X AGOSTO: SALLORENZO
di ELISABETTA APPETECCHI ♦
Dieci agosto: grande affluenza per lo spettacolo notturno di San Lorenzo. Come ogni anno le lacrime del santo si fanno stelle, gratis.
Ogni dieci agosto, ce lo ricorda Pascoli o chi per lui – mai mancano i letterati dell’ultima ora che si ricordano di quella poesia bellissima e tristissima dal titolo PER Agosto o ICS Agosto – un santo di nome Lorenzo, per gli amici della fonosintassi Sallorenzo, dall’alto dei mondi inonda di lacrime quest’atomo opaco del Male che poi è la nostra Terra.
La poesia è famosissima: tutte le migliori nonne d’Italia la conoscono a memoria, questa e altre dieci poesie tristi a scelta che si mandavano a mente per soddisfare quello strano principio del bello che è per forza tristolino (o forse perché a leggerle bene le poesie della nostra letteratura nascono tutte dalla triste consapevolezza del portare la gran croce della sensibilità poetica, con la conseguenza che hai voglia a piangere, e senza odor di santità…).
Non meraviglia dunque trovarla spiattellata sui social tra i totopianto – scommesse su quanti chili di stelle scendano quest’anno dal Cielo – e gli inviti ai falò di Ferragosto. Forse che doveva piangere Sallorenzo per farci scoprire Pascoli, seppure un giorno all’anno? Sembra la storia di quei lumini, sempre quelli, che stendiamo sul balcone per la processione del 15 Agosto (forse che Sallorenzo piange anche per questo? Per il principio del soffiare via la polvere dal vecchio pur di non investire nel nuovo?).
A scanso di equivoci: lo sciame di meteore è ben visibile anche in altri giorni, perfino altri mesi dell’anno. Mi permetto di pubblicizzare l’evento perché pare che questo atomo opaco sia in grado di contenerci tutti per prenderne parte: non solo in piedi o stipati in qualche osservatorio, no, anche sdraiati su asciugamani, distesi su prati o spiagge, attrezzati con sedie sdraio… insomma, vi capitasse di guardare il cielo anche l’ XI Agosto, il XII, il XIII, potreste scorgere altre stelle cadenti. Non avrete omonime poesie da postare sul social di fiducia, ma mica si può avere tutto.
Se proprio vorrete battezzare il vostro album di Facebook vi consiglio di ricorrere alla saggezza popolare, meglio ancora avendo una nonna a disposizione. La mia per ora, senza saper nulla dei miei (s)ragionamenti, ha tirato fuori un niente male «Sallorenzo piagne tutto ll’anno», come inconsapevole e sconsolata metafora dell’esistenza.
Resta solo da stabilire se sono più disgraziate le lacrime che piange non visto o se siamo più disgraziati noi a non renderci conto che si tratta dello stesso, prolungatissimo pianto.
ELISABETTA APPETECCHI
Garbata e ironica constatazione di un evento che si ripete ogni anno con lo sciame delle Perseidi e che in effetti su facebook è diventato virale ripetendo allo sfinimento, almeno sul mio diario da parte dei miei quasi 1000 amici,: io lo so perchè tanto di stelle nell’aria tranquilla arde e cade.Condivido con piacere con l’augurio che le condivisioni si moltiplichino come le stelle cadenti di San Lorenzo
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