa le spese al supermercato.

– Testimoni di Geova mi fermano per strada. Ho fretta, ma dicono di saper trovare una risposta a tutte le mie domande. Non resisto. E niente, quali siano i due rotoloni in omaggio nel pacco grande della carta igienica rimane un mistero anche per loro.

– Abbiate cura di spendere  non ce lo dice mai nessun uomo.

– Italia dei supermercati. In ogni dove, con nomi tutti diversi. Immagino i grandi del passato ai tempi dei supermercati: uno Iacopone da Todis, un Eurospinoza, un Mercatore Uno, un Niccolò Coopernico. E forse Leopardi avrebbe visto un supermercato, da casa sua, e probabilmente avremmo avuto una roba tipo “Sempre CARRE mi FOUR quest’ermo colle…

ELISABETTA APPETECCHI