“Il disordine” L’ultimo romanzo di Andrea Barbaranelli
di ANNA MARIA CACCAVALE ♦
Nato a Civitavecchia nel 1938, l’autore visse gli anni della sua formazione personale ed intellettuale in un ambiente familiare caratterizzato da un forte impegno civile e politico, per il quale le circostanze imposero un prezzo salato che tutta la sua famiglia fu chiamata a pagare.
Di quell’impegno, dell’esempio di dignità testimoniato e condiviso, si colgono spesso echi nei testi poetici così come nei romanzi, dove si percepiscono come un orizzonte di nostalgia anche quando lo sguardo è prevalentemente catturato dall’umana miseria, dai labirinti impervi della mente umana, dalla minaccia del disordine e della follia, dal tentativo disperato di un riscatto impossibile.
“Il Pianto del Minotauro”, (pubblicato nel 2011) collocava nel Veneto la folle, surreale, ma a suo modo geniale impresa del protagonista: costruire un labirinto attorno alla propria casa per difenderne l’inviolabilità e immaginarlo via via come una sorta di macchina del tempo capace di ridefinire in un ordine coerente i brandelli di una memoria devastata dal rimorso.
La storia raccontata ne “Il Disordine” si svolge in uno dei paesi dell’America latina in cui l’autore è vissuto ed ha lavorato per molti anni, e ne rappresenta con forza l’ambiente naturale, capace ancora di incalzare minacciosamente le barriere frapposte dall’uomo.
Uscito in giardino nella luce abbagliante del primo mattino, Horacio scorge, a ridosso del muro di cinta, un cadavere, la gola squarciata, lo sguardo sbarrato rivolto verso i grandi frutti del totumo. In una tempesta di sentimenti contrastanti riconosce suo cugino Alvaro, che tutti credevano morto da quarant’anni.
La ricerca delle circostanze di quella “seconda” morte del cugino lo costringe a confrontarsi con ricordi negati e rimossi sotto le macerie di una vita progressivamente sempre più infelice e degradata, intrappolata tra la bottega, dove svolge il suo lavoro di macellaio e la casa, che divide con sua moglie Alicia, abbrutita dalla solitudine e dalla mancanza d’amore.
I ricordi assumono sempre più drammaticamente la forma di ossessioni, alle antiche se ne mescolano di nuove: la sorda rivalità col cugino, la gelosia morbosa nei confronti di Alicia, la ricerca spasmodica dei possibili assassini, l’oscuro sentimento di una minaccia che investe il senso stesso della sua esistenza, facendola naufragare nel disordine. E la salvezza gli sembra poter venire dal suono misterioso dei frutti del totumo, che pendono dall’albero come teschi essiccati.
ANNA MARIA CACCAVALE
Hai saputo ben presentarlo, Anna Maria. Sono curioso di leggerlo
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Conosco la ” labirintite” dell’ amico Andrea , ho letto ” Il pianto del Minotauro “, ricco di citazioni tratte dal mondo classico ( anche i labirinti letterari rendono valida l’ opera a chi prova gusto nel leggerla). Nella seconda parte del romanzo emergeva, tuttavia, quell’ altro mondo dell’ America latina, nel ritmo della scrittura e, forse, nel vorticoso emergere della follia. Una domanda mi ero posta : ” Chi è il minotauro ? “. Leggerò il nuovo romanzo per tentare di avere una risposta.
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