TRISTIARIO: PILLOLE DI TRISTEZZA SOMMINISTRATE CON BRIO. Matricole!
(Raccolta tematica di miei status Facebook, non meglio identificabile se non con questo titolo; se un giorno sarà genere letterario, ricordate il pioniere Tristiario)
di ELISABETTA APPETECCHI ♦
MATRICOLE!
La storia si ripete: l’estate finisce e non avverte, come la carta igienica. Ricomincia l’anno scolastico, quello universitario non è mai finito e al posto fisso non ci hanno abituato nemmeno alle elementari, visto che alla maestra piaceva cambiare.
-Facciamo così: oggi sei uno studente. Puoi scegliere se studiare 20 pagine al giorno per 10 giorni o tutte e 200 in un giorno solo. Cosa fai? (se scegli la prima non hai capito il gioco).
-Salute: È scientificamente provato che mettersi a studiare accanto a un barattolo di Nutella aiuta ad assimilare meglio le calorie.
-A volte mentre studio mi viene sete, così faccio una pausetta di 6-7 ore finché mi assale lo stesso senso di colpa del toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
-C’è chi ha già deciso che stasera apericena, io non so nemmeno se aprolibro dopo pranzo.
-Penso sempre agli studenti di Messina, che se vogliono fare ponte nessuno li prende sul serio.
– Belle queste ragazze che ricominciano scuola già perfettamente truccate e piastrate alle 8 di mattina. Mi ricordano l’audacia del mio primo giorno di liceo, quando sulla guancia destra esibivo un tatuaggio maori fatto con le righe del cuscino.
-Primo giorno di scuola già interrogano, ci credo che poi questi da grandi scrivono infanSia.
-Il vostro jogging è niente in confronto ai km percorsi da un evidenziatore in sessione estiva.
– Se la Traviata fosse ambientata all’Università, Violetta morirebbe di tesi, mica di tisi.
– Alla vigilia di ogni esame io, me e Elisabetta ci atteggiamo da triplice alleansia.
– Ricordo ancora la volta in cui provai il brivido della corona d’alloro in testa: la recita delle elementari, vestita da albero.
ELISABETTA APPETECCHI
Chi sarà dunque mai quest’Appetecchi,
che ‘gni po’ zitta zitta di sottecchi,
ce fa ste battutelle,tutte quante,
ognuna più de l’artra esilarante?
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Che piacere, Ipazia cara!
Anche se non ti conosco
quel bel nome è cosa rara
ma lo trovo un poco losco
(grazie, chiunque tu/lei sia! <3)
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Perché losco,Elisabetta,
il mio nome,che disdetta!
Detto poi in lapidari
quattro ottimi ottonari!
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Sia ben chiaro,
io lo adoro
ma è ben raro
e non l’ignoro!
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Ma sorbole che pezzo:
un doppio quadrisillabo,
e con la rima al mezzo!!
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